DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0101
76
quantunque egli se ne sarà valuto come esterno motivo: egli in
somma si sentì spinto a fare il viaggio di Germania, e eli Roma
si partì. La Sassonia doveva essere il termine, e la Prussia il car-
dine del suo viaggio. Ma non ebbe sì tosto calcato il suolo ger-
manico e respirata quell'aria confortante, che già dovea recar-
gli noja l'architettura alemanna, ed i suoi tetti acuti; la qual
noja crebbe a misura che avanzava nel cammino, ed alla fme si
trasformò in una tetra malinconia. A Monaco ed a Vienna, in-
vece di guarire dalla sua nostalgia, ne fu attaccato di bel nuovo
con tanta forza, che l'amicizia, i motivi più ragionevoli e lo stes-
so desiderio della patria non valsero punto sopra di lui. Pareva
che fosse spaventato da un inesplicabile presentimento, e voles-
se, per involarsi ad un lontano sconosciuto pericolo, trovar sal-
vezza e riposo nella cara sua Roma. Tuttavia egli non era tam-
poco conscio a se medesimo di tal presentimento, di tale desi-
derio, ne lo manifestò in modo veruno; senonchè una forte in-
quietudine, un cupo stimolo lo ritraevano indietro, ed egli ritor-
nò in fatto colla rapidità del lampo. Ma per qual via? Per quel-
la appunto che nella situazione del suo animo, ed al suo genio
pelle arti era la più spiacevole, la meno opportuna, e neppur
la più breve. Passò egli a Trieste divisando di rendersi quinci
per mare a Venezia, poi in Ancona e per ultimo nella desidera-
ta sua Roma. Colla rapidità del lampo, dicevasi, tornò indietro,
ma per giungere colà soltanto ove impedimenti non meno in-
soliti che di per se insignificanti s' opposero alla sollecitudine
della sua corsa, e la incepparono! Un'inaspettata, inconcepibile
e contradditoria indolenza venne a tener luogo della fretta, ma
non durò più oltre che quanto fu necessario per trascinare la
perdita di Winckelmann.
Orribile a dirsi, ma fatalmente troppo vero ! Quell' inde-
terminato stimolo secreto che risospinse Wmckelmann in Italia
quantunque egli se ne sarà valuto come esterno motivo: egli in
somma si sentì spinto a fare il viaggio di Germania, e eli Roma
si partì. La Sassonia doveva essere il termine, e la Prussia il car-
dine del suo viaggio. Ma non ebbe sì tosto calcato il suolo ger-
manico e respirata quell'aria confortante, che già dovea recar-
gli noja l'architettura alemanna, ed i suoi tetti acuti; la qual
noja crebbe a misura che avanzava nel cammino, ed alla fme si
trasformò in una tetra malinconia. A Monaco ed a Vienna, in-
vece di guarire dalla sua nostalgia, ne fu attaccato di bel nuovo
con tanta forza, che l'amicizia, i motivi più ragionevoli e lo stes-
so desiderio della patria non valsero punto sopra di lui. Pareva
che fosse spaventato da un inesplicabile presentimento, e voles-
se, per involarsi ad un lontano sconosciuto pericolo, trovar sal-
vezza e riposo nella cara sua Roma. Tuttavia egli non era tam-
poco conscio a se medesimo di tal presentimento, di tale desi-
derio, ne lo manifestò in modo veruno; senonchè una forte in-
quietudine, un cupo stimolo lo ritraevano indietro, ed egli ritor-
nò in fatto colla rapidità del lampo. Ma per qual via? Per quel-
la appunto che nella situazione del suo animo, ed al suo genio
pelle arti era la più spiacevole, la meno opportuna, e neppur
la più breve. Passò egli a Trieste divisando di rendersi quinci
per mare a Venezia, poi in Ancona e per ultimo nella desidera-
ta sua Roma. Colla rapidità del lampo, dicevasi, tornò indietro,
ma per giungere colà soltanto ove impedimenti non meno in-
soliti che di per se insignificanti s' opposero alla sollecitudine
della sua corsa, e la incepparono! Un'inaspettata, inconcepibile
e contradditoria indolenza venne a tener luogo della fretta, ma
non durò più oltre che quanto fu necessario per trascinare la
perdita di Winckelmann.
Orribile a dirsi, ma fatalmente troppo vero ! Quell' inde-
terminato stimolo secreto che risospinse Wmckelmann in Italia