Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

DOI Artikel:
Hülsen, Christian: Nuove osservazioni sulle epigrafi votive ed onorarie dei militi pretoriani diseppellite sull'Esquilino, [1]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0280

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
264

Nuove osservazioni sulle epigrafi votive ed onorarie

Abbiamo dunque una dedica fatta da soldati originari dal
Belgio, ed in ispecie da quel distretto che ancora conserva l'an-
tico nome di Vermandois (1). L'epoca della dedicazione è rissata
dall' epiteto di Gordianae, fra gli anni 238 e 244. Secondo la
espressione usata dis patriensibus aspetteremo di ritrovarvi il

ciclo completo delle divinità nazionali dei Viromandui. E perciò
giova confrontarla con 1' altra base, dedicata dai medesimi due

personaggi nell'istesso sacrario alcuni anni dopo {C. I. L. VI, 2821) :

J(ovi) o{plimo) m{aximo) et Marti et Nemesi [et] Soli et Vic-
toriae et omnibus diis patriensibus civ(es) ex provincia) Bel-
gica Aug{usta) Viromanduoru{m) rnilites, Jul{ius) Justus coh(or-
tis) I praet{oriae centuria) Albani, et Firm{ius) Matemianus
coìi(ortis) X praet(oriae) Philippianarum {centuria) Artemonis
v. s. I. m. E sul lato : dedicata) UH kal(endas) Julias Pr{a)e-
sente et Albino \_cos.~\, c/ioè il 28 giugno del' 246 d. C. Nel ciclo
dei dii patrienses rappresentati sulla nostra base dunque man-
cano due nominati nel n. 2821, cioè la 'Nemesis (2) e la Vic-
toria: ed infatti nessuna delle due è di indole specialmente
Gallica. I tre numi rimanenti invece della base 2821 sono appunto
gli stessi, Tuppiter Mars Sol (3) che nel nostro monumento stanno
in prima riga: coincidenza che non si può credere casuale e ci
fa supporre che essi fra i sette dii patrienses dei Viromandui
fossero i principali. È vero che Mercurio, il quale secondo il
ben noto passo di Cesare {Bell. gali. VI 17) sarebbe stato il prin-
cipe di tutti i numi gallici (gli stanno appresso Apollo, Mars,

i1) È da notarsi che il nome è scritto Veromandui sulla base nostra,
Viromandui sul n 2821, come pure in una lapide Lugudunense assai mal-
concia pubblicata dal Boissieu inscriplions de Lyon p. 260. L'istessa dif-
ferenza si incontra, come è noto, anche nei testi degli autori classici.

(2) La dea Nemesi si trova venerata piuttosto da soldati originari
dalle provincie danuviane; v. gli indici del Corpus III p. 1164: voi. VI
n. 533.

(3) LVnvictus fu dallo Henzen con ragione spiegato come = Sol in-
victus : altri esempi di quest' uso assoluto si hanno C. 1. L. III n. 879 ;
III S 10120.
 
Annotationen