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Boccioni, Umberto; Marinetti, Filippo Tommaso [Hrsg.]
Opera completa: pittura e sculture futuriste (dinamismo plastico), manifesti e articoli, parole in libertà, sintesi teatrali, diario, lettere, varie riproduzioni di quadri e sculture, due tricromie — Foligno: Franco Campitelli editore, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.53298#0273

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rario o simbolico scomparirà sempre più. Per questo
il pittore costruirà, per esempio, una figura togliendo,
mettendo o esagerando le forme che la costituiscono
come un architetto toglie, mette i vuoti e i pieni, i
chiari e gli scuri di una costruzione architettonica.
Per i pittori come il Fumi 1’ arte non è una ci-
nematografia di scene tristi o gioconde, ma è un’ ine-
sauribile miniera di elementi plastici da estrarre e
far servire alla costruzione del quadro. In questo
la pittura si libera dalla copia servile. La scena o
l’effetto che colpiscono il pittore sono lo spunto o la
chiave della costruzione pittorica.
Quando il Funi fa un disegno colorato come
■finestra caseggiato fa qualche cosa di più che le
case e la strada che si vedono da una finestra. Prima
di tutto egli vede il soggetto come un blocco unico
e la strada e le case e la finestra non sono che masse
plastiche che attendono una disciplina (plastica) per
esprimersi attraverso 1’ emozione plastica.
Egli non vuol dare la poesia triste o gaia della
strada, la malinconia dei caseggiati popolari, il senso
nostalgico di chi guarda da una finestra, eco. ecc.
Egli sente, sempre in via d’ esempio, che la solidità
quadra delle case pesa sull’ orizzontalità delle strade
(e questo con tutte le variazioni che possono dare
le particolari accidentalità del soggetto), che la luce
taglia il telaio della finestra, lo investe, lo sfalda, lo
scheggia circolarmente facendo centro sulla maniglia
come un’ elica gira sul suo perno (è questo un sog-
getto caro al Funi). Ma le linee e le masse del pae-
saggio non cadono a perpendicolo secondo la pro-
spettiva degli ingegneri e come fanno falsamente i
 
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