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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo settimo: Gallerie
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0106
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thè avea comperata, e che giudicava ec-
cellente, ed antica.
Nel risiorire dopo molti secoli, e dopo
varie vicende gli studj e 1’ arti , anche sì
fatta dilettazione in Italia risorse. Ricerca
di medaglie, e di manuscritti Greci si rav-
visa fin nel secolo del ijoo dalle notizie,
che si hanno del Petrarca , del Pastrengo,
e del Guarino. Nel principio del 1400 co-
se singolari spezialmente in materia di co-
dici vide in Mantova Ambrogio Camaldo-
lese, il quale quivi trovandoci , mandò a
un amico il disegno d’una Medaglia d’ oro
di Berenice; e trovò in quella Città fan-
’ ciulli, e fanciulle ammaesirate nel Greco,
e la figliuola del Marchese in età d’ anni
otto saper la gramatica di tal lingua. Ver-
so la sine di quel secolo la moglie del Mar-
chesè Francelco secondo Isabella da .Elle,
scelta raccolta posiedeva di Cammei, di Me-
daglie, e d’antiche /colture,avendone par-
lato il Trillino ne’ Ritratti . Incredibil te-
soro in ogni genere fu il Gonzaga , conser-
vato fino alla presa di Mantova del 1630,
e alcune nobili reliquie fino alla morte dell’
ultimo Duca: anche per cose naturali su-
perbafu, e maravigliosa quella Galleria ,
Come Benedetto Ceruti attefia , e fu la
prima conserva, che di tal genere si trovi
celebrata, benché quali nell’istesso tempo
quella si venisi'e formando di Francesco Cal-
ceolati in Verona, nell’ dsiervar la quale il
v.Scritt. celebre Mattioli impiegò poi due meli. In
J"'r' Ferrara avanti il 1430 raccolta di cornlo-
2.0 .
le, e d’altre gemme intagliate, e di meda-
glie, e di pitture fatta da Leonello disce-
polo di Guarino si riconosce ne’ dialoghi d’
p«7. Ut. Angelo Decembri. Ecco però quanto anti-
co />• 68. co principio avelie la Galleria Esiense, del-
le Medaglie della quale conserva!! ancora
in Modana un prezioso avanzo , potendo-
sene prender saggio da sei Pertinaci , che
tra le Imperatorie ancor vi rimangono, e
assai più da gran numèro. d’insigni monete
di Re , e di Città e popoli in argento, e
da molti e rari Medaglioni; ne’quali gene-
ri apparisce però come anteriore a tutte
1’ altre fu l’incetta di que’Principi. Quan-
to ricco tesoro fosse cotefio in altri tempi,
non si può ben’intendere da chi non abbia
osservato, come per tutta Europa si spar-
sero gran tempo là le sue spoglie ; il che si
può riconoscere per l’aquiletta d’argento,
che fu già incastrata nel campo di molte
delle sue medaglie, col qual contrasegno i
più scelti scrigni d’ ogni parte alcuna ne
conservano. Spanemio, Vaillant, ed altri
sùpposero veramente, che tal marca indi-
carle il Museo di Mantova;ma quell’Aqui-
la è la Efiense ndn la Gonzaga , come è


•: noto nella Corte di Modana, ben sapendo-
si ancora in qual modo gran quantità ne
pasiasiè per certa occasione in altra Città
d’Italia. Eransi in quello Studio mesie in-
sicine singolarmente tutte le Medaglie d’o¬
ro, che rinvenir si puotero . Alquante d’
oro con l’aquiletta ne rimangono a Firen-
ze , e singolarmente tre nella serie de i Re
di Macedonia: alquante se neregifirano nel
Teforo Britannico sparse ne’ Musei d’Inghil-
terra: il gran numero de’rari quinarii Con-
solari d’oro, che si trova nel Regio Museo
di Francia, attestò il Vaillant portar 1’ A- ìnPraf.
quiletta inserita. Ma parlando del decimo- adFam-
quinto secolo, dove lasciamo i Colimi , e
dove i Lorenzi de’Medici, de’quali ognu-
no sa, come con animo reale ogni genere
di rari monumenti, e infinita quantità di
preziosissìme anticaglie a publico benefizio
raccolsero? nè volendo far menzion depri-
vati dell’ ifiesià età , diremo sidamente ,
come a ordinare in elasi!, e a formar Mu-
seo nella maniera, che si è poi tenuta, sem-
bra , che primi fossero que’Maffei trasferi-
ti a Roma, de’ quali si è parlato a lungo
negli Scrittori Verone!!; e prosslmamente a HK 4.
loro Angelo Colocci, ch’ebbe altresì galle-
ria da Re. Anche il nome di Museo s’in-
trodusse allora, qua!! per indicare danze e
luoghi alle Muse dedicati. Erasi così chia-
mato anticamente un Collegio di fiudiosi
spesati dal Publico in Alessàndria , come
insegna Strabene. 17.
Continuò in Italia tutto il 1500, e par-
te del susseguente secolo 1’ ifiesfo ardore,
talché non sidamente nelle gran Città, ma
qua!! in tutte si trovavano filmabili raccol-
te ; quando cambiata idea negli ssudj, cambiò
anche il genio, e dal comperare si trasferì
l’applicazione al vendere; onde comincia-
rono in fretta a passare i monti, e a valica-
re i mari Manuscritti , Medaglie, Cam-
mei, bronzi, pitture, e fino i marmi, e
le fiatue. Quanto deplorabil danno per l’Ita-
lia sia fiato quello, non si potrebbe con poche
parole far’intendere. La sidando l’onore, il
diletto, il credito, e il letterario frutto,
si sono in quello modo private, e si vanno
privando ancora le Città, e gli Stati di mi-
niere d’ oro perenni, ed inesauribili a chi
ne sa far’uso. Leggi però, e divieti rigo-
rosissimi ne’ più illuminati tempi correano
contro all’uscir di quelle cose, per conser-
var le quali si sarebbe in Grecia fatta una
guerra . Memorie tengo, come la maggior
parte de’ manuscritti Greci, che si trova-
no nelle più faraose conserve d’Europa, e
co’ quali tanto onore, e tanto denaro attrasi
siero poi le firaniere siampe, da una. sida
Città d’Italia useirono in varj tempi. Non
 
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