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Due supposti diadumeni
La statua del Museo Reale di Madrid conosciuta ^il sotto
nome di Diadumeno è una delle più pregevoli sculture antiche ;
essa è anche fra le più note agli archeologi, non solo perchè
alcuni se ne occuparono direttamente o la citarono nei loro la-
vori, ma specialmente per le belle riproduzioni che ne pubblicò
il Paris ('), tali da permetterne lo studio anche se non sia pos-
sibile esaminarla direttamente.
Come si giunse alla persuasione che la nota statua rappre-
senti un diadumeno, vedremo.
Dopo essere stata pubblicata dal Clarac (2) con la fanta-
stica denominazione di Meleagro, fu per la prima volta studiata
dallo Hùbner (3) che, messa da parte l'altra identificazione
« Adone », non avente fondamento più solido della prima, la qua-
lificò per atleta.
Va rilevato anzitutto che lo Hiibner, esaminata la statua
affermò recisamente essere il braccio destro, rotto alla spalla,
antico e dello stesso marmo scuro delle altri parti, da non con-
fondere con le gambe moderne, di marmo bianco di Carrara e
di stile ben diverso da quello della statua. Stabilita la perfetta
conservazione di tutta la parte superiore, lo Hùbner non potè
spiegarsene l'azione, ma ci comunicò le sue ricerche, fatte con
oculata diligenza, tali che avrebbero dovuto agevolare lo studio
di altri archeologi a cui non fosse dato esaminare la statua e
che, in ogni modo, non avrebbero dovuto essere messe da parte
senza tenerne conto, come ben a ragione si era fatto per le iden-
tificazioni « Meleagro » e « Adone ».
Ecco alcune notizie forniteci dallo Hùbner : La mano destra
reggeva un oggetto asti forme, sotto il quale l'indice serviva di
sostegno; la mano sinistra è chiusa, ma resta una piccola aper-
tura, il pollice e l'indice sono quasi sovrapposti, sembra che non
(') Moti. Piot, IV (1897), tav. Vili e IX.
(3) Musée de sculpture, 802 F, 2020».
(3) Aut. Bildiv. in Madrid, 65.
Due supposti diadumeni
La statua del Museo Reale di Madrid conosciuta ^il sotto
nome di Diadumeno è una delle più pregevoli sculture antiche ;
essa è anche fra le più note agli archeologi, non solo perchè
alcuni se ne occuparono direttamente o la citarono nei loro la-
vori, ma specialmente per le belle riproduzioni che ne pubblicò
il Paris ('), tali da permetterne lo studio anche se non sia pos-
sibile esaminarla direttamente.
Come si giunse alla persuasione che la nota statua rappre-
senti un diadumeno, vedremo.
Dopo essere stata pubblicata dal Clarac (2) con la fanta-
stica denominazione di Meleagro, fu per la prima volta studiata
dallo Hùbner (3) che, messa da parte l'altra identificazione
« Adone », non avente fondamento più solido della prima, la qua-
lificò per atleta.
Va rilevato anzitutto che lo Hiibner, esaminata la statua
affermò recisamente essere il braccio destro, rotto alla spalla,
antico e dello stesso marmo scuro delle altri parti, da non con-
fondere con le gambe moderne, di marmo bianco di Carrara e
di stile ben diverso da quello della statua. Stabilita la perfetta
conservazione di tutta la parte superiore, lo Hùbner non potè
spiegarsene l'azione, ma ci comunicò le sue ricerche, fatte con
oculata diligenza, tali che avrebbero dovuto agevolare lo studio
di altri archeologi a cui non fosse dato esaminare la statua e
che, in ogni modo, non avrebbero dovuto essere messe da parte
senza tenerne conto, come ben a ragione si era fatto per le iden-
tificazioni « Meleagro » e « Adone ».
Ecco alcune notizie forniteci dallo Hùbner : La mano destra
reggeva un oggetto asti forme, sotto il quale l'indice serviva di
sostegno; la mano sinistra è chiusa, ma resta una piccola aper-
tura, il pollice e l'indice sono quasi sovrapposti, sembra che non
(') Moti. Piot, IV (1897), tav. Vili e IX.
(3) Musée de sculpture, 802 F, 2020».
(3) Aut. Bildiv. in Madrid, 65.