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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Lugari, G. B.: Il dolocenum della XIII regione
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0260

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244

Il Dolocenum della XIII regione

v. coenum) cosi appunto, cioè senza il dittongo recentiores scriòunt, ut in
afran frag. v. 187 apud Ribbeck. Ma oltre ciò convien notare questa es-
sere la maniera di scrivere quella voce, usata nei manoscritti della epoca,
alla quale spettano i manoscritti del Curiosimi e della Notitia. Ad esem-
pio, del Curiosum il manoscritto più antico è del secolo VII ora in un
evangelario del secolo Vili, conservato nella Biblioteca nazionale sotto il
n°. 1587 novelli acquisti latini, si legge discendit de celo, senza il dit-
tongo (Delisle, Catalogne des manuscrits des fonds Libri et Barroìs, p. 7
(fac-simile pi. VI, n°. 1). Il Prou poi nel suo Manuel de paleographie
(1890) pag. 66 insegna il dittongo oe trovarsi fin ne' manoscritti in onciale
scritto senza Vo, e con segno di abbreviazione sottoposto (°), e questo es-
sere stato il modo ordinario di scriverlo nel secolo X e nella prima metà
del XI, che nella seconda divenne uso costante ; nel secolo poi XII e col
segno di abbreviazione ed anche senza, il qual ultimo modo dice divenisse
costante nei manoscritti del secolo XIII. Ora siccome i manoscritti del
Curiosum vanno dal VII al XV secolo e quello della Notitia dal IX al
XVI e la maggioranza sono del XV, così non deve far meraviglia che si
trovi scritto coenum senza Vo. Tanto più poi se si rifletta, che gli editori
di questi manoscritti, come il Preller, TUrlichs, e gli altri entrano nella
schiera dei recentiores, i quali, come ho detto, sine dipthongo scribunt.
 
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