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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 1) — [S.l.], 1831

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https://doi.org/10.11588/diglit.3664#0265
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SI-

TAVO L A LXXXI.

Il eh. Iorio, erudito scrittore napoletano, ascrisse
quest' antica pittura tra quelle de' vasi esistenti nel
R, museo Borbonico ", rilevando tra i suoi pregi la
rarità d'essere scritta con lettere rosse, poiché il pitto-
re lasciò scoperta la loro forma, ond'esse vedonsi rosse
nel fondo nero, senza che sia stato necessario di soprap-
porvi il color bianco, o inciderle, come era più usu-
ale: cosa che non avvertii neli' incidere il rame,
della quale innavvertenza domando scusa, e supplisco
mediante quest' annotazione.

Il Canonico Iorio nota la varietà che lai favola,
come altre molte, subì per le mani de' pittori, egual-
mente che per gli scritti di quegli antichi uomini, i
quali ce ne tramandarono la narrazione.

Qui secondo il prelodato Iorio, si vede Licurgo
re di Tracia che essendosi sdegnato contro l'abuso
dei vino, come scrissero alcuni, fece recidere tutte le
viti ne' suoi dominii; e fu detto perciò persecutore dei
ministri di Bacco, oppure delle Baccanti. In questo
vaso il giovane spaventato all' aspetto della scure ,
che Licurgo alza con ambe le mani per atterrarlo ,
crede P interpetre rappresentato il figlio di Licurgo,
che nel furore del padre ne ricevette la morte.

Opporrei a tale opinione l'indizio di vestiario bar-

i Iorio R. Museo Borbonico-Galleria <le' Vasi. p. 78. nuca. 76.
 
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