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Zancani, Domenico: Su tre frammenti del Museo Barracco
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.13734#0107
SU TRE FRAMMENTI DEL MUSEO BARRACCO
Ridotte allo stato di poco più che miserevoli frammenti, di
forme modeste, di arte certo non eccellente e di non grandi pre-
tese, le tre piccole sculture che qui si pubblicano passano quasi
inosservate fra le molte gemme della collezione che fu di Giovanni
Barracco. Credo peraltro utile segnalare ai dotti, nel rinnovato
fervore di studii sull'arte della Magna Grecia in generale, e di
Taranto in particolare, anche questi mutili avanzi scolpiti, che,
provenienti dall'illustre città italiota, vanno a prender posto
nella serie, per nostra fortuna ormai non più esigua, sebbene ancor
troppo mal nota, di quei caratteristici rilievi in calcare locale, che
decoravano i piccoli edifìci funerarii di cui sono così ricche le
necropoli tarantine, e sui quali, quasi esclusivamente, si basa
tutto quello che noi sappiamo di men vago sull'arte di Taranto
nel sec. IV e nell'età immediatamente posteriore
Provenienti sicuramente da Taranto, i tre frammenti sono
infatti lavorati in quella pietra tenera, ch'è detta volgarmente
leccese dal suo più importante centro di estrazione, di grana pe-
raltro assai omogenea, così che, coperti come si sono, col tempo,
di una patina quasi aurea, potrebbero, a prima vista, far l'effetto
di esser scolpiti nel marmo.
(') Per i così detti naiskoi funebri tarantini vedi C. Watzinger, De
Vasculis pictis tarentinis, Diss., 1899 ; R. Pagensteeher, Unteritalische Grab-
dcnkmàler, 1912 ; cfr. M. Caianiello, Studi sull'arte tarantina in Movaeìov, I,
pag. 126 ss. Per la bibliografia completa di tutti i rilievi in calcare locale
finora noti rimando ad un mio scritto intitolato, Monumenti e riflessi di arte
italiota in Epiro, di imminente pubblicazione nei Rendiconti della R. Acca-
demia dei Lincei.
Ridotte allo stato di poco più che miserevoli frammenti, di
forme modeste, di arte certo non eccellente e di non grandi pre-
tese, le tre piccole sculture che qui si pubblicano passano quasi
inosservate fra le molte gemme della collezione che fu di Giovanni
Barracco. Credo peraltro utile segnalare ai dotti, nel rinnovato
fervore di studii sull'arte della Magna Grecia in generale, e di
Taranto in particolare, anche questi mutili avanzi scolpiti, che,
provenienti dall'illustre città italiota, vanno a prender posto
nella serie, per nostra fortuna ormai non più esigua, sebbene ancor
troppo mal nota, di quei caratteristici rilievi in calcare locale, che
decoravano i piccoli edifìci funerarii di cui sono così ricche le
necropoli tarantine, e sui quali, quasi esclusivamente, si basa
tutto quello che noi sappiamo di men vago sull'arte di Taranto
nel sec. IV e nell'età immediatamente posteriore
Provenienti sicuramente da Taranto, i tre frammenti sono
infatti lavorati in quella pietra tenera, ch'è detta volgarmente
leccese dal suo più importante centro di estrazione, di grana pe-
raltro assai omogenea, così che, coperti come si sono, col tempo,
di una patina quasi aurea, potrebbero, a prima vista, far l'effetto
di esser scolpiti nel marmo.
(') Per i così detti naiskoi funebri tarantini vedi C. Watzinger, De
Vasculis pictis tarentinis, Diss., 1899 ; R. Pagensteeher, Unteritalische Grab-
dcnkmàler, 1912 ; cfr. M. Caianiello, Studi sull'arte tarantina in Movaeìov, I,
pag. 126 ss. Per la bibliografia completa di tutti i rilievi in calcare locale
finora noti rimando ad un mio scritto intitolato, Monumenti e riflessi di arte
italiota in Epiro, di imminente pubblicazione nei Rendiconti della R. Acca-
demia dei Lincei.