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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo sesto: Pitture. Notizia si premette de'Pittori Veronesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0075
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HI


Pitture.

Notìzia si premette de’ Pittori Veronesi.

Ra le maraviglie, che
produce l’ingegno uma-
no nell’arti, poche so-
no , che vengano con
tanto desiderio, e con
tanto piacer ricercate,
come l’opere degli ec-
cellenti Pittori,. Com-
mendare per verità, ed ammirar non si può
a baldanza la virtù d’ imitar con l’arte,
quanto può dar la natura; di far compari-
re corpi rotondi, e rilevati, senza uscire d’
una supersicie piana; di far’apparire varie
degradazioni di spazio, e vicine cose, e lon-
tane sopra una tela, che non ha profondi-
tà alcuna; di dare labilità, e permanenza
a sembianze, che ìq se stessè labili sono, e
fugaci; finalmente di dar moto senza dar’
anima, e di sar con colori morti persone
vive. Poiché però il valor de’Pittori non,
e l’ultimo degl’ incentivi, che soglia con-
durre gli llranieri di varie provincie in Ita-,
li a, perchè trovino anche in quello nella Cit-
tà nostra da soddisfarsi , e molto più che
non crederebbero, ragion vuole, che si va-
dano additando le più speziose pitture .
Ma esfondo che troppo, imperfetto riusei-
rebbe il diletto nell’ossèrvarle, se qualche
cognizion non si avesse e degli autori, e
del tempo, breve Storia premetteremo del-
la pittura in Verona, e breve notizia de’
più insigni dipintori, necessaria qui tanto
più, quanto che del solo Paolo trionfa da
per tutto il grido, ma di più altri non me-
no degni d’eterna lode, fuor di quelli pae-

si nè si sa il merito, nè si conosce la manie-
ra, e poco o nulla s’ intese il nome; talché
i lor quadri in lontane parti portati talvol-
ta, or ad uno or’ad altro de’più noti e ce-
lebrati autori vengono attribuiti. Chi cre-
derebbe, che per fino in Venezia il nome d’
alcuni de’migliori nostri spessb s’ignori, e
si battezino in fallo i lor quadri ? L’ avere
quelli insigni maeslri pallata la vita in pa-
tria, e sidamente in ella operato, che vuoi
dire in Città non primaria, e polla in una
delle ellremità d’ Italia ; !’■ aver fiorito li
più di elsi quando l’Italia era ripiena di
grand’ uomini in ogni parte ; e sopra tutto •
il non essèrsi trovato tra nostri chi si pren-
derle cura di seriverne, e di darne conto ,
quali occulti rimaner gli fece, ed alle slra-
oiere nazioni del tutto ignoti.
Forza è prima d’altro sgombrar l’erro-
re tra molti invalso, che dopo i tempi Ro-
mani perisse afsatto la Pittura in Italia, e
rellasiè per piùsécolidisusata dagl’italiani,
e dimenticata, finché nel secole del 1200
risuscitall’e finalmente di nuovo in Firenze.
Era, dice il Vasari, fpento affatto tutto il
numero degli artefici, quando nacque Cimabue inC-m
l'anno 13.40 a dare i primi lumi all' arte del-
la pittura. Notammo già , come la ridico
la volgar prevenzione vuol, che a fattura
alcuna non mettesier più mano gl’ Italiani
dopo le invasioni de’barbari, onde l’opere
de’mezani secoli a Goti attribuir si soglio-
no , ed a Longobardi ■ Non così è avvenu-
to nelle pitture, perchè pochissime trovan-
dosene di que’tempi, e quelle non oss'erva-
te,
 
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