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Rossetti, Domenico
Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste — Venezia, 1823

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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0100
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Abbiamo tutte le ragioni ài ricelebrare ài quan-
do a quando la memoria ài quegli uomini, V'ingegno
àé quali ci preparò delle inesauribili instituzioni, e
ài offerire loro ài buon animo àei sacrìfizj.

(Goti)e nella Pref. al Winckclmann
ed il suo secolo pag. xvi. )

Se vi fu alcuno al mondo che sia stato dominato dal desti-
no, Winckelmann lo fu più d'ogni altro palesemente, e con ve-
ro dispotismo negli ultimi giorni della sua vita. Una serie di av-
venimenti insignificanti, e nel tempo stesso inesplicabili, tutti
però tendenti ad uno sviluppo inaspettato ed infelice, non si vi-
de che assai di rado nella storia d'un uomo. Winckelmann, no-
bile, attivo e perspicace ingegno, percorsa con lunga perseve-
ranza una nuova, gloriosa ed ingrata carriera, era finalmente
pervenuto a sì felice condizione che lo poneva in istato d'atten-
dere con agio ed amore in Roma, novella sua patria, al compi-
mento de' suoi vasti e profondi divisamenti in materia di lettere
ed arti. Spinto da un' incognita interna forza, che comanda al-
la volontà ed alle inclinazioni, dovette intraprendere un viaggio
che già da lungo tempo, sebbene debolmente, aveva desiderato,
e perciò a lungo senza violenza differito; il qual viaggio non a-
veva veruno scopo propriamente necessario od essenzialmente
vantaggioso. La stessa smania naturale ed assai comune di ri-
veder la patria e gli amici non ve lo determinò internamente,
 
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