del Museo egizio vaticano
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« Ma il sogno basta per ammonirlo dei pericoli che gli po-
« tevano sovrastare, tanto più che vede comparirsi d'innanzi l'ombra
« minacciosa di Nefer Keplah. Corre allora dal padre il quale
« lo rimprovera di non aver seguito i suoi consigli e gli ripete
« che restituisca subito il libro magico. Così finalmente corre a
« prendere il sacro papiro e con gran rispetto lo porta nella tomba
« di Nefer Keptah, dove all'apparire del volume incantato torna
« subito a brillare la luce.
« Gli abitanti dell'ipogeo si rallegrano e salutano Setna il
« quale ritorna nella sua residenza e continua con grande amore
« a dedicarsi al culto di Ptah ».
Così finisce questo racconto fantastico che per la sua impor-
tanza nella letteratura egiziana può stare a confronto degli altri
due anche più conosciuti, il principe predestinato ed il romanzo
dei due fratelli^ i quali pure si aggirano su personaggi storici
ma che non siamo in grado di ravvisare. Questi ed altri simili
documenti ci provano che nell'antico Egitto, a lato della vera
storia contenuta negli annali dei Ee e nelle lunghe iscrizioni mo-
numentali, si venne formando una storia leggendaria e popolare in
cui si trasformarono alcuni personaggi più celebri in eroi favo-
losi. E così come i Greci ebbero il ciclo di Tebe, degli Argonauti
e della guerra di Troia, come noi avemmo nel medio evo il ciclo
dei paladini di Carlo Magno, nello stesso modo vi fu.in Egitto la
leggenda di Ramses II0, e l'altra anche più strana e fantastica
di Chufic il costruttore della grande piramide.
Furono queste leggende che Erodoto e gli altri greci appre-
sero nei tempi posteriori e che dettero origine a quegli strani
racconti da loro tramandati intorno a Sesostri e ad altri Faraoni
egiziani.
Intanto dal romanzo di Setna possiamo ricavare che la me-
moria di Chaemuas anche sei e sette secoli dopo la sua morte
era ancora popolare in Egitto e che egli era meglio conosciuto
sotto quel primo nome. Il qual nome a me sembra che possa
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« Ma il sogno basta per ammonirlo dei pericoli che gli po-
« tevano sovrastare, tanto più che vede comparirsi d'innanzi l'ombra
« minacciosa di Nefer Keplah. Corre allora dal padre il quale
« lo rimprovera di non aver seguito i suoi consigli e gli ripete
« che restituisca subito il libro magico. Così finalmente corre a
« prendere il sacro papiro e con gran rispetto lo porta nella tomba
« di Nefer Keptah, dove all'apparire del volume incantato torna
« subito a brillare la luce.
« Gli abitanti dell'ipogeo si rallegrano e salutano Setna il
« quale ritorna nella sua residenza e continua con grande amore
« a dedicarsi al culto di Ptah ».
Così finisce questo racconto fantastico che per la sua impor-
tanza nella letteratura egiziana può stare a confronto degli altri
due anche più conosciuti, il principe predestinato ed il romanzo
dei due fratelli^ i quali pure si aggirano su personaggi storici
ma che non siamo in grado di ravvisare. Questi ed altri simili
documenti ci provano che nell'antico Egitto, a lato della vera
storia contenuta negli annali dei Ee e nelle lunghe iscrizioni mo-
numentali, si venne formando una storia leggendaria e popolare in
cui si trasformarono alcuni personaggi più celebri in eroi favo-
losi. E così come i Greci ebbero il ciclo di Tebe, degli Argonauti
e della guerra di Troia, come noi avemmo nel medio evo il ciclo
dei paladini di Carlo Magno, nello stesso modo vi fu.in Egitto la
leggenda di Ramses II0, e l'altra anche più strana e fantastica
di Chufic il costruttore della grande piramide.
Furono queste leggende che Erodoto e gli altri greci appre-
sero nei tempi posteriori e che dettero origine a quegli strani
racconti da loro tramandati intorno a Sesostri e ad altri Faraoni
egiziani.
Intanto dal romanzo di Setna possiamo ricavare che la me-
moria di Chaemuas anche sei e sette secoli dopo la sua morte
era ancora popolare in Egitto e che egli era meglio conosciuto
sotto quel primo nome. Il qual nome a me sembra che possa
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