ì87 COSE NOTABILI DEL TERRIT. VERON.
a venti, Più Chiese sono, che hanno sin
tre e quattro eccellenti Pale: nè vi manca-
no anche opere di forastieri. Molto apprez-
zabil tra 1’ altre è quella di Giacomo Pal-
ma, che si vede nella Chiesa degli Eremi-
ti Camaldolesi sopra Garda ; divota solitu-
dine, che ben merita d’ esier visitata per
più ragioni. Nell’ aitar maggiore spicca qui-
vi la bellezza del nofiro Giallo,
Pitture antiche ci sono altresì, con le
quali confermar si potrebbe quanto si trat-
tò nel principio del Capo sesto. In S. Dio-
nigi, un miglio dalla Città sui colle, oltre
a più fatiche dei Ligozzi, è una tavola d’
altare fatta nel decimoquarto secolo d’ as-
sai buona maniera ;ed altra opera, cherap-
288
preserita la Madonna col bambino, S. Dio-
nigi, e S. Pietro, la quale non è di manie-
ra Greca , ma lodevol di molto, e pure or-
dinata da persona che intervenne in Consi-
glio nel 1369,00016 per autentica membra-
na appari see ; e morì poi nel 1390, co-
me dalla seguente iscrizione, che in pietra
si conserva lòtto la pittura . Hoc opus secit
sieri Magisier Bonaventura Z,uperius quondam
Uomini Prìncìvalli Civis Veronenfis de Infulh
inferiori Verone, qui buie Ecclefie pofi mortevi sie
uxoris fu? tantum de bonis propria dereliquid,
quanto (facerdos unus /afte nt are fe potè si', ita
quod ten&atur omni anno fuum sacere anuver-
farium. Hobiit autem preditus Magisier 13 90
di? 13- Agufii,
APPENDICE
Er servire quasi di seorta a chi
viaggia, molti, e molti volumi
sono fiati seritrice singolarmen-
te afind’irtruiregli Oltramon-
tani , che padano in Italia ,
delle cose in ogni Città più osservabili. Ot-
timo instituto, e molto profittevole,quan-
do folle ben’eseguito: ma lavorandoli così
fatte ifiruzioni per lo più da persone stra-
niere, e che sol di palsaggio vider l’Italia,
non servono per verità d’ordinario, se non
a far rimanere occulte rarità moltilsime ,
che sarebbero a chi ha buon senso di iom-
mo piacere, e d’ ugual profitto ; ed a far
prendere un’idea de’paesi, e delle cole co-
sì fiotta, e così fallace, che asfai meglio
sarebbe non averne niuna . Se ne faccia ra-
gione, se può esier lecito dirlo, paragonan-
do le notizie di quella Città, che ci sumo
sforzati di mettere insieme , con ciò che
di elsa dicono i Viaggiatori, e gli stranieri
libri che ne favellano . Che povere idee ,
che misere fantasie, qual somma ignoran-
za non hanno spesiò fatta conoscere molti
di coloro, che pretendendo informar ba-
flantemente di tante e tante Città, osaro-
no d’intraprendere un così vasto asiunto, e
così difficile, e che ricerca prudenza som-
ma, raro diseernimento, saper non comune, e
cognizioni diversissime, ed infinite. I ca-
merieri dell’oflerie, ed altre persone di si-
mil conto sono fiate ad alcuni il primo fon-
te per farli autori; parendo loro d’aver ri-
portato il primo premio, quando con fred-
dure mirabili hanno cercato d’ avvilire
ogni cosa, e sopra tutto procurato di far
comparire come gente fiolida gl’ Italiani,
in che veramente gli acuti uomini hanno
fatto conoscere d’aver per l’appunto colto
nel segno, e seoperto , e penetrato a ma-
raviglia il lor debole.
Sopra tutte l’opere de’ Viaggiatori for-
tunata fu quella di Massimiliano Missbn ,
che in più tomi un Viaggio d' Italia de-
scrisse. Senza que’libri più e più volte ri-
stampati non lògliono venire in Italia i no-
j bili Oltramontani ; ed incredibile è però il
danno , che ne ricevono , attesa la fede,
che a quanto inessosta scritto dimostrano.
Per conoscere a càgion d’esempio , quanto
bene l’esier di Verona folle da cofiui com-
preso, balla olservare, dov’ egli dice, che
ha 1’ aria povera, perchè non ci è commer-
zio; quando in quel tempo ci fioriva appun-
to il commerzio singolarmente , e quando
la situazione, e i prodotti inlegnano subito
ad ogni persona di mezano lume, checom-
merzio forza è ci sia. Dice, che chi vi-
ve qui di rendita fa poca figura; quando
ognun sa, che il fatai difetto del paese è
appunto fiato sempre di volerne la nobiltà
far troppo, la quale non d’altro che di ren-
dita tutta vive. Dice, chela Città è brut-
ta, e non piace; che pochilhmi edisizj ci
sono considerabili; che ci si cammina con
pericolo per le cadette di fiori, che Hanno
in alto ; che il Cartel S. Pietro è fatto sui
Teatro fabricato da Berengario ; che 1* I-
scrizion dell’Arco Trionfale (così chiamai’
antica Porta) non si può leggere; che la
Cattedrale è Chielà piccola, e seura; che
in erta il sepolcro del Papa ha un epi-
taffio di sei parole; che gli animali scol-
piti per ornamento ne’ fregi di S. Ze-
no
a venti, Più Chiese sono, che hanno sin
tre e quattro eccellenti Pale: nè vi manca-
no anche opere di forastieri. Molto apprez-
zabil tra 1’ altre è quella di Giacomo Pal-
ma, che si vede nella Chiesa degli Eremi-
ti Camaldolesi sopra Garda ; divota solitu-
dine, che ben merita d’ esier visitata per
più ragioni. Nell’ aitar maggiore spicca qui-
vi la bellezza del nofiro Giallo,
Pitture antiche ci sono altresì, con le
quali confermar si potrebbe quanto si trat-
tò nel principio del Capo sesto. In S. Dio-
nigi, un miglio dalla Città sui colle, oltre
a più fatiche dei Ligozzi, è una tavola d’
altare fatta nel decimoquarto secolo d’ as-
sai buona maniera ;ed altra opera, cherap-
288
preserita la Madonna col bambino, S. Dio-
nigi, e S. Pietro, la quale non è di manie-
ra Greca , ma lodevol di molto, e pure or-
dinata da persona che intervenne in Consi-
glio nel 1369,00016 per autentica membra-
na appari see ; e morì poi nel 1390, co-
me dalla seguente iscrizione, che in pietra
si conserva lòtto la pittura . Hoc opus secit
sieri Magisier Bonaventura Z,uperius quondam
Uomini Prìncìvalli Civis Veronenfis de Infulh
inferiori Verone, qui buie Ecclefie pofi mortevi sie
uxoris fu? tantum de bonis propria dereliquid,
quanto (facerdos unus /afte nt are fe potè si', ita
quod ten&atur omni anno fuum sacere anuver-
farium. Hobiit autem preditus Magisier 13 90
di? 13- Agufii,
APPENDICE
Er servire quasi di seorta a chi
viaggia, molti, e molti volumi
sono fiati seritrice singolarmen-
te afind’irtruiregli Oltramon-
tani , che padano in Italia ,
delle cose in ogni Città più osservabili. Ot-
timo instituto, e molto profittevole,quan-
do folle ben’eseguito: ma lavorandoli così
fatte ifiruzioni per lo più da persone stra-
niere, e che sol di palsaggio vider l’Italia,
non servono per verità d’ordinario, se non
a far rimanere occulte rarità moltilsime ,
che sarebbero a chi ha buon senso di iom-
mo piacere, e d’ ugual profitto ; ed a far
prendere un’idea de’paesi, e delle cole co-
sì fiotta, e così fallace, che asfai meglio
sarebbe non averne niuna . Se ne faccia ra-
gione, se può esier lecito dirlo, paragonan-
do le notizie di quella Città, che ci sumo
sforzati di mettere insieme , con ciò che
di elsa dicono i Viaggiatori, e gli stranieri
libri che ne favellano . Che povere idee ,
che misere fantasie, qual somma ignoran-
za non hanno spesiò fatta conoscere molti
di coloro, che pretendendo informar ba-
flantemente di tante e tante Città, osaro-
no d’intraprendere un così vasto asiunto, e
così difficile, e che ricerca prudenza som-
ma, raro diseernimento, saper non comune, e
cognizioni diversissime, ed infinite. I ca-
merieri dell’oflerie, ed altre persone di si-
mil conto sono fiate ad alcuni il primo fon-
te per farli autori; parendo loro d’aver ri-
portato il primo premio, quando con fred-
dure mirabili hanno cercato d’ avvilire
ogni cosa, e sopra tutto procurato di far
comparire come gente fiolida gl’ Italiani,
in che veramente gli acuti uomini hanno
fatto conoscere d’aver per l’appunto colto
nel segno, e seoperto , e penetrato a ma-
raviglia il lor debole.
Sopra tutte l’opere de’ Viaggiatori for-
tunata fu quella di Massimiliano Missbn ,
che in più tomi un Viaggio d' Italia de-
scrisse. Senza que’libri più e più volte ri-
stampati non lògliono venire in Italia i no-
j bili Oltramontani ; ed incredibile è però il
danno , che ne ricevono , attesa la fede,
che a quanto inessosta scritto dimostrano.
Per conoscere a càgion d’esempio , quanto
bene l’esier di Verona folle da cofiui com-
preso, balla olservare, dov’ egli dice, che
ha 1’ aria povera, perchè non ci è commer-
zio; quando in quel tempo ci fioriva appun-
to il commerzio singolarmente , e quando
la situazione, e i prodotti inlegnano subito
ad ogni persona di mezano lume, checom-
merzio forza è ci sia. Dice, che chi vi-
ve qui di rendita fa poca figura; quando
ognun sa, che il fatai difetto del paese è
appunto fiato sempre di volerne la nobiltà
far troppo, la quale non d’altro che di ren-
dita tutta vive. Dice, chela Città è brut-
ta, e non piace; che pochilhmi edisizj ci
sono considerabili; che ci si cammina con
pericolo per le cadette di fiori, che Hanno
in alto ; che il Cartel S. Pietro è fatto sui
Teatro fabricato da Berengario ; che 1* I-
scrizion dell’Arco Trionfale (così chiamai’
antica Porta) non si può leggere; che la
Cattedrale è Chielà piccola, e seura; che
in erta il sepolcro del Papa ha un epi-
taffio di sei parole; che gli animali scol-
piti per ornamento ne’ fregi di S. Ze-
no