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giusto dire che Alberto Magri dipinge col materiale
tecnico e plastico degli artisti primitivi, e precisa-
mente con quello dei primitivi cristiani del primo
Rinascimento italiano. Cioè, come uno di quegli
artisti coscientissimi e sapientissimi che hanno la-
vorato in quell’epoca, che, per intenderci, chiamia-
mo ingenua e primitiva, ma che non lo era affatto.
Quindi, ogni primitivismo retrospettivo, ogni ar-
caicismo si condanna da sè. È un amore storico, in
fondo, e nuli’ altro.
Roberto Longhi, nel libro magnifico che ha
scritto sulla scultura futurista, dice che si può essere
arcaici e non arcaistici. Alberto Magri è più arcaistico
che arcaico. Ecco perchè può concepire come un uo-
mo gli elementi morali su cui si fonda la Casa in or-
dine e la Casa in disordine, e disegnare e dipingere
come un freschista senese o come un antico allumi-
natore eli libri sacri. C’ è della cultura. Troppa cul-
tura. Quando fa La vendemmia, La casa colonica, Il
bucato, che sono cose belle, gli elementi plastici che
adopera sono presi dagli antichi italiani : i cieli, i
prati costellati di ciuffi d’ erba simmetrici con fiorel-
lini in mezzo ; le colline chiuse in ondulazioni sinte-
tiche ; i paesetti stampati, nitidi, con sopra i loro
nomi, eoe. ecc. Sono tutte espressioni sapientissime
di una pittura antica sapientissima. L’ autrice delle
caricature di Guglielmo II che possiedo io, che è la
gentile Marcelle, di nove anni, figlia dell’ illustre
ing. Gruss e nipote di S. E. iì generale Gallieni, non
giudica il Kaiser come possiamo giudicarlo noi, uo-
mini, per poi disegnarlo da fanciulla, ma lo disegna
e lo condanna con la stessa sensibilità infantile. Una
giusto dire che Alberto Magri dipinge col materiale
tecnico e plastico degli artisti primitivi, e precisa-
mente con quello dei primitivi cristiani del primo
Rinascimento italiano. Cioè, come uno di quegli
artisti coscientissimi e sapientissimi che hanno la-
vorato in quell’epoca, che, per intenderci, chiamia-
mo ingenua e primitiva, ma che non lo era affatto.
Quindi, ogni primitivismo retrospettivo, ogni ar-
caicismo si condanna da sè. È un amore storico, in
fondo, e nuli’ altro.
Roberto Longhi, nel libro magnifico che ha
scritto sulla scultura futurista, dice che si può essere
arcaici e non arcaistici. Alberto Magri è più arcaistico
che arcaico. Ecco perchè può concepire come un uo-
mo gli elementi morali su cui si fonda la Casa in or-
dine e la Casa in disordine, e disegnare e dipingere
come un freschista senese o come un antico allumi-
natore eli libri sacri. C’ è della cultura. Troppa cul-
tura. Quando fa La vendemmia, La casa colonica, Il
bucato, che sono cose belle, gli elementi plastici che
adopera sono presi dagli antichi italiani : i cieli, i
prati costellati di ciuffi d’ erba simmetrici con fiorel-
lini in mezzo ; le colline chiuse in ondulazioni sinte-
tiche ; i paesetti stampati, nitidi, con sopra i loro
nomi, eoe. ecc. Sono tutte espressioni sapientissime
di una pittura antica sapientissima. L’ autrice delle
caricature di Guglielmo II che possiedo io, che è la
gentile Marcelle, di nove anni, figlia dell’ illustre
ing. Gruss e nipote di S. E. iì generale Gallieni, non
giudica il Kaiser come possiamo giudicarlo noi, uo-
mini, per poi disegnarlo da fanciulla, ma lo disegna
e lo condanna con la stessa sensibilità infantile. Una