C A P O O
te, e una continuata ©nervazione su 1’ e-
sperienze,
A Vallezo è un ponte sui Mincio più se-
coli fa superbamente ideato, perchè porto
tra due colli, con un cartello per parte, e
con archi tiretti, a fine di serrar volendo
per qualche tempo il fiume, e lanciar Man-
tova senza la difèsa dell’ acqua. Gran mu-
raglia lunga otto miglia, con merli, e tor-
ri fu anche inalzata da Vallezo a Villafran-
ca , secondo l’uso di que’ tempi di compar-
tire per uso di guerra i Territori in serragli ;
il che non potendoli qui far con acque, fu
supplito in quello modo senza riguardo a
spesa.
Non manca il Veronese di belle Ville, e
non inferiori per certo ad alcune,che in al-
tre parti si vanno a vedere da' forartieri ; ma
elsendo sparse, e fra se lontane, e dalle vie
più correnti rimote, occulte rimangono agli
slranieri, Quelle de1 Conti Allegri a Coz-
zano, de’ Conti Bevilacqui alla Bevilaqua,
de’ Conti Maftèi a Vallezo, de’ Conti del-
la Torre a Fumane, de’ Signori Muselli a
S. Martino, e alquante altre qua e là, per
nobiltà di fabrica, per ampiezza di recin-
ti , per giuochi d’acque, e per deliziosi an-
nelsi sarebbero in ogni paele molto filma-
bili . Secoli fa era in grido per (ignorili de-
lizie Montorio, a un miglio dalla Città,
di chiare sorgenti così ricco, che se ne for-
mano due fiumicelli. Avesa altresì più vi-
cina ancora per giuochi d’acque fu celebra-
ta . Lodò il Palladio grandemente il luogo
di Santa Sofia de’ Conti Sereghi; e il Va-
sari quello d’ un ricco negoziante, detto il
Moneta, a Porcile; ma il sito di quello tras-
formato si è da quel tempo , e guasto per
li disordini dell’ acque. Lodatilsimo fu an-
cora quello de’ Signori Brenzoni a San Vi
sui lago, cioè a S. Vigilio; fiorpiamento di
nome, che può perdonarsi a’ nostri paesani,
se si considerà eh’ anche a Firenze di Sant’
Eligio il popolo ha fatto S. Lò. Fra le sia-
tile, che si trovan fuori, trionfa un grop-
po d’ Ercole, e Anteo, lavorato da Gero-
lamo Campagna alla villa de’ Conti Verità
a Lavagne. Tra le pitture si celebra una
camera di Paolo a Cazzano , dove ancora
è una gran sala di Lodovico Dorignì. Ma
per quello conto difiinguesi sopra tutte la
villa di Pontone già Nichesola, ora Moze-
niga, perchè coperta dentro, efuoriafres-
co di Chiariscuri da Paolo Farinato, con
dolci, e graziose tinte, e con perfettilsimi
dilegni. Veggonsi quivi lunghìssìmi strado-
ni di ciprelsi, i quali hanno talvolta inva-
ghito stranieri Principi venuti per la prima
volta in Italia di passaré il fiume, e dipor-
tarli ad osservar da predò albero così nobi-
2.86
le,e così dagli altri diverso. Teosrasto nell’
Istoria delle piante esalta la région di Cire-
ne pe’ ciprelsi, e per gli ulivi. Dafne pres-
so Antiochia era un de’più deliziosi luoghi
di tutto 1’Oriente, e si celebrava Angolar-
mente, come abbiamo da più Scrittori, pe’
suoi ciprelsi; talché leggi si promulgarono,
che abbiam tuttavia nel Codice, per vie- lìb.i,
tardi tagliarli. Ma nel Territorio nortro,
in gran parte del quale cresce tal’ albero a
maravigliosa altezza, nulla temendoli di
quelle leggi, ed essendosi inteso che in Fran-
cia non se ne vede, nèpensando, che non
vi si polson vedere, perchè non vi fanno;
molti be’ viali di ciprelsi, opera di lunghe
età, sono slati a nostri giorni crudelmente
mandati a terra. Così il lauro, il mirto,il
bullo, e le viti; le figure d’ animali, gli
edifizj sempre verdi, le cedraie, le pergo-
le , i viali coperti, e quanto può far fede
della felicità del nostro clima, e fu anche tra’
Romani, e tra’ Greci in pregio , si cer-
ca ora di sbandire, e di distruggere a tutta
forza,
Di quadri seelti nè prive sono, nè scar-
se le Chiese di quello distretto; mentre in
elle forsè dugento opere annoverar si polso-
no lavorate da’ più valenti Pittori, de’qua-
li si sia trattato nel capo sello ,• in che però
non crediamo, che mun altro Territorio di
qualunque parte polìà con quello compete-
re. Di poca utilità sarebbe il propor qui ,
e il publicare un così lungo catalogo, e tan-
to più, che tal fatica, comunque sia, in
alcun modo è pur di già siata fatta. Di
Francesco Caroto si lodano tra 1’ altre duè
tavole, che sono a Castione prelso Garda.
Del Badile una in $. Francesco di Legna-
go : di Domenico, che più di venti ce ne
presenta, quella eh’ è nella Chiesa di Gre-
zana, ed altra in S. Lorenzo di Pozzolen-
go : di Paolo una insigne opera è a Calave-
na nelle montagne .Tra quelle di Paolo Fari-
nato che ne ha più di 25, si distinguono le
due di S.Giovanni Lovatoto,e quella in S,
Rocco di Villafrarica; come d’ Orazio una a
Villafranca, altra a Mezane. Di Felice sene
computano più di trenta : spiccano fra tut-
te la Pala, eh’ è a Zevio nel Coro,e quel-
la di Tarmasìa , Albarè, e Roverchiara
conservano singolari fatiche di Francesco
Montemezano; Pescantina, Cadedavi, e S>
Pietro in Legnago di Santo Creara, di cui nel
Territoriosene contano sopraventi.il Bus-
setti Angolarmente si loda per I’ opere, che
ha in Santa Maria di Pregno, e a Poviglia-
no. Scardcvara si pregia d’ una rara faticai
dell’ Orbetto, che otto o dieci ne lasciò in
altri villaggi ; e Trevenzolo d’ una stima-
tilsima del Ridolfi j che ve ne lasciò prelso
aven-
T T A V O.
te, e una continuata ©nervazione su 1’ e-
sperienze,
A Vallezo è un ponte sui Mincio più se-
coli fa superbamente ideato, perchè porto
tra due colli, con un cartello per parte, e
con archi tiretti, a fine di serrar volendo
per qualche tempo il fiume, e lanciar Man-
tova senza la difèsa dell’ acqua. Gran mu-
raglia lunga otto miglia, con merli, e tor-
ri fu anche inalzata da Vallezo a Villafran-
ca , secondo l’uso di que’ tempi di compar-
tire per uso di guerra i Territori in serragli ;
il che non potendoli qui far con acque, fu
supplito in quello modo senza riguardo a
spesa.
Non manca il Veronese di belle Ville, e
non inferiori per certo ad alcune,che in al-
tre parti si vanno a vedere da' forartieri ; ma
elsendo sparse, e fra se lontane, e dalle vie
più correnti rimote, occulte rimangono agli
slranieri, Quelle de1 Conti Allegri a Coz-
zano, de’ Conti Bevilacqui alla Bevilaqua,
de’ Conti Maftèi a Vallezo, de’ Conti del-
la Torre a Fumane, de’ Signori Muselli a
S. Martino, e alquante altre qua e là, per
nobiltà di fabrica, per ampiezza di recin-
ti , per giuochi d’acque, e per deliziosi an-
nelsi sarebbero in ogni paele molto filma-
bili . Secoli fa era in grido per (ignorili de-
lizie Montorio, a un miglio dalla Città,
di chiare sorgenti così ricco, che se ne for-
mano due fiumicelli. Avesa altresì più vi-
cina ancora per giuochi d’acque fu celebra-
ta . Lodò il Palladio grandemente il luogo
di Santa Sofia de’ Conti Sereghi; e il Va-
sari quello d’ un ricco negoziante, detto il
Moneta, a Porcile; ma il sito di quello tras-
formato si è da quel tempo , e guasto per
li disordini dell’ acque. Lodatilsimo fu an-
cora quello de’ Signori Brenzoni a San Vi
sui lago, cioè a S. Vigilio; fiorpiamento di
nome, che può perdonarsi a’ nostri paesani,
se si considerà eh’ anche a Firenze di Sant’
Eligio il popolo ha fatto S. Lò. Fra le sia-
tile, che si trovan fuori, trionfa un grop-
po d’ Ercole, e Anteo, lavorato da Gero-
lamo Campagna alla villa de’ Conti Verità
a Lavagne. Tra le pitture si celebra una
camera di Paolo a Cazzano , dove ancora
è una gran sala di Lodovico Dorignì. Ma
per quello conto difiinguesi sopra tutte la
villa di Pontone già Nichesola, ora Moze-
niga, perchè coperta dentro, efuoriafres-
co di Chiariscuri da Paolo Farinato, con
dolci, e graziose tinte, e con perfettilsimi
dilegni. Veggonsi quivi lunghìssìmi strado-
ni di ciprelsi, i quali hanno talvolta inva-
ghito stranieri Principi venuti per la prima
volta in Italia di passaré il fiume, e dipor-
tarli ad osservar da predò albero così nobi-
2.86
le,e così dagli altri diverso. Teosrasto nell’
Istoria delle piante esalta la région di Cire-
ne pe’ ciprelsi, e per gli ulivi. Dafne pres-
so Antiochia era un de’più deliziosi luoghi
di tutto 1’Oriente, e si celebrava Angolar-
mente, come abbiamo da più Scrittori, pe’
suoi ciprelsi; talché leggi si promulgarono,
che abbiam tuttavia nel Codice, per vie- lìb.i,
tardi tagliarli. Ma nel Territorio nortro,
in gran parte del quale cresce tal’ albero a
maravigliosa altezza, nulla temendoli di
quelle leggi, ed essendosi inteso che in Fran-
cia non se ne vede, nèpensando, che non
vi si polson vedere, perchè non vi fanno;
molti be’ viali di ciprelsi, opera di lunghe
età, sono slati a nostri giorni crudelmente
mandati a terra. Così il lauro, il mirto,il
bullo, e le viti; le figure d’ animali, gli
edifizj sempre verdi, le cedraie, le pergo-
le , i viali coperti, e quanto può far fede
della felicità del nostro clima, e fu anche tra’
Romani, e tra’ Greci in pregio , si cer-
ca ora di sbandire, e di distruggere a tutta
forza,
Di quadri seelti nè prive sono, nè scar-
se le Chiese di quello distretto; mentre in
elle forsè dugento opere annoverar si polso-
no lavorate da’ più valenti Pittori, de’qua-
li si sia trattato nel capo sello ,• in che però
non crediamo, che mun altro Territorio di
qualunque parte polìà con quello compete-
re. Di poca utilità sarebbe il propor qui ,
e il publicare un così lungo catalogo, e tan-
to più, che tal fatica, comunque sia, in
alcun modo è pur di già siata fatta. Di
Francesco Caroto si lodano tra 1’ altre duè
tavole, che sono a Castione prelso Garda.
Del Badile una in $. Francesco di Legna-
go : di Domenico, che più di venti ce ne
presenta, quella eh’ è nella Chiesa di Gre-
zana, ed altra in S. Lorenzo di Pozzolen-
go : di Paolo una insigne opera è a Calave-
na nelle montagne .Tra quelle di Paolo Fari-
nato che ne ha più di 25, si distinguono le
due di S.Giovanni Lovatoto,e quella in S,
Rocco di Villafrarica; come d’ Orazio una a
Villafranca, altra a Mezane. Di Felice sene
computano più di trenta : spiccano fra tut-
te la Pala, eh’ è a Zevio nel Coro,e quel-
la di Tarmasìa , Albarè, e Roverchiara
conservano singolari fatiche di Francesco
Montemezano; Pescantina, Cadedavi, e S>
Pietro in Legnago di Santo Creara, di cui nel
Territoriosene contano sopraventi.il Bus-
setti Angolarmente si loda per I’ opere, che
ha in Santa Maria di Pregno, e a Poviglia-
no. Scardcvara si pregia d’ una rara faticai
dell’ Orbetto, che otto o dieci ne lasciò in
altri villaggi ; e Trevenzolo d’ una stima-
tilsima del Ridolfi j che ve ne lasciò prelso
aven-
T T A V O.