IL XC MILLIARIO DELLA VALERIA-CLAUDIA
E L'ITINERARIO DI P. OVIDIO NASONE DA ROMA A SULMONA
(Tav. VI-VIII).
Nell'autunno del 1897, in tenimento di Goriano Sicoli (Aquila),
alla contrada Costa dei Saraceni e propriamente alle falde della
collina di S. Donate, fra i detriti d'un*: vecchia fondazione e di cunei
lapidei, fu rinvenuto un cippo milliario di pietra calcare, paesana,
d'un sol pezzo, in forma di cono tronco (alt, ni. 1,20 ; diam. in. 0,47
alla base inferiore, e ni. 0,40 alla superiore), recante nel basso del-
l'iscrizione il unni. XC del miglio.
Un foro praticato nel centro della base superiore (summo
scapo) stava forse ad indicare come nel Medioevo quel pic-
colo monolito avesse dovuto servire da piedistallo a qualche
croce.
L'iscrizione soprastante alla nota del milliario è in gran parte
deleta, ma le lettere superiori rese, per una metà, intelligibili dopo
il paziente lavoro di trascrizione fattone dallo Schulten, fornirono
in seguito argomento di dotta ed agile ricostruzione al compianto
amico, prof. G. Gatti, il quale dal complesso ebbe a riconoscere do-
versi trattare di uno di quei cippi milliari restituiti dall'Imperatore
Magnenzio e di cui sono noti altri due esemplari nella regione tici-
nese (C. I. L. V, 8061, S066) e nella Picena (Ibid. IX, 5937, 5940;
5951). Onde l'iscrizione restituita alla sua lezione primitiva, renne
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E L'ITINERARIO DI P. OVIDIO NASONE DA ROMA A SULMONA
(Tav. VI-VIII).
Nell'autunno del 1897, in tenimento di Goriano Sicoli (Aquila),
alla contrada Costa dei Saraceni e propriamente alle falde della
collina di S. Donate, fra i detriti d'un*: vecchia fondazione e di cunei
lapidei, fu rinvenuto un cippo milliario di pietra calcare, paesana,
d'un sol pezzo, in forma di cono tronco (alt, ni. 1,20 ; diam. in. 0,47
alla base inferiore, e ni. 0,40 alla superiore), recante nel basso del-
l'iscrizione il unni. XC del miglio.
Un foro praticato nel centro della base superiore (summo
scapo) stava forse ad indicare come nel Medioevo quel pic-
colo monolito avesse dovuto servire da piedistallo a qualche
croce.
L'iscrizione soprastante alla nota del milliario è in gran parte
deleta, ma le lettere superiori rese, per una metà, intelligibili dopo
il paziente lavoro di trascrizione fattone dallo Schulten, fornirono
in seguito argomento di dotta ed agile ricostruzione al compianto
amico, prof. G. Gatti, il quale dal complesso ebbe a riconoscere do-
versi trattare di uno di quei cippi milliari restituiti dall'Imperatore
Magnenzio e di cui sono noti altri due esemplari nella regione tici-
nese (C. I. L. V, 8061, S066) e nella Picena (Ibid. IX, 5937, 5940;
5951). Onde l'iscrizione restituita alla sua lezione primitiva, renne
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