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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0314
ANNOTAZIONI
PER LA
EPISTOLA A GIOVANNI WINCKELMANN
(1) Le moltissime lettere familiari che di Winckelmann furono finora
pubblicate, e le molte che giacciono tuttora inedite, oltre a quelle non poche
che sono certamente andate smarrite, danno tutte convincentissima prova tan-
to della frequenza, quanto del cordiale tenore della sua epistolare conversazio-
ne. Quelle che di lui furono finora stampate in sei diverse raccolte, sono già
426. In forma di lettera scrisse e pubblicò egli un opuscolo sulle scoperte di
Ercolano, dedicato al conte di Briihl. Al consigliere Bianconi egli scrisse in-
torno alle scoperte medesime in forma di lettere. Ed in forma egualmente epi-
stolare volea egli scrivere una serie di trattati sulle belle-arti, il primo ed uni-
co de' quali è quello del Sentimento del Bello, diretto al cordialissimo a~
mico suo, il barone di Berg. Egli stesso, scrivendo a Berendis (nel dì primo
di luglio 1767 pag. i58) parla della sua epistolare corrispondenza come di
affare che lo teneva occupatissimo.
(2) Parrà forse a taluno non addirsi gran fatto all'oggetto e soggetto pre-
sente la forma epistolare, della quale mi valgo; e la disapproverà consideran-
dola troppo confidente, e convenevole-più a giocoso e satirico scopo, che
a seria od instruttiva pertrattazione. Nè io stesso, ingenuamente parlando,
saprei dissentirvi del tutto, se parecchie e per me convincenti ragioni non mi
avessero persuaso doversi nel caso mio questa ad ogni altra spezie di prosa as-
solutamente preferire. La troppa varietà, anzi disparità delle cose, la forma della
loro esposizione, la tenuità loro talvolta, la talora necessaria loquacità, la bra-
ma di sfuggire ogni apparenza di panegirista, l'incapacità di sostenervi l'ora-
toria gravità, l'opportunità di spiegare alcune mie idee, che altramente vi ca-
drebbero forse inopportune, e la speranza finalmente di riescire più piacevole
PER LA
EPISTOLA A GIOVANNI WINCKELMANN
(1) Le moltissime lettere familiari che di Winckelmann furono finora
pubblicate, e le molte che giacciono tuttora inedite, oltre a quelle non poche
che sono certamente andate smarrite, danno tutte convincentissima prova tan-
to della frequenza, quanto del cordiale tenore della sua epistolare conversazio-
ne. Quelle che di lui furono finora stampate in sei diverse raccolte, sono già
426. In forma di lettera scrisse e pubblicò egli un opuscolo sulle scoperte di
Ercolano, dedicato al conte di Briihl. Al consigliere Bianconi egli scrisse in-
torno alle scoperte medesime in forma di lettere. Ed in forma egualmente epi-
stolare volea egli scrivere una serie di trattati sulle belle-arti, il primo ed uni-
co de' quali è quello del Sentimento del Bello, diretto al cordialissimo a~
mico suo, il barone di Berg. Egli stesso, scrivendo a Berendis (nel dì primo
di luglio 1767 pag. i58) parla della sua epistolare corrispondenza come di
affare che lo teneva occupatissimo.
(2) Parrà forse a taluno non addirsi gran fatto all'oggetto e soggetto pre-
sente la forma epistolare, della quale mi valgo; e la disapproverà consideran-
dola troppo confidente, e convenevole-più a giocoso e satirico scopo, che
a seria od instruttiva pertrattazione. Nè io stesso, ingenuamente parlando,
saprei dissentirvi del tutto, se parecchie e per me convincenti ragioni non mi
avessero persuaso doversi nel caso mio questa ad ogni altra spezie di prosa as-
solutamente preferire. La troppa varietà, anzi disparità delle cose, la forma della
loro esposizione, la tenuità loro talvolta, la talora necessaria loquacità, la bra-
ma di sfuggire ogni apparenza di panegirista, l'incapacità di sostenervi l'ora-
toria gravità, l'opportunità di spiegare alcune mie idee, che altramente vi ca-
drebbero forse inopportune, e la speranza finalmente di riescire più piacevole