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Proemio
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(111)
PROEMIO
Arlando Strabane della Città dì Tarso^ afferma che i suoi Citta-
dini nella generalità delle cognizioni, e nell’ eccellenza delle disci-
pline superavano gli Ateniefi) e gli Alefsandrini : della qual ma-
raviglia ben quivi appar la ragione \ cioè perchè i Tarsefi non so-
lcano ftarfi sempre nella lor patria , ma aveano in uso di per-
fezionarli viaggiando. Così fa in oggi parimente chiunque bra-\\\>.^.
ma distinguerfi ma quanto maggior sarebbe il profitto de' viag-
gi t e 7 diletto, se libri fi avesseroy che d1 ogni Città di consido-■
vazjoue^ e d' ogni provincia y T intime e più importanti notizie suggerissero , e additasse-
rò le cose in ogni generefingolari) e osservabili! Molta parte dell1 Iftoria è spesso attacca-
ta a cosissatte osservazioni, come fi può singolar mente da 'Pausania raccogliere . Di al-
cune Città ver amente fornigli unti Indici pur fi trovano^ ma in qual modo per lo più lavo-
rati, altri potrà esaminar e. Arduo per certo , e lungo assai più che non fi crederebbe ,
riesce a chi ben intende ogni assunto di coiai satta. Il gran Catone fra tutte T ope-
re sue particolar lode di dottrina , e d’industria meritò da Cornelio ISLepoteper quel- in Cat
la parte di una -> in cui avea esposto, quali cose si trovassero in Italia, e nelle Spa- q»® insi-
gne ammirabili. Qual disgusio mai a chiunque piena notizia tenga di molte Città J’panìisque
Italia , il vederle descrittO) e ricercate talvolta in volumi tanto pieni di cose salse-)
tanto digiunile voti delle vere! Uè di molto sussidio posson esser coloro, che sogliano ^randa-
gli fivanierì servir di scorta j il qua! uso siorì per altro anche a tempi antichi menzjon
ssacendofi sino da Cicerone di quelli) che a veder le cose notabili , i forastieri solean Verr. <$.
condurre . Stimafi comunemente-) che dell Italia ogni angolo fia già noto , scrutinato
ogni sajs° ? osservata) e divulgata ancora ogni carta da molti. Ma quanto lontano fia
ciò dal vero ) dalla notizia-) che in quefti fogli d'una sola Città fi presenta) arguire fi ducereso-
potrà forsè, e conoscere. Il grand1 Arco di S usa alle porte d1 Italia alzò pur sempre la ent’
superba fronte su gli occhi appunto de più samofi Viaggiatori , e più dotti : non per-
tanto la sua bellisilma 1 srizione ? che sì rare notizie contiene-) rilevata non era mai
siata da veruno y nè posia in luce- Ma Insoiando dell1 altre parti-) nìurì operetta di
quefto genere essendofi lavorata mai per appagare la curiofità de1 soraftieri in Verona ?
potrà la presente esser di buongrado ricevuta , qualunque fiafì. In troppo maggior nu-
mero dovrebber essere veramente le cose da osiervare in questa Città. Qual piacere , e
qual pregio se ci rimanesse I antico T'eatro, la sepoltura d Alboino, il 'Palazzo di Teodo-
ricO) le pitture nominate da l^aterìo nel secol decimai Ma tra per la forza del tempo ? e
pel genio grande-) che sogliano aver gli uomini a dissare-) e a diftruggere, non ci refi a più
* 2 che
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PROEMIO
Arlando Strabane della Città dì Tarso^ afferma che i suoi Citta-
dini nella generalità delle cognizioni, e nell’ eccellenza delle disci-
pline superavano gli Ateniefi) e gli Alefsandrini : della qual ma-
raviglia ben quivi appar la ragione \ cioè perchè i Tarsefi non so-
lcano ftarfi sempre nella lor patria , ma aveano in uso di per-
fezionarli viaggiando. Così fa in oggi parimente chiunque bra-\\\>.^.
ma distinguerfi ma quanto maggior sarebbe il profitto de' viag-
gi t e 7 diletto, se libri fi avesseroy che d1 ogni Città di consido-■
vazjoue^ e d' ogni provincia y T intime e più importanti notizie suggerissero , e additasse-
rò le cose in ogni generefingolari) e osservabili! Molta parte dell1 Iftoria è spesso attacca-
ta a cosissatte osservazioni, come fi può singolar mente da 'Pausania raccogliere . Di al-
cune Città ver amente fornigli unti Indici pur fi trovano^ ma in qual modo per lo più lavo-
rati, altri potrà esaminar e. Arduo per certo , e lungo assai più che non fi crederebbe ,
riesce a chi ben intende ogni assunto di coiai satta. Il gran Catone fra tutte T ope-
re sue particolar lode di dottrina , e d’industria meritò da Cornelio ISLepoteper quel- in Cat
la parte di una -> in cui avea esposto, quali cose si trovassero in Italia, e nelle Spa- q»® insi-
gne ammirabili. Qual disgusio mai a chiunque piena notizia tenga di molte Città J’panìisque
Italia , il vederle descrittO) e ricercate talvolta in volumi tanto pieni di cose salse-)
tanto digiunile voti delle vere! Uè di molto sussidio posson esser coloro, che sogliano ^randa-
gli fivanierì servir di scorta j il qua! uso siorì per altro anche a tempi antichi menzjon
ssacendofi sino da Cicerone di quelli) che a veder le cose notabili , i forastieri solean Verr. <$.
condurre . Stimafi comunemente-) che dell Italia ogni angolo fia già noto , scrutinato
ogni sajs° ? osservata) e divulgata ancora ogni carta da molti. Ma quanto lontano fia
ciò dal vero ) dalla notizia-) che in quefti fogli d'una sola Città fi presenta) arguire fi ducereso-
potrà forsè, e conoscere. Il grand1 Arco di S usa alle porte d1 Italia alzò pur sempre la ent’
superba fronte su gli occhi appunto de più samofi Viaggiatori , e più dotti : non per-
tanto la sua bellisilma 1 srizione ? che sì rare notizie contiene-) rilevata non era mai
siata da veruno y nè posia in luce- Ma Insoiando dell1 altre parti-) nìurì operetta di
quefto genere essendofi lavorata mai per appagare la curiofità de1 soraftieri in Verona ?
potrà la presente esser di buongrado ricevuta , qualunque fiafì. In troppo maggior nu-
mero dovrebber essere veramente le cose da osiervare in questa Città. Qual piacere , e
qual pregio se ci rimanesse I antico T'eatro, la sepoltura d Alboino, il 'Palazzo di Teodo-
ricO) le pitture nominate da l^aterìo nel secol decimai Ma tra per la forza del tempo ? e
pel genio grande-) che sogliano aver gli uomini a dissare-) e a diftruggere, non ci refi a più
* 2 che
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