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della immagine nella retina, le cose in movimento
si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come
vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un ca-
vallo in corsa non ha quattro gambe : ne ha venti,
e i loro movimenti sono triangolari.
Tutto in arte è convenzione, e le verità di ieri
sono oggi, per noi, pure menzogne.
Affermiamo ancora una volta che il ritratto,
per essere un’ opera d’ arte, non può nè deve asso-
migliare al suo modello, e che il pittore ha in sè i
paesaggi che vuol produrre. Per dipingere una fi-
gura non bisogna farla : bisogna farne 1’ atmosfera.
Lo spazio non esiste più ; una strada bagnata
dalla pioggia e illuminata da globi elettrici s’ina-
bissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi
migliaia di chilometri -, ma la casa che ci sta davanti
non ci appare forse incastonata nel disco solare ?
Chi può credere ancora all’ opacità dei corpi, mentre
la nostra acuita e moltiplicata sensibilità ci fa in-
tuire le oscure manifestazioni dei fenomeni media-
nici ? Perchè si deve continuare a creare senza tener
conto della nostra potenza visiva che può dare ri-
sultati analoghi a quelli dei raggi X ?
Innumerevoli sono gli esempi che dànno una
sanzione positiva alle nostre affermazioni.
Le sedici persone che avete intorno a voi in un
tram che corre sono una, dieci, quattro, tre : stanno
ferme e si muovono ; vanno e vengono, rimbalzano
sulla strada, divorate da una zona di sole, indi tor-
nano a sedersi, simboli persistenti della vibrazione
universale. E, talvolta, sulla guancia della persona
con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo
della immagine nella retina, le cose in movimento
si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come
vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un ca-
vallo in corsa non ha quattro gambe : ne ha venti,
e i loro movimenti sono triangolari.
Tutto in arte è convenzione, e le verità di ieri
sono oggi, per noi, pure menzogne.
Affermiamo ancora una volta che il ritratto,
per essere un’ opera d’ arte, non può nè deve asso-
migliare al suo modello, e che il pittore ha in sè i
paesaggi che vuol produrre. Per dipingere una fi-
gura non bisogna farla : bisogna farne 1’ atmosfera.
Lo spazio non esiste più ; una strada bagnata
dalla pioggia e illuminata da globi elettrici s’ina-
bissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi
migliaia di chilometri -, ma la casa che ci sta davanti
non ci appare forse incastonata nel disco solare ?
Chi può credere ancora all’ opacità dei corpi, mentre
la nostra acuita e moltiplicata sensibilità ci fa in-
tuire le oscure manifestazioni dei fenomeni media-
nici ? Perchè si deve continuare a creare senza tener
conto della nostra potenza visiva che può dare ri-
sultati analoghi a quelli dei raggi X ?
Innumerevoli sono gli esempi che dànno una
sanzione positiva alle nostre affermazioni.
Le sedici persone che avete intorno a voi in un
tram che corre sono una, dieci, quattro, tre : stanno
ferme e si muovono ; vanno e vengono, rimbalzano
sulla strada, divorate da una zona di sole, indi tor-
nano a sedersi, simboli persistenti della vibrazione
universale. E, talvolta, sulla guancia della persona
con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo