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CAPITOLO TERZO.
Dedica di guest' Ara.
la Speranza che noi ravvisiamo in quest'ara unita
ad Ercole sole ed a Giunone luna, con indizi della For-
tuna in entrambi, si trova in altre are accompagnata da
una Dea eh' è parimente la Fortuna '. L' oggetto di tale
accozzamento è geroglificamente, a parer mio, chiaro e par-
lante: chi pregava gli Dei mentre ardeva il candelabro di
queste are, sperava di aver da loro la domandata fortuna,
giacché le preghiere del gentilesimo ordinariamente ten-
devano a tale oggetto; anzi tra i Romani, e probabilmente tra
gli Etruschi loro maestri, era la Fortuna sopra ogni altra dei-
tà venerata, o fra tutte quella sola invocata dalla maggior
parte degli uomini a. Ella si vede intatti in varie imma-
gini trovate in Italia con la luna crescente e la stella, che
gli Ercolanesi tengono essere il sole, intendendo con que-
sto simboleggiata la Fortuna che domina su tutte le cose
dell' universo. Non mancò tra essi chi riferisse ciò al domi-
nio degli astri sulle cose umane 3, secondo il parere degli
astrologi, che rapportavano la Fortuna all'influsso de'cor-
pi celesti, e specialmente alla luna chiamata la Fortuna *,
la quale altro non era in fine che la dominatrice delle
1 Mus. Chiaramonti, tav. xx. o sia i de' Bronzi, B. ril., n. 1 11 ,
a Plin., Hist. Nat, lib. n, cap. p. aò'3.
Vii, Op., Tom. i, p. 72 . 4 Selden., de Diis Syriis, Syn-
3 Antichità d'Ercolano, Tom. v, tagm. 1, cap. i, p. 12, i3.
CAPITOLO TERZO.
Dedica di guest' Ara.
la Speranza che noi ravvisiamo in quest'ara unita
ad Ercole sole ed a Giunone luna, con indizi della For-
tuna in entrambi, si trova in altre are accompagnata da
una Dea eh' è parimente la Fortuna '. L' oggetto di tale
accozzamento è geroglificamente, a parer mio, chiaro e par-
lante: chi pregava gli Dei mentre ardeva il candelabro di
queste are, sperava di aver da loro la domandata fortuna,
giacché le preghiere del gentilesimo ordinariamente ten-
devano a tale oggetto; anzi tra i Romani, e probabilmente tra
gli Etruschi loro maestri, era la Fortuna sopra ogni altra dei-
tà venerata, o fra tutte quella sola invocata dalla maggior
parte degli uomini a. Ella si vede intatti in varie imma-
gini trovate in Italia con la luna crescente e la stella, che
gli Ercolanesi tengono essere il sole, intendendo con que-
sto simboleggiata la Fortuna che domina su tutte le cose
dell' universo. Non mancò tra essi chi riferisse ciò al domi-
nio degli astri sulle cose umane 3, secondo il parere degli
astrologi, che rapportavano la Fortuna all'influsso de'cor-
pi celesti, e specialmente alla luna chiamata la Fortuna *,
la quale altro non era in fine che la dominatrice delle
1 Mus. Chiaramonti, tav. xx. o sia i de' Bronzi, B. ril., n. 1 11 ,
a Plin., Hist. Nat, lib. n, cap. p. aò'3.
Vii, Op., Tom. i, p. 72 . 4 Selden., de Diis Syriis, Syn-
3 Antichità d'Ercolano, Tom. v, tagm. 1, cap. i, p. 12, i3.