Il « Ripostiglio Bianchini »
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pedissequa derivazione da quella della prima edizione (come
dimostra oltre l'aggruppamento, l'indicazione riferentesi al Fico-
reni) è d'altra parte completamente ridisegnata. Non solo in-
fatti sono cambiate le proporzioni di molte delle figure; ma
si mettono in evidenza quelle che, per celarne la completa nu-
dità, erano state riprodotte nascoste in parte dietro altri og-
getti. Inoltre tutto è disegnato assai più correttamente, troppo
correttamente, mentre, come avremo occasione di dimostrare,
le singole figure nella tavola originale erano state riprodotte
con assai maggiore fedeltà1.
Dalla collezione Pennacchi, che pare sia poi stata portata
a Bologna2, il Ripostiglio Bianchini passò nella collezione del
famoso cardinale Stefano Borgia, a Velletri, dove lo troviamo
alla morte di lui, avvenuta il 23 novembre 1804. Esso figura
infatti nel catalogo redatto dal nipote ed erede del Cardinale,
Conte Camillo Borgia, che pensò subito di vendere il bellissimo
Museo e, non essendogli riuscito a cederlo, pel veto del Pon-
tefice, al Re di Danimarca, ed essendoselo veduto rifiutare da
Napoleone I per Parigi, riuscì a farlo acquistare dal Re di Na-
poli ". Così da più di cento anni il Ripostiglio Bianchini è al
1 Dell'opera del Bianchini esiste anche una terza edizione, di Ve-
nezia, fatta da G. Battaggia nel 1825. Il nostro ripostiglio vi è illustrato
a pag. 30 e segg. del II volume; ma, mentre il testo è fedelmente ripro-
dotto da ([nello del 1697, le figure allora raggruppate in una sola tavola
sono distribuite in quattro tavole di rame, disegnate da capo con l'idea
di raggiungere maggior chiarezza, anzi di dare « decoro all'edizione ».
Per mostrare quale ridicolo risultato sia stato raggiunto, riproduco la
tav. 16 con l'insieme del trovamento (nostra fig. 2), la tav. 18 (cista con
amuleti) nella fig. 3 e la 19 con il fantastico insieme di figure umane
e di animali (fig. 4). La tav. 17, non riprodotta, dà gli amuleti, deforman-
done perfino la forma. In questa edizione di Venezia si dà anche la bio-
grafia di Mons. Bianchini, scritta da Pier Alessandro Paravia.
2 Peter, in Guattani, Mem. Encicl., VI, pag. 67 (aveva avuto la
notizia da Gherardo De Rossi). Cfr. F. Schiassi, Sopra una cista mistica
trovata nel Bolognese l'anno 1817. Bologna, 1818, pag. 9.
3 11 Museo, offerto nel settembre 1814 a Gioacchino Murat e esami-
nato da una commissione formata dal Rosini, dal Carelli e dall'Arditi,
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pedissequa derivazione da quella della prima edizione (come
dimostra oltre l'aggruppamento, l'indicazione riferentesi al Fico-
reni) è d'altra parte completamente ridisegnata. Non solo in-
fatti sono cambiate le proporzioni di molte delle figure; ma
si mettono in evidenza quelle che, per celarne la completa nu-
dità, erano state riprodotte nascoste in parte dietro altri og-
getti. Inoltre tutto è disegnato assai più correttamente, troppo
correttamente, mentre, come avremo occasione di dimostrare,
le singole figure nella tavola originale erano state riprodotte
con assai maggiore fedeltà1.
Dalla collezione Pennacchi, che pare sia poi stata portata
a Bologna2, il Ripostiglio Bianchini passò nella collezione del
famoso cardinale Stefano Borgia, a Velletri, dove lo troviamo
alla morte di lui, avvenuta il 23 novembre 1804. Esso figura
infatti nel catalogo redatto dal nipote ed erede del Cardinale,
Conte Camillo Borgia, che pensò subito di vendere il bellissimo
Museo e, non essendogli riuscito a cederlo, pel veto del Pon-
tefice, al Re di Danimarca, ed essendoselo veduto rifiutare da
Napoleone I per Parigi, riuscì a farlo acquistare dal Re di Na-
poli ". Così da più di cento anni il Ripostiglio Bianchini è al
1 Dell'opera del Bianchini esiste anche una terza edizione, di Ve-
nezia, fatta da G. Battaggia nel 1825. Il nostro ripostiglio vi è illustrato
a pag. 30 e segg. del II volume; ma, mentre il testo è fedelmente ripro-
dotto da ([nello del 1697, le figure allora raggruppate in una sola tavola
sono distribuite in quattro tavole di rame, disegnate da capo con l'idea
di raggiungere maggior chiarezza, anzi di dare « decoro all'edizione ».
Per mostrare quale ridicolo risultato sia stato raggiunto, riproduco la
tav. 16 con l'insieme del trovamento (nostra fig. 2), la tav. 18 (cista con
amuleti) nella fig. 3 e la 19 con il fantastico insieme di figure umane
e di animali (fig. 4). La tav. 17, non riprodotta, dà gli amuleti, deforman-
done perfino la forma. In questa edizione di Venezia si dà anche la bio-
grafia di Mons. Bianchini, scritta da Pier Alessandro Paravia.
2 Peter, in Guattani, Mem. Encicl., VI, pag. 67 (aveva avuto la
notizia da Gherardo De Rossi). Cfr. F. Schiassi, Sopra una cista mistica
trovata nel Bolognese l'anno 1817. Bologna, 1818, pag. 9.
3 11 Museo, offerto nel settembre 1814 a Gioacchino Murat e esami-
nato da una commissione formata dal Rosini, dal Carelli e dall'Arditi,