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Rossetti, Domenico
Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste — Venezia, 1823

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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0072
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INfel precedente abbozzo (87) d'una storia dell'arte del
secolo decimo ottavo non fu che superficialmente fatta menzio-
ne di Winckelmann, perciocché avevamo divisato di conside-
rare la sua influenza, il suo operare ed i suoi meriti nella scien-
za antiquaria estesamente e di proposito.

A questo fine sarà necessario, che primieramente ricer-
chiamo, quali opinioni ed idee sui monumenti conservati dell'ar-
te antica erano in corso avanti la comparsa di Winckelmann,
qual più felice indagatore in cotesta sfera; cioè a dire, avanti
che pubblicata fosse la sua Storia dell' arte; e che in secondo
luogo prendiamo a dimostrare in quali punti essenziali le sue
fatiche procacciarono od avviarono migliori cognizioni.

In Italia reputavansi intorno alla metà del secolo decorso
Goriv Passeri e Bracci^ i più egregi indagatori di antichità,
e celebre era singolarmente il primo. Tutti e tre eran uomini di
profonda dottrina, ma non così primeggiavano per cognizioni
d' arte e raffinamento di gusto; quindi esposti erano a prender
non pochi abbagli ne' loro giudizj sui monumenti che intende-
vano spiegare, sul confronto d' essi con altri, e sulle conclusio-
ni che ne traevano.
 
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