Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma (53.1925)

L'INDAGINE STORICA NEGLI SCAVI DI OSTIA

C'è ancorai tra gli storici l'opinione che l'archeologia mili-
tante, come si suol chiamare l'archeologia del piccone, presti ra-
ramente il suo sussidio a risolvere dibattute questioni di topografìa
e di storia. Ma basta pensare ai meravigliosi risultati ottenuti con
le ricerche preistoriche, che hanno dato luce ad. una umanità,
sconosciuta, e agli scavi dell'Orsi in Sicilia e del Tarameli! in
Sardegna, per persuadersi che l'archeologo dà con i suoi scavi e
con i suoi studi validissimo aiuto a meglio interpretare e chiarire
e talvolta a rivelare addirittura oscuri periodi di storia antica.
Si può anzi dire che a nessun archeologo manchi il senso della ne-
cessità ed utilità storica delle ricerche, anche se egli debba soddis-
fare ad altre esigenze.

Nei due centri di scavo maggiori che abbia l'Italia, Pompei
ed Ostia, molti ritengono che non si dia opera se non a risuscitare-
una vita e un'arte sepolte, preziosissima resurrezione certo anche
questa quando si voglia penetrare appieno nello spirito del mondo
antico di cui le varie manifestazioni d'arte e di vita ci danno ap-
punto la esatta conoscenza. E per Pompei, salvo sporadiche esplo-
razioni che fecero i vecchi scavatori in alcuni punti del sottosuolo
e salvo qualche studio di chiarimento su questioni topografiche,
si può dire che l'indagine rigorosamente storica non abbia avuto
campo di esercitarvisi nò, in verità, apparve ed appare che essa
sia indispensabile, data la chiarità dell'orizzonte storico di cui
la cittadina Vesuviana è circondata.