Il Dinamismo futurista e la Pittura francese
(Articolo pubblicato nella rivista futurista « Lacerba »
— Firenze, 1 agosto 1913).
Fin dalla mia prima conversazione alla « Clo-
serie des Lilas », all’ indomani dell’ apertura della
la esposizione di pittura futurista, mi ero accorto
che Fernand Lèger era uno dei cubisti più dotati e
promettenti. Ma lo consideravo come cubista, cioè
appartenente a una scuola che sembrava ben defi-
nita e che al tempo di quella nostra prima esposi-
zione ci veniva continuamente contrapposta come
qualche cosa di organico, di quadrato, di cubico, dirò
anzi, d’incrollabile.
In Italia, ogni imbecille di media cultura, ce
ne parlava con la solita prosopopea ironica e ba-
lorda che ogni italiano non analfabeta, crede di
poter assumere quando parla d’ arte. Intanto, noi
lavoravamo e vendevamo, con quella bella e sprez-
zante indifferenza che ci distingue. Dati questi pre-
cedenti, si capirà con quanta soddisfazione io legga
(Articolo pubblicato nella rivista futurista « Lacerba »
— Firenze, 1 agosto 1913).
Fin dalla mia prima conversazione alla « Clo-
serie des Lilas », all’ indomani dell’ apertura della
la esposizione di pittura futurista, mi ero accorto
che Fernand Lèger era uno dei cubisti più dotati e
promettenti. Ma lo consideravo come cubista, cioè
appartenente a una scuola che sembrava ben defi-
nita e che al tempo di quella nostra prima esposi-
zione ci veniva continuamente contrapposta come
qualche cosa di organico, di quadrato, di cubico, dirò
anzi, d’incrollabile.
In Italia, ogni imbecille di media cultura, ce
ne parlava con la solita prosopopea ironica e ba-
lorda che ogni italiano non analfabeta, crede di
poter assumere quando parla d’ arte. Intanto, noi
lavoravamo e vendevamo, con quella bella e sprez-
zante indifferenza che ci distingue. Dati questi pre-
cedenti, si capirà con quanta soddisfazione io legga