145 LIBRO S
lor battaglia, e tanto numero ne tagliò a
pezzi, che appena la metà ne rimase. Tan-
P^.to si legge nell’ Epitome di Sello Vittore.
Aggiunge/] in alcuni codici, che il fatto d’
d>micans armi seguisfe alla jelva Ltigana', col qual I
^c- nome un tratto di paese si chiama ancora
di là da Peschiera, e benché al presente
tutto sia coltivato, selva diceasi ancora a '
isp.Vaf. tempo del Petrarca,come si vede nelle sue
lettere . Il nome di Lugana fece prender’
Mem. equivoco a chi publicò le Iscrizioni Brescia-
BreV ne, per lo che molte ricerche sono poi sia-
te fatte in damo tra Rivoltela, e Peschie-
ra, per una lapida, che non quivi, ma fu
già in Lucania > cioè nella Basilicata in Re-
Sic. Am. gno di Napoli, come nella raccolta del
Gualterio si può vedere.
D’un’insigne Famiglia venuta ad acca- ,
sarli nel Veronese, e d’intorno al Iago fece
memoria Vopisco; e furono i poderi dell’
in Proh. Imperador Probo per sue virtù tanto ceie-
circa braco. Volendo e/si fuggire l’invidia, ?'i
tumulti di Roma, scelsero quella dchziosa
cum <&c. parte per fisfarvi l’abitazion loro, e de’di-
scendenti. A colloro seppero gli Auspici
promettere sommi onori, perchè una saet-
ta avea satto cambiar colore alle vedi in un
ritratto di Probo, ch’era nel Veronese.
Imperando Caro, succe/sor di Probo ,
cose dovettero avvenire nella Venezia,che
obligarono a mandarvi un Correttore, Ma-
gistrato, che allora nelle regioni dell’Italia
per motivi particolari, e secondo le occa-
sioni spedivasi: il nome suo fu Giuliano.
Venne in tal tempo a morte Caro, vitto-
rioso de i Perù predò Ctesifònte; il che in-
telò dal Correttor nodro con la fòrza, che
la sua dignità , e l’ammini (frazione di que-
lli paesi gli predava, si fece gridar’ Impe-
ratore. L’aver lui avuta contraria sorte in
un combattimento Io fa pasiàr fra i Tiran- .
ni. Dice Aurelio Vittore, eh’ efer citando
Giuliano ne'Vteneti la Correte ur a, e defideran-
avens eri- do , intera la morte di Cavo , di carpir /’ Im~ i
pere . i. peFio, al nimico, che r apprettava fi fece im
aì' ? cantra-, cioè a Carino venuto per l’illirico
in Italia. Abbiamo nell’ Epitome del gio-
vane Vittore, come la battaglia, e l’ucci-
sione di Sabino Giuliano ( così egli il chia-
ma) che avea invaso 1’ Imperio , seguì nei
in campir campi Verone fi-, con che vien’ indicatala no-
Veraìietlfi- ssra aperta Cafnpagna: tanto ripete anche
l’Istoria Miscella. Ma assai più ci rannodi
costui saper le Medaglie, che in oro, in ar-
gento , e in metallo di lui si trovano, e
nelle quali chiamati Marco Aurelio Giuliano
Pio Felice Augufio : perchè veggonsi ne’ ri-
verii non (blamente la Libertà Publica, e la
Felicità de' tempi, ma la Vittoria d' Augu-
fto, e le P armonie d' Augiifw, cioè superiore,
Ver. Jlluftr. Parte L
E T T I M O.
146
e inferiore; donde s’impara, com’ ebbe pros-
perità in qualche combattimento; e il veder
eh’ ebbe a sua divozione la Pannonia confi-
nante con la Venezia, rende probabile,che
a lui debbansi veramente riferir le Medaglie,
enona quel Giuliano, che in tempo di Dio-
cleziano volle altresì farti Imperatore.
L’ anonimo Panegerista di Costantino in
riguardo alla costui uccisione chiamò Vero- ^-.8- fi
na macchiata dì /angue civile-, donde appari-
see, eh’ ei non lo considerò per Tiranno, ta Verona.
nè d’infausta memoria. E osscrvabile,che
le sue monete non sono di cattiva , e bar-
bara maniera, come quelle de’Tiranni, ma
di buon lavoro, e niente inferiori alle Im-
peratorie migliori di que’tempi. Da costui
è credibile riportasse il nome quel Foro di
Giuliano, che abbiam toccato altrove es-
sere slato ne’nostri monti.
Esfendo Imperadori Diocleziano, eMasi Com.de
sìmiano, due legai legnate del lor nome, fd'A F
troviam nel codice di Giustiniano che fu- devi.pu.
ron date in Verona. E/ser Masiìmiano sta- 4
toin quella Città più voi te, indicano anche
1 Panegeristi, dove toccano l’espedizionisue
nella Rezia, e nella Germania alla Rezia
prossìma. Il verno del 290, 0291 fu pas-
suto dall’ un e l’altro Imperatore in Mila-
no la maggior parte, venuto un dalla Gal-
lia, un dalla Pannonia. Per la srequenza
del transito, e del soggiorno in que’ tempi
degl’ Imperadori, Palazzo a loi destinato
era in Milano, ed in Aquileia, di che ne-
gli antichi Panegirici si fa menzione: è as-
sai credibile, che per l’istetsa ragione anche
in Verona pur sossè.
L’ anno 292 furon dagl’ Imperadori fat-
ti Cesari Costanzo Cloro, e Galerio Malli-
miano. Quest’ultimo nell’anno 304. prima
di portarti in Nicomedia a persuader Dio- creavit.
cleziano di ceder 1’ Imperio, per preparar-
vi l’animo di Masiìmiano il vecchio, ven-
ne a Milano. Nel passar per Verona, ordi-
nò ches] ergesiè una Porta, qual nella fret-
ta , con cui abbiam veduto eran.si poco avanti
fabricate le mura, odovea essersi tralascia-
K ta,
lor battaglia, e tanto numero ne tagliò a
pezzi, che appena la metà ne rimase. Tan-
P^.to si legge nell’ Epitome di Sello Vittore.
Aggiunge/] in alcuni codici, che il fatto d’
d>micans armi seguisfe alla jelva Ltigana', col qual I
^c- nome un tratto di paese si chiama ancora
di là da Peschiera, e benché al presente
tutto sia coltivato, selva diceasi ancora a '
isp.Vaf. tempo del Petrarca,come si vede nelle sue
lettere . Il nome di Lugana fece prender’
Mem. equivoco a chi publicò le Iscrizioni Brescia-
BreV ne, per lo che molte ricerche sono poi sia-
te fatte in damo tra Rivoltela, e Peschie-
ra, per una lapida, che non quivi, ma fu
già in Lucania > cioè nella Basilicata in Re-
Sic. Am. gno di Napoli, come nella raccolta del
Gualterio si può vedere.
D’un’insigne Famiglia venuta ad acca- ,
sarli nel Veronese, e d’intorno al Iago fece
memoria Vopisco; e furono i poderi dell’
in Proh. Imperador Probo per sue virtù tanto ceie-
circa braco. Volendo e/si fuggire l’invidia, ?'i
tumulti di Roma, scelsero quella dchziosa
cum <&c. parte per fisfarvi l’abitazion loro, e de’di-
scendenti. A colloro seppero gli Auspici
promettere sommi onori, perchè una saet-
ta avea satto cambiar colore alle vedi in un
ritratto di Probo, ch’era nel Veronese.
Imperando Caro, succe/sor di Probo ,
cose dovettero avvenire nella Venezia,che
obligarono a mandarvi un Correttore, Ma-
gistrato, che allora nelle regioni dell’Italia
per motivi particolari, e secondo le occa-
sioni spedivasi: il nome suo fu Giuliano.
Venne in tal tempo a morte Caro, vitto-
rioso de i Perù predò Ctesifònte; il che in-
telò dal Correttor nodro con la fòrza, che
la sua dignità , e l’ammini (frazione di que-
lli paesi gli predava, si fece gridar’ Impe-
ratore. L’aver lui avuta contraria sorte in
un combattimento Io fa pasiàr fra i Tiran- .
ni. Dice Aurelio Vittore, eh’ efer citando
Giuliano ne'Vteneti la Correte ur a, e defideran-
avens eri- do , intera la morte di Cavo , di carpir /’ Im~ i
pere . i. peFio, al nimico, che r apprettava fi fece im
aì' ? cantra-, cioè a Carino venuto per l’illirico
in Italia. Abbiamo nell’ Epitome del gio-
vane Vittore, come la battaglia, e l’ucci-
sione di Sabino Giuliano ( così egli il chia-
ma) che avea invaso 1’ Imperio , seguì nei
in campir campi Verone fi-, con che vien’ indicatala no-
Veraìietlfi- ssra aperta Cafnpagna: tanto ripete anche
l’Istoria Miscella. Ma assai più ci rannodi
costui saper le Medaglie, che in oro, in ar-
gento , e in metallo di lui si trovano, e
nelle quali chiamati Marco Aurelio Giuliano
Pio Felice Augufio : perchè veggonsi ne’ ri-
verii non (blamente la Libertà Publica, e la
Felicità de' tempi, ma la Vittoria d' Augu-
fto, e le P armonie d' Augiifw, cioè superiore,
Ver. Jlluftr. Parte L
E T T I M O.
146
e inferiore; donde s’impara, com’ ebbe pros-
perità in qualche combattimento; e il veder
eh’ ebbe a sua divozione la Pannonia confi-
nante con la Venezia, rende probabile,che
a lui debbansi veramente riferir le Medaglie,
enona quel Giuliano, che in tempo di Dio-
cleziano volle altresì farti Imperatore.
L’ anonimo Panegerista di Costantino in
riguardo alla costui uccisione chiamò Vero- ^-.8- fi
na macchiata dì /angue civile-, donde appari-
see, eh’ ei non lo considerò per Tiranno, ta Verona.
nè d’infausta memoria. E osscrvabile,che
le sue monete non sono di cattiva , e bar-
bara maniera, come quelle de’Tiranni, ma
di buon lavoro, e niente inferiori alle Im-
peratorie migliori di que’tempi. Da costui
è credibile riportasse il nome quel Foro di
Giuliano, che abbiam toccato altrove es-
sere slato ne’nostri monti.
Esfendo Imperadori Diocleziano, eMasi Com.de
sìmiano, due legai legnate del lor nome, fd'A F
troviam nel codice di Giustiniano che fu- devi.pu.
ron date in Verona. E/ser Masiìmiano sta- 4
toin quella Città più voi te, indicano anche
1 Panegeristi, dove toccano l’espedizionisue
nella Rezia, e nella Germania alla Rezia
prossìma. Il verno del 290, 0291 fu pas-
suto dall’ un e l’altro Imperatore in Mila-
no la maggior parte, venuto un dalla Gal-
lia, un dalla Pannonia. Per la srequenza
del transito, e del soggiorno in que’ tempi
degl’ Imperadori, Palazzo a loi destinato
era in Milano, ed in Aquileia, di che ne-
gli antichi Panegirici si fa menzione: è as-
sai credibile, che per l’istetsa ragione anche
in Verona pur sossè.
L’ anno 292 furon dagl’ Imperadori fat-
ti Cesari Costanzo Cloro, e Galerio Malli-
miano. Quest’ultimo nell’anno 304. prima
di portarti in Nicomedia a persuader Dio- creavit.
cleziano di ceder 1’ Imperio, per preparar-
vi l’animo di Masiìmiano il vecchio, ven-
ne a Milano. Nel passar per Verona, ordi-
nò ches] ergesiè una Porta, qual nella fret-
ta , con cui abbiam veduto eran.si poco avanti
fabricate le mura, odovea essersi tralascia-
K ta,