e l'autore del « Breviarium Historiae Romanae »
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derebbe forse dall’economia del piccolo carme, qualora si riferisse
solo all’antenato dello scrittore. Si rifletta altresì come si cor-
rispondono perfettamente i due membretti Musoni suboles e
proles Avieni', la simmetria rimarrebbe turbata se ad uno di
essi venisse aggiunto il verso susseguente (").
Nella storia della letteratura latina il nome di Festo
Avieno è legato con la traduzione, o meglio il rimaneggiamento,
del poema astronomico di Arato, i Phainomena, e con i poemetti
geografici Descriptio orbis terne e Ora maritima. Non vi è
alcuna ragione per negare l’identità del poeta con l’autore della
iscrizione, come hanno voluto sostenere alcuni (2), che preferi-
scono riconoscere nel padre di questo l’autore dei trattatelli
geografici. Vi sono invece vari argomenti, come altri ha osser-
vato (3), che permettono di concludere a una identificazione del
geografo poeta con il cultore della dea Nortia. Così questi ha
(*) Si avrebbe una costruzione assai più regolare facendo dipendere
il v. 2 dal Festus del v, 1, e spiegando: « Io, Festo, ... da cui hall preso
il nome le tue acque, o Cesia, venero te ecc. ». Non sarei alieno dal ve-
dere una relazione tra il nome dell’acqua, Caesia, e il nome di Festo,
Rufius. Veramente caesius vien fatto significare « ceruleo », quasi caelia
(Geli. II 26, ls); con qualche piccola differenza però, perchè, mentre cerulei
sono gli occhi di Nettuno, quelli di Minerva, la yXavx&niQ, sono caesii
(ved. le testimonianze raccolte nel Thesaurus}. Si noti però che, secondo
altri, caesius avrebbe un diverso significato; infatti, dalla glossa in Festo
pag. 273: ravi coloris appellantur, qui sunt inter flavos et caesios, sem-
brerebbe potersi stabilire una scala di sfumature per cui dal flavus attra-
verso al ravus si giunge al caesius, che indicherebbe così un colore di
fondo rosso, un rosso scuro, un marrone. Cfr. anche Gloss. V, 275, 65:
glaucis oculis vel lentie/inosus (per tale senso della parola vien data la
falsa etimologia da caedoj. In tal caso un Rufius potrebbe benissimo dire
che una fonte denominata Caesia ha derivato questo nome dal suo. Si po-
trebbe trattare di qualche sorgente di acque ferruginose, come ancor oggi
ne esistono non lungi da Bolsena, per es. a Bagnorea.
Non mi nascondo però la difficoltà che tutti gli altri passi danno a
caesius il valore di ceruleo o di grigio.
(’) Mommsen, ad C. I. L. VI, 537; Hermes, XVI, 1881, pag. 605,
n. 1 = Gesamm. Schriften, VII, pag. 396, n. 1. — Seeck, P. W. R. E.
VI, 2257 sg.
(3) Wernsdorf, Poetae lat. min., IV, 2, pag. 552 sgg. ; V, 2, pag. 1 sgg.
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derebbe forse dall’economia del piccolo carme, qualora si riferisse
solo all’antenato dello scrittore. Si rifletta altresì come si cor-
rispondono perfettamente i due membretti Musoni suboles e
proles Avieni', la simmetria rimarrebbe turbata se ad uno di
essi venisse aggiunto il verso susseguente (").
Nella storia della letteratura latina il nome di Festo
Avieno è legato con la traduzione, o meglio il rimaneggiamento,
del poema astronomico di Arato, i Phainomena, e con i poemetti
geografici Descriptio orbis terne e Ora maritima. Non vi è
alcuna ragione per negare l’identità del poeta con l’autore della
iscrizione, come hanno voluto sostenere alcuni (2), che preferi-
scono riconoscere nel padre di questo l’autore dei trattatelli
geografici. Vi sono invece vari argomenti, come altri ha osser-
vato (3), che permettono di concludere a una identificazione del
geografo poeta con il cultore della dea Nortia. Così questi ha
(*) Si avrebbe una costruzione assai più regolare facendo dipendere
il v. 2 dal Festus del v, 1, e spiegando: « Io, Festo, ... da cui hall preso
il nome le tue acque, o Cesia, venero te ecc. ». Non sarei alieno dal ve-
dere una relazione tra il nome dell’acqua, Caesia, e il nome di Festo,
Rufius. Veramente caesius vien fatto significare « ceruleo », quasi caelia
(Geli. II 26, ls); con qualche piccola differenza però, perchè, mentre cerulei
sono gli occhi di Nettuno, quelli di Minerva, la yXavx&niQ, sono caesii
(ved. le testimonianze raccolte nel Thesaurus}. Si noti però che, secondo
altri, caesius avrebbe un diverso significato; infatti, dalla glossa in Festo
pag. 273: ravi coloris appellantur, qui sunt inter flavos et caesios, sem-
brerebbe potersi stabilire una scala di sfumature per cui dal flavus attra-
verso al ravus si giunge al caesius, che indicherebbe così un colore di
fondo rosso, un rosso scuro, un marrone. Cfr. anche Gloss. V, 275, 65:
glaucis oculis vel lentie/inosus (per tale senso della parola vien data la
falsa etimologia da caedoj. In tal caso un Rufius potrebbe benissimo dire
che una fonte denominata Caesia ha derivato questo nome dal suo. Si po-
trebbe trattare di qualche sorgente di acque ferruginose, come ancor oggi
ne esistono non lungi da Bolsena, per es. a Bagnorea.
Non mi nascondo però la difficoltà che tutti gli altri passi danno a
caesius il valore di ceruleo o di grigio.
(’) Mommsen, ad C. I. L. VI, 537; Hermes, XVI, 1881, pag. 605,
n. 1 = Gesamm. Schriften, VII, pag. 396, n. 1. — Seeck, P. W. R. E.
VI, 2257 sg.
(3) Wernsdorf, Poetae lat. min., IV, 2, pag. 552 sgg. ; V, 2, pag. 1 sgg.