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1 cm
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Nella raccolta di scritti in onore di Giacomo Lumbroso (1844-
1925), Milano 1925, il collega E. Paribeni (p. 286-292) pubblica
due iscrizioni di nove linee incise sopra un lastrone di peperino
(lapis gabinus) che doveva aver fatto parte di un edificio sepol-
crale e che venne in luce in Roma presso porta Maggiore. Era
questa la tomba di una societas composta di cantores graeci, veri
professionisti, e di altre persone, forse dilettanti, quei in hac
sunhofyo sunt. Così dice la prima iscrizione più antica ; e nella se-
conda, di lettere alquanto più piccole, è detto che L. Aurelius
L(ucì) l(ibertus) Pliilo, maestro del sinodo per la settima volta,
fece restauri nell'edificio. Ambedue le iscrizioni debbono appar-
tenere all'ultimo secolo della Repubblica : la prima al tempo di
Siila, e di poco posteriore la seconda.
Nella stessa raccolta di scritti merita di essere notato anche lo
studio di Fulvio Maroi intorno all'adozione degli esposti nell'Egitto
romano (pag. 377-406).
I volumi XII1 e XIP (1924-1925) della Pauly-Wissowa
Real-Encyclopàdie contengono un lunghissimo e accurato arti-
colo (redatto dal Knbitschek e dal Ritterling) sulla storia delle
ibblica e dell'Impero. Accurato è anche
^"o ^^y^!^ Weiss, Steinwenter ed altri), nel
="J* 55l )er^ a^a C0^' manca l'indicazione
E- ^fl^ ed era necessario un richiamo, poiché
lieirarticolo dello Steinwenter (XII, 1,
iuniani.
o piacere, la Ròmische Qeschichte bis zum
'e testé pubblicata dal prof. K. Julius
Gruyter, 1926). Riparleremo nel pros-
mportante dell'illustre professore della
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Luigi Cantarelli.
romana di archeologia ci comunica il
I un premio di lire italiane diecimila
uno degli argomenti seguenti :
Rom,a e suburbio nel « Liber Pontificnlis »
Ica ;
™ ufia dal Celio nell'antichità,
CD
o
Nella raccolta di scritti in onore di Giacomo Lumbroso (1844-
1925), Milano 1925, il collega E. Paribeni (p. 286-292) pubblica
due iscrizioni di nove linee incise sopra un lastrone di peperino
(lapis gabinus) che doveva aver fatto parte di un edificio sepol-
crale e che venne in luce in Roma presso porta Maggiore. Era
questa la tomba di una societas composta di cantores graeci, veri
professionisti, e di altre persone, forse dilettanti, quei in hac
sunhofyo sunt. Così dice la prima iscrizione più antica ; e nella se-
conda, di lettere alquanto più piccole, è detto che L. Aurelius
L(ucì) l(ibertus) Pliilo, maestro del sinodo per la settima volta,
fece restauri nell'edificio. Ambedue le iscrizioni debbono appar-
tenere all'ultimo secolo della Repubblica : la prima al tempo di
Siila, e di poco posteriore la seconda.
Nella stessa raccolta di scritti merita di essere notato anche lo
studio di Fulvio Maroi intorno all'adozione degli esposti nell'Egitto
romano (pag. 377-406).
I volumi XII1 e XIP (1924-1925) della Pauly-Wissowa
Real-Encyclopàdie contengono un lunghissimo e accurato arti-
colo (redatto dal Knbitschek e dal Ritterling) sulla storia delle
ibblica e dell'Impero. Accurato è anche
^"o ^^y^!^ Weiss, Steinwenter ed altri), nel
="J* 55l )er^ a^a C0^' manca l'indicazione
E- ^fl^ ed era necessario un richiamo, poiché
lieirarticolo dello Steinwenter (XII, 1,
iuniani.
o piacere, la Ròmische Qeschichte bis zum
'e testé pubblicata dal prof. K. Julius
Gruyter, 1926). Riparleremo nel pros-
mportante dell'illustre professore della
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uno degli argomenti seguenti :
Rom,a e suburbio nel « Liber Pontificnlis »
Ica ;
™ ufia dal Celio nell'antichità,
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