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Rossetti, Domenico
Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste — Venezia, 1823

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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0148
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ALLEGATO IV.

Trieste li io giugno 1768.

Il cadavere, il quale si trovava nella osteria grande di questa città nella
camera segnata n. 10 per ordine di questa 111 ma Curia Criminale fu da noi
infrascritti esaminato, e nel di lui abito esterno furono ritrovate sette feri-
te; la prima tra il dito pollice ed indice della mano sinistra; la seconda nel
secondo intermedio del quarto dito della mano destra; la terza nella mammel-
la sinistra, le due prime per il loro sito e la terza perchè penetrante poco più
degli esterni integumenti furono giudicate leggiere ; la quarta nella mammella
destra d' onde tra la seconda e terza costa penetrando nella cavità del tora-
ce, passando con una ferita larga un pollice e mezzo il polmone da quel lato,
nel luogo ove esso era concreto con la pleura alla profondità di un pollice,
impedendo essa concrezione 1' effusione del sangue nella cavità d'esso tubo,
questa ferita fu giudicata mortale, ma non assolutamente mortale, ne cagio-
ne d'una morte così celere; la quinta entro l'estremità inferiore dell' osso sa-
cro, penetrante per la sostanza dell'osso nel concavo delle due lamine del me-
diastino per il tratto d'un pollice senza che alcuna lamina fosse trapassata,
questa ferita pure fu giudicata mortale, ma non cagione d' una morte cosi
celere; la sesta tra la prima e seconda costa spuria del lato destro passava tra
li integumenti sino all'interstizio della sesta e settima costa vera, entrava nel-
la cavità del torace, ove, o perchè l'uomo fosse anteriormente inclinato, o il
diafragma elevato, trovossi esso diafragma trapassato una ferita larga due
pollici e mezzo ; la settima tra la seconda e terza costa spuria del lato sinistro
passava tra li integumenti sino all' interstizio della sesta e settima costa vera,
ove con larga ferita entrava nella cavità del torace, e per le ragioni addotte
nella ferita sesta trapassava con ferita larga tre pollici il diafragma, per la
qual apertura entrava circa la terza parte del ventricolo anche esso da tale feri-
ta penetrato sino nella sua cavità: in questo lato del torace si trovarono circa
cinque libbre di sangue, essendosene ritrovato circa altrettanto neh1' abdome.
Queste due ferite per la grande ed inevitabile emorragia, per l'impossibilità del-
la respirazione, per la lesione del ventricolo e di lui impeto nelle cavità del
torace, 1' abbiamo giudicate assolutamente mortali, e principal cagione della
morte, che seguì poche ore da che furono inserite.

Domenico Gobbi Medico Fisico.
Antonio Civrani Medico Fisico.
Antonio Albrizzi Chirurgo pr.
 
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