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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo secondo: Antichità Romane
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0027
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®. Grut.
I7S. 2*

Deut.
XXK 7.
&c.
Jos.xx.
4.
J ac. y. 9.
III. 31.
ZatC,
A 8.

Bac. 4. 7.
V-

?4 5 C A P O S ]
curi che porta della Città non era. La lar-
ghezza deli’ apertura non è di piedi undi-
ci, come si legge nel Serlio, ma poco più
di nove ; ben crescono alcune oncie delli
dieci le già considerate, che fur porta del-
la Città. Avend’ io però osiervato in una
Medaglia di Claudio , come Umilmente
duplicata era la porta degli Alloggiamenti
Pretoriani, nehoappreso, eh’ altre porte
ancora, dove gran numero di gente doves-
se nell’istesiò tempo andar dentro, e fuori,
si fecero in tal guisa. E siccome nelle Cit-
tà molto popolate niun luogo suol’ essere
più frequentato del Foro, così a niun altro
crediamo adattarli più la doppia porta: nè
però sarebbe da acquietarli in tal conget-
tura, se il chiaro indizio dell’iscrizione ,
che in fronte li legge, noi persuadesse, es-
sendo a bellissime lettere scolpito sopra la
porta che sulsiste, il nome di Tiberio Fla-
vio Norico Quartiimviro -per giudicare . A
tempo del Saraina anche nell’altro più an-
tico muro vedeansi fra l’una porta, e l’al-
tra quattro nomi, quali molto è probabile
fossero de’ Quadrumviri di quel tempo,
cioè de’quattro supremi Giudici, ridicole
ellendo le congetture enunziate siotto i det-
ti nomi in alcuni libri. II sito, ch’era allo-
ra vicino a una porta della Città, fa sov-
venire dell’ uso Ebraico di tener ragione
nelle Città appunto a una porta di esse,
come appar nel Deuteronomio in più
luoghi , ed in Giosuè , e ci s’ allude
nell’EpistoIa di S. Giacopo. Quindi è, che
nella riedificazion di Gerusalemme narrata
nel secondo d’Esdra, si nomina tra le Spor-
te la Giudiziale: a più porte pare ancora in
Zaccaria, che si tenesse ragione, e S. Ge-
rolamo ne artègna per motivo il comodo
de’ territoriali. Deesi notare , come dinan-
zi all’incavatura, che si vede nel mezo in
alto, non sidamente c’ è piano d’ un piede
in circa, ma disendendo su la cornice dell’
ordine secondo, ci resta spazio assai mag-
giore, e nel quale poteano dar più perso-
ne . E' probabile, che la sponda fosse ba-
laustrata, con ciò formandoli una ringhie-
ra, dalla qual forsè i Preconi, o sia bandi-
tori publicassèr sentenze, o decreti, overo
prelùderò l’opera loro nelle vendite secon-
do l’uso antico : che montassero i Preconi
sopra una pietra, e per conleguenza in al-
to, l’argomento da un parto di Plauto. Sa-
rà chiesto perchè mai follerò qui due simi-
li coppie di porte, una addossata all’ altra.
Par credibile, ch’essendo la più antica mal
ridotta, o volendoli al Palagio publico fa-
re un più sontuoso prospetto , e più orna-
to, e più durevole* senza atterrar l’ante-
riore, altra facciata ci si costruisse dinanzi;

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vedendoli in fatti nel di dentro alcune pie-
tre della seconda , che arrivano ad unirli
con la prima, e quali a serrarla, e a colle-
gar si con essa.
Arco deGavìì.

PResso al Cartel vecchio troverà il fo-
rastieroparte dello scheletro d’un Ar-
co celebratissimo parimente dagli Architet-
ti. Serlio ne parlò a lungo, e lo disse d'o¬
pera Compofita, e molto ornata, e ne diede
misure, e parti con molta distinzione, e
diligenza. Daniel Barbaro lo dilse d’ opera
Corintia fommamente lodata. II Serlio tornò
a parlarne nel libro quarto, e nedisegnò il
capitello delle colonne, e quello delle pila-
flrate dell*Arco per esemplare dell’ordine
Composito: dal Barbaro fu detto Corintio
per la ragione da noi poco fa accennata, e
perchè tali ne sono le proporzioni . II sio-
rame delle pilastrate, eh’è molto ben con-
dotto, fu rapresentato dal Saraina . Bellif-
fìmo chiamò quert’ Arco il Palladio, e non
esser di Vitruvio, come alcuni credeano ,
ma di tempi ancor migliori scrisse lo Sca-
mozio.
Quello è veramente Arco, perchè ha
un’apertura sola, e fa ugual fronte a due
parti, avendo di qua e di là tutti gl’istessi
ornamenti, e non è una semplice parete,
come la Porta de’ Borsari, ma tiene die-
ciotto piedi di grossezza, o sia di fondo, e
di fianco, avendone trenta di lunghezza,o
sia di prospetto, e di fronte- Chi ne ri-
guarderà le rtampe fatte dal Serlio, e da
nortri, crederà che manchi qui un de’ sei
contrasegni, dati poco avanti da noi per
conoscer gli Archi, poiché ci vedrà il fron-
tispizio. Ma quello può servir di documen-
to della confusione, che ha prodotta nello
studio dell’ Antichità , la licenza del non
darle come Hanno , ma volerle supplire ad
arbitrio ; poiché frontispizio qui non fu
mai, nè vertigio di esso , nient* altro da
più e più sècoli sopravanzando d’ antico
nell’alto, se non nella parte di fuori un
pezzo di cornice orizontale, ch’era il ter-
mine dell’ordine, e sopra il quale altro non
potea essere; che quell’ aggiunta, qual si
suol chiamar’ Attica da’ professori . Lo
stesso dicali, ove nel gran corpo, intitola-
to Antichità Spiegata, si mette alla terta di
tutti gli Archi quel d’Oranges, e si inoltra r.4. p.i
col frontispizio ; il che tanto sarà vero ,
quanto che fosse eretto a Mario dopo vinti
i Cimbri.
Il pezzo di cornice, che sopravanza, ha
modiglioni, e dentelli, ed è ornato d’inta-
glio tutto anche in ogni Iato dei modiglio-
ni.

C O N D O.
 
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