per omnem
Jtaliam
Judicer
&c.
153 L I B R O S
con p Italia tutta, e con le provincie tale
indulgenza avrebbe potuto tisare per aver
presa Verona, ma solamente dopo aver vin-
to Massènzio, e conseguita Roma, Or sic-
come l’uso d’imporre, e di regolar le Indi-
zioni di quindici in quindici anni, che può
raccoglierli avesse parimente allora princi-
pio, si rese poi /labile, e comune in ogni
parte non solamente dell’ Italia, ma dell’ Im-
perio, così venne quinci a desumerlì una
nota cronologica universale, che nel fatto di
Verona ha radice.
Siamo già entrati in quel secolo, nel qua-
le il favellar degli Scrittori o/servando, e
de’ monumenti , del tutto cambiata ci si
scuopre la fàccia dell’ Imperio Romano ;
trasformato il governo, impiccolite, e pe-
rò moltiplicate le provincie, mutati i no-
mi, variato l’ordine, e il modo, in Italia
singolarmente. Riuscirono all’ Italia quelle
novità sommamente ingiuriose , e pregiu-
diziali ; conciosiachè venne sinalmente allo-
ra a ridurli anch’essa in condizion di Pro-
vincia, divisa in diciasette parti, e manda-
to a ciaseheduna il Governatore, con no-
me di Consolare, o di Correttore , o di
Preside. Quinci è che la provincia del Pice-
no, la provincia di Toscana, e così dell’altre
regioni tutte, ne’ Scrittori, e ne’ monumenti
del quarto secolo spesso s’incontrano . Tal
nuovo liltemaci viene unicamente rappresen-
tato nel prezioso documento intitolato Notì-
zia delle dignità dell' Imperio . Ricavali da que-
llo, come da più Provincie, amminillrate o-
gnunadal suo Rettore,si formaronDiocesi.
Alle Diocesi /oprastavan Vicari, ed i Vi-
cari erano immediatamente subordinati ad
uno de’ Prefètti del Pretorio. Quelli Pre-
fetti, tra quali si ripartiva la suprema cu-
ra di tutto 1’ Imperio, fu^ quattro ; e 1’
un di essi ebbe sotto di se l’Italia, e I’ A-
frica. L’Italia fu divisa in due Diocesi, 1’
una detta di Roma da dieci Provincie com-
polla, l’altra detta d’Italia, checompren-
dea 1’ altre sette • 1’ una e 1’ altra col suo
Vicario. Alla Dioceli d’Italia redo ade-
guata la Venezia nostra. Ma siccome nell’
accennato libro della Notizia, che dal Pan-
cirolo suo primo e dottisfimo illuftratore
fu giudicato de’ tempi di Teodolio il giova-
ne, nulla lì ha di quando tal’ordine di go-
verno, e spezialmente in Italia fosfe intro-
dotto , retta ora quello, facendoci prima
alquanto indietro, da investigare.
Novità in Italia, come da Sparziano s’
impara, cominciò già a introdurre Adria-
no, quando costituì quattro Consolari Giu-
dici per l’Italia tutta. Credibil cosa è, eh’
ei volesiè sollevare i popoli delle lontane
parti dal dillurbo, che recar dovea il pas-
E T T I M O.
i54
sare a Roma per alcune cause più gravi,
e per alcune appellazioni. Fu in tal carica
sotto di lui Antonino, che poi glisuccedet-
te nell’imperio. Ma quello non fu /labile
provedimento , vedendoli in Capitolino,
come dismessò, .Marc’ Aurelio volle in par-
te rimetterlo, non deputando però uomi-
ni Consolari, ma persone di minor riguar-
do con nome di Giuridici , Cosloro avean
limitata giurisdizione, poiché notasi di uno,
come cosa /ingoiare in una lapida , che fu
Giuridico d'ogni fiamma; tanto meno però è
da credere, avellerò autorità nel crimina-
le , onde s’acco/la/sero alla figura di Presi-
di. Di Quinziano Giurìdico per la Puglia do-
biam nel Museo grandissìmo piedestallo ,
che giacea prima in un villaggio a tre mi-
glia da Treviso, e gli fu dedicato da alcu-
ni servi suoi. Collui fu de’ tempi di Com-
modo, come in altra simile Iscrizione si ri-
conosce; era slato Proconfiole della provìncia
Sardegna, perchè la Sardegna non era al-
lora Italia > ma Provincia , Un Giuridi-
co per l’Emilia, e per la Liguria ci diede
il Fabretti. Quelli Giuridici furono aboli-
ti sotto Macrino, perchè volean prenderli
maggior’ autorità della conferita loro da
Marc’Aurelio. Tanto si ricava da un palio
de’ Frammenti di Dione , che pare a noi
doverli render così ; i Giuridici, che amminì-
firavanl' Italia, ebbero sine, giudicando fiopra
il prescritto da Marco. Si tornò però all’or-
dine , che avanti Adriano correa . Mala-
mente ridotta da lui 1’ Italia in provincia,
e continuata in tal condizione, hanno /li-
mato molti, non meno per la deputazione
de’ sudetti Giudici,che per aver detto Vit-
tore , come gli Usigj publici, e Palatini, e
non meno i militari continuavano fino a suo
tempo nella forma per Adriano islituita ,
mutatine solamente alcuni da Coslantino.
E poiché la materia del governo de’Roma-
ni non è per anco /lata per verità ben pre-
sa nè pur da i maggiori Eroi, fino il Car-
dinal Noris ditte , avere Adriano alle pro-
vile dell' Italia, quattro Proconsoli imposii ,
in luogo de' quali siuccedetter poficìa i Prefidi,
e i Correttori. Proconsoli chiamogli disav-
vedutamente Appiano in Greco nel passo
altrove da noi /piegato, dal consetto del
quale chiaramente risulta, eh’ ei volle dir
Consolari : dice però quivi Appiano, come
tal’ordine dopo Adriano si tralasciò, onde
non a què’quattro Giudici successero li di-
ciasette Presidi, che si veggono dopo Co-
ttantino. Non aver Vittore per Ufizj publi-
ci, e per dignità Palatine, e militari inte-
so mai della distribuzione delle Provincie,
nè de’ Presidi loro, è tanto patente, che
niente più, così per le sue parole, come per
la.
Gmt.
1090. IJ.
v. Insc.
XXXLX
Gr. 45.9,
Tnp. pag.
411.
DO.
Letincl.
p. 898.
A/zcuoi'o-
Utl •! Tlì»
Epit. ir»
Adr. Offi-
cia publi-
ca,et Pa-
latina CTa
Ceri. Pis.
CÌV. ì. ».
Jtaliam
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con p Italia tutta, e con le provincie tale
indulgenza avrebbe potuto tisare per aver
presa Verona, ma solamente dopo aver vin-
to Massènzio, e conseguita Roma, Or sic-
come l’uso d’imporre, e di regolar le Indi-
zioni di quindici in quindici anni, che può
raccoglierli avesse parimente allora princi-
pio, si rese poi /labile, e comune in ogni
parte non solamente dell’ Italia, ma dell’ Im-
perio, così venne quinci a desumerlì una
nota cronologica universale, che nel fatto di
Verona ha radice.
Siamo già entrati in quel secolo, nel qua-
le il favellar degli Scrittori o/servando, e
de’ monumenti , del tutto cambiata ci si
scuopre la fàccia dell’ Imperio Romano ;
trasformato il governo, impiccolite, e pe-
rò moltiplicate le provincie, mutati i no-
mi, variato l’ordine, e il modo, in Italia
singolarmente. Riuscirono all’ Italia quelle
novità sommamente ingiuriose , e pregiu-
diziali ; conciosiachè venne sinalmente allo-
ra a ridurli anch’essa in condizion di Pro-
vincia, divisa in diciasette parti, e manda-
to a ciaseheduna il Governatore, con no-
me di Consolare, o di Correttore , o di
Preside. Quinci è che la provincia del Pice-
no, la provincia di Toscana, e così dell’altre
regioni tutte, ne’ Scrittori, e ne’ monumenti
del quarto secolo spesso s’incontrano . Tal
nuovo liltemaci viene unicamente rappresen-
tato nel prezioso documento intitolato Notì-
zia delle dignità dell' Imperio . Ricavali da que-
llo, come da più Provincie, amminillrate o-
gnunadal suo Rettore,si formaronDiocesi.
Alle Diocesi /oprastavan Vicari, ed i Vi-
cari erano immediatamente subordinati ad
uno de’ Prefètti del Pretorio. Quelli Pre-
fetti, tra quali si ripartiva la suprema cu-
ra di tutto 1’ Imperio, fu^ quattro ; e 1’
un di essi ebbe sotto di se l’Italia, e I’ A-
frica. L’Italia fu divisa in due Diocesi, 1’
una detta di Roma da dieci Provincie com-
polla, l’altra detta d’Italia, checompren-
dea 1’ altre sette • 1’ una e 1’ altra col suo
Vicario. Alla Dioceli d’Italia redo ade-
guata la Venezia nostra. Ma siccome nell’
accennato libro della Notizia, che dal Pan-
cirolo suo primo e dottisfimo illuftratore
fu giudicato de’ tempi di Teodolio il giova-
ne, nulla lì ha di quando tal’ordine di go-
verno, e spezialmente in Italia fosfe intro-
dotto , retta ora quello, facendoci prima
alquanto indietro, da investigare.
Novità in Italia, come da Sparziano s’
impara, cominciò già a introdurre Adria-
no, quando costituì quattro Consolari Giu-
dici per l’Italia tutta. Credibil cosa è, eh’
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parti dal dillurbo, che recar dovea il pas-
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e per alcune appellazioni. Fu in tal carica
sotto di lui Antonino, che poi glisuccedet-
te nell’imperio. Ma quello non fu /labile
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come dismessò, .Marc’ Aurelio volle in par-
te rimetterlo, non deputando però uomi-
ni Consolari, ma persone di minor riguar-
do con nome di Giuridici , Cosloro avean
limitata giurisdizione, poiché notasi di uno,
come cosa /ingoiare in una lapida , che fu
Giuridico d'ogni fiamma; tanto meno però è
da credere, avellerò autorità nel crimina-
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modo, come in altra simile Iscrizione si ri-
conosce; era slato Proconfiole della provìncia
Sardegna, perchè la Sardegna non era al-
lora Italia > ma Provincia , Un Giuridi-
co per l’Emilia, e per la Liguria ci diede
il Fabretti. Quelli Giuridici furono aboli-
ti sotto Macrino, perchè volean prenderli
maggior’ autorità della conferita loro da
Marc’Aurelio. Tanto si ricava da un palio
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doverli render così ; i Giuridici, che amminì-
firavanl' Italia, ebbero sine, giudicando fiopra
il prescritto da Marco. Si tornò però all’or-
dine , che avanti Adriano correa . Mala-
mente ridotta da lui 1’ Italia in provincia,
e continuata in tal condizione, hanno /li-
mato molti, non meno per la deputazione
de’ sudetti Giudici,che per aver detto Vit-
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non meno i militari continuavano fino a suo
tempo nella forma per Adriano islituita ,
mutatine solamente alcuni da Coslantino.
E poiché la materia del governo de’Roma-
ni non è per anco /lata per verità ben pre-
sa nè pur da i maggiori Eroi, fino il Car-
dinal Noris ditte , avere Adriano alle pro-
vile dell' Italia, quattro Proconsoli imposii ,
in luogo de' quali siuccedetter poficìa i Prefidi,
e i Correttori. Proconsoli chiamogli disav-
vedutamente Appiano in Greco nel passo
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quale chiaramente risulta, eh’ ei volle dir
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ttantino. Non aver Vittore per Ufizj publi-
ci, e per dignità Palatine, e militari inte-
so mai della distribuzione delle Provincie,
nè de’ Presidi loro, è tanto patente, che
niente più, così per le sue parole, come per
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