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Canina, Luigi
L' antica Etruria marittima: compressa nella dizione pontificia descritta ed illustrata con i monumenti (Text 2) — Rom, 1849

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https://doi.org/10.11588/diglit.3948#0109
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109

PREFAZIONE

nell'enunciato settimo partimento si prende ad illustrare tutto ciò che può cono-
scersi di più importante sui volsiniensi. Quantunque questo popolo avesse la sua città
capitale alquanto distante dal mare nelle adiacenze del lago denominato perciò Volsi-
niense al di sopra del luogo ora occupato da Bolsena; pure le pertinenze, che ad esso
si possono appropriare, si stendevano alquanto verso la marina; pernii ben si conviene
che venga compresa nella regione dell'Etruria marittima a cui sono rivolte queste ri-
cerche. E le stesse pertinenze, trovandosi corrispondere nei confini dello stato Pontificio,
prescrivono eziandio il termine a questa medesima esposizione. In seguito delle molte
osservazioni, fatte nel primo partimento, non può mettersi dubbio veruno che lo stesso
popolo non sia stato uno dei principali dell'antica Etruria, e che la loro città di Volsi-
nio non sia stata una delle dodici capitali della tanto vantata lega dei popoli etruschi.
Quindi giustamente gli stessi volsiniensi si giudicarono dovere essere distintamente con-
siderati. Per simbolo nella loro rappresentanza, presso la vetusta confederazione etnisca,
avevano evidentemente la effigie della dea Nurzia particolarmente da loro venerata: ma
nell'importante monumento di Cere si rinvenne mancante la parte in cui doveva essere
effigiata la rappresentanza volsiniense, come fu dimostrato nella Parte I. Trovandosi abi-
tare una regione di ameno aspetto ed anche fertile, acquistarono essi maggiore repu-
tazione per dovizia e protezione alle arti, in modo tale che, conquistandosi dai romani
la loro città capitale, si dicevano essersi rinvenute più statue che in qualunque altro luo-
go dell'Etruria. Non però siffatta circostanza si è potuta sin'ora contestare con ritrovamenti
di nobili opere della vetusta arte etrusca, come avvenne nei luoghi abitati dagli altri po-
poli: ma ciò si deve evidentemente alle minori ricerche fatte nei luoghi in cui esiste-
vano le principali loro necropoli. Il particolare loro possedimento si doveva protrarre
dalle adiacenze orientali e settentrionale del lago Volsiniense, ove esisteva la città loro
capitale con il castello denominato Trossulo, posto a Montefalcone, sino verso Acqua-
pendente, ove giungevano le pertinenze dei chiusini che costituivano altro popolo prin-
cipale dell'Etruria. Ed evidentemente veniva compreso in tale loro territorio il luogo in
cui esiste la città di Orvieto, ove vuoisi da alcuni moderni scrittori riconoscere la po-
sizione della più vetusta città di Volsinio nonostante che tutte le più autorevoli memorie,
tramandate dagli antichi, facciano conoscere non essersi mai effettuato tale traslocamene.

Agli stessi volsiniensi dovevano essere in certo modo collegati nella ben nota con-
federazione dei dodici principali popoli dell'Etruria, primieramente i ferentinensi che ave-
vano soggiorno in Ferento, città posta verso il confine meridionale dell' anzidetto par-
ticolare territorio volsiniense, e che dovevano tenere le terre che si protraevano verso
il Tevere lungo il fiumicello Vezza che scorreva nel suo principio a lato della loro città,
ove nelle adiacenze di Bomarzo si rinvennero forse i più importanti oggetti di arte etru-
 
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