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man e<z/?J s'alzano e propongono che il duello si af-
fidi alla sorte die oppone Aiace ad Ettore (v. 190).
Aiace dunque ( v.206 ) armato si avanza contro
Ettore ( v. 225 ), e fatta prima una breve confe-
renza tra loro ( v. a43 ) combattono ( v. 272 ),
finche sopraggiunge la notte, che fa desistere dalla
pugna quei due campioni dell' armata greca e
troiana. Essi dannosi dei vicendevoli donathi% e
partono ( v. 3i 2 ) ponendo fine in tal guisa ai fat-
ti d' arme del primo giorno, mentre passan tre
giorni da questo all' altro combattimento che nar-
ra il poeta.
Ricevuti a convito da Agamennone i condottie-
ri , mentre ragionano tra loro , interloquisce Ne-
store, a rammentare che diasi la conveniente se-
poltura agli uccisi y e si fortifichino gli accam-
pamenti ( v. 344 )* tn questo medesimo intervallo
1 tempo, 1 A roiani ancora si trovano insieme a
colloquio 9 dove Antenore propone che rendasi
Elenat e le ricchezze con essa rapite, per esimer-
si da uno spergiuro ( v. 354 ) . Paride approva
che siano restituite le ricchezze anche aumentate
con altre, ma non consente di render Elena a
Menelao ( v. 364 )• M dì seguente Ideo bandito-
re notifica ai Greci queste determinazioni , e
domanda una tregua per seppellire gli uccisi ( v.
397 ). Fi si oppone Diomede per parte dei
Greci, onde Ideo ritorna senz avere ottenuto
V assenso riguardo ad E lena, ma erasi ade-
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