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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo settimo: Gallerie
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0105
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CAPO SETTIMO
Gallerìe,

Ra le infinite noie di
quella vita non ha for-
se la misera natura no-
Ara alleviamento più
nobile, e dilettazion più
gioconda e lineerà , di
WP® quella che ritrae chiun-
que d’ingegno, e di belle cognizioni è for-
nito, dalI’osTervazione di quelle rarità eru-
dite, che o ci fanno venire in lume de i
fatti, e de i pregi delle età sì decantate, e
famole, o di sussidio ci sono a specular gli
arcani della natura, o ci inoltrano 1’ eccel-
lenza dell’ingegno umano nell’ opere più
maravigliose dell’arte. Grandilsima fu pe-
rò in ogni tempo la stima, la cura, la cu-
riosità, e l’avidità delle Angolari cose, e
sopra tutto delle reliquie antiche. Quanto
amanti, e quanto attenti conservatori ne
sossero i Greci, infiniti luoghi de’ più ce-
lebri Scrittori ci additano . Balla seorrere
le orazioni di Cicerone centra Verre, dove
fra le seeleraggini commesse nella sua Pre-
tura , e che aveano più esacerbato l’animo
de’Siciliani, rammenta più volte 1’ esfetti
appropriato con varie arti i vali d’eccellen-
te opera, le mense di marmo , le slatue
antiche, e i quadri de’ particolari, e de’
Tempj ancoraj e nota, come ninna Città
di Grecia, q d’ Alia così fatte cose avea
vendute mai, una delle quali, esirnia che

folse , ballava a tirar concorso. Usavasi
ancora di deputar petsòne, le quali delle
antichità, e delle rarità avelser cura, e ta- /M.s.r.46^
le ufizio diceasi esser [opra le maraviglie ; il
, , r» r • J J 6au“
che da Paulama s’impara : e vi erano an- ,
che in que’tempi coloro, che folean condir- Verr- 6-,
re i sorafìieri a veder le cofe osfervabili, quali q,steslsssa
si chiamavano col decoroso nome di Mìfla- qua vi/e»-
gogi, il che s’impara da Cicerone , Tra
Romani vaghi ne furori molti fino al deli-
rio, come si può da più palsi d’ Orazio,
e d’altri raccogliere. Cesare Iteffo di così
gran pensieri ingombrato sempre, senza ri-
guardo a spesa Museo raccolse d’antichi Css c- 47-
lavori e in marmo,e in metallo, e in tavo-
le , e in gemme , come Svetonio narra . a , jìgnn ,
Augusto altresì d’ornare i suoi Palagi, e le taiul/‘s
ville di cofe notabili per antichità, e per ra- ti qui tSc.
vita si dilettò grandemente . Cicerone ad v-
Attico, ch’era in Atene, di comperargli
anche a gran prezzo quantità di slatue, e rarità
d’altre intigni cose raccomanda più volte,
e scrive in una elserne così vago , che co-
nosceva poterne quali elser rìprelò. Chi A si-
era a quello piacere più dedito, chiama-
vasi con voce Greca amante delle cofe belle ;
il che imparo, dove Plinio il giovane dà
quello nome a Silio Italico, che di libri,
di ilatue, e di pitture era compratore avi-
dilsimo. L’islelso Plinio dsiserive con som- A3
’ mo piacere una piccola Ilatua di metallo,
che
 
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