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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 53.1925

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Monaci, Alfredo: La vittoria egiziana del 295 nel fregio dell'arco di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.13734#0095
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È sentenza comune degli storici che Costantino, entrato vitto-
rioso in Roma, vi si trattenesse non più di due mesi : come leg-
gesi, per esempio, nella Histoire des Romains di Victor Duruy
(Paris, Hachette, 1885, VII, 113) ; e nell'opera di Otto Seeck,
Storia della decadenza del mondo antico (2a edizione, Berlino,
1897, I, pag. 137), dove leggo traducendo dal tedesco: « Dopo che
Costantino ebbe celebrato con feste solenni e giuochi il suo con-
solato, che cominciava il 1° di gennaio del 313, lasciò Roma
per abboccarsi a Milano con Licinio». La liberalitas di Costantino,
rappresentata nella scultura seguente a quella dei rostri, fa parte
delle feste solenni del consolato, come si scorge anche dalla figura
dei due littori, e dalla toga che indossa l'Augusto. Quindi ap-
partiene al principio dell'anno 313 ; e l'orazione dai rostri è
anteriore perciò al gennaio dello stesso anno.

Quindi il personaggio rappresentato dalla statuina non è
Costantino, ma verosimilmente Claudio il Gotico, suo avo, di cui
scrisse Trebellio Pollione nella Eistoria Augusta (XXV, 3, 5):
« Illi totius orbis iudicio in rostris posita est columna palmata,
statua superfìxa librarum argenti millequingentarum ». Perchè
negli anni 269 e 270 di Cristo Claudio sconfisse gli Alemanni con
grande strage presso il lago Benaco e poi disfece completamente
i Goti, forti di 320,000 uomini con 2,000 navi, che avevano in-
vaso le provincie orientali dell'Impero. Della vittoria sui Goti
abbiamo il testo della epistola imperialé al senato, nella Histo-
ria Augusta; e della vittoria alemannica lasciò scritto Aurelio
Vittore (secondo il testo deWEpitome de Caesaribus, capo 34):
« Hic Claudius... exstincto... a suis Aureolo, receptis legionibus,
adversum gentem Alamannorum haud procul a lacu Benaco
dimicans tantam multitudinem fudit, ut aegre pars dimidia
superfuerit » (edizione Teubner di Pichlmayr, Lipsia, 1911,
pag. 160-161).

Si può* domandare : Le colonne onorarie rappresentate nella
scultura appartengono certamente al recinto dei rostri ? Io ri-
 
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