vantaggio dal Cito , occupando la fronte
delia piazza grande . Entrando si vedrà,
quanto sia ben divisato, e mobilmente or-
nato anche l’interno. La sicaia , che dal-
le cantine s’alza fino all’ultima sommità,
per non perder sito fu fatta a chiocciola,
ma spaziosa,e nobile, e tutta in aria. Nel
pian terreno giudiciosamente è cavato ileo-
modo, per quattro botteghe, fenza guadar
punto il decoro, nè l’apparenza , Sopta il
tetto era un giardino, che a piacere può
rimetterli. Gran danno è di così nobilpiaz-
za , che ne retti gran parte villanamente
ingombrata da certi casotti di legno, alcu-
ni de’quali su le ruote, che paiono il ta-
bernacolo per menare in volta Astarte, fi-
gurato nelle monete di Sidone; e niente mi-
nor danno reca 1' uso particolare a quella Cit-
tà di deturparci proipetti, e le vie con que’
gran baldacchini di legno sopra le botteghe.
Avverta chi vede le facciate di quelli Pa-
lazzi di non credergli angusti , poiché
supplisce il fondo ampiamente alla poca
fronte: la molta popolazione rendea diffi-
cile in quel tempo il poter su le llrade no-
bili aver molto sito.
Molt’ altre sono qua e là le calè, o le
parti jn esse , fatte ne’ buoni tempi , e
che mostrano 1’ arte in fiore , ma non è
a proposito d’ andarle annoverando tutte.
Le porte de’due Palazzi Pretorio, e Pre-
fettizio son del Sanmicheli. La sonica del
Podestà è pregiudicata dall’ essersi alzato
alquanto il piano della piazza nel pavimen-
tarlo . Degno d’ esier veduto è il cortile
de’Conti Verità alle Stimmate, pollo di-
nanzi alla casa, e con bella porta. L’ar-
chitettura sa dar pregio grande anche alle
cose piccole : veggalene per saggio il calino
Guarienti nella contrada di S. Pietro in
carnario.
Anche nella prima parte del passuto
secolo buoni Architetti fiorirono, benché
la seioperatezza de’nofiri non ne abbia la-
nciato notizia, In S, Salvatore a Venezia
sotte la Hatua di mezo d’un bel Deposi-
to, si ha il nome di Giulio Mauro Verone]?,
pittore, fruitore,e architetto. Il Palagio del-
la Bra, che abbiam fatto vedere nel pre-
besso fregio , dovea servire per uso del
Proveditor Generale di Terraferma , la
qual carica firaordinaria suol far residenza
in Verona. Fu cominciato con gran son-
tuosita, come apparisee dalla parte, che
reggiamo efeguita, e dovrebbe avere quin-
dici fenestroni in facciata, Ben divisato in
esiò è il comparto, del sregio Dorico, che
sopra le colonne benché doppie fa riu-
seire i trisolchi in modo, che si potea far
fine senza spezzar nulla nell’ angolo. La
prossima Accademia col gran salone, e col
vestibolo d’ordine sonico, altri 1’ attribui-
see a un Cartoni, altri a un Fontana. Dal
non esser badato 1’ adeguamento venne il
difetto di non alzare i laterali al pari del
gran colonnato. Per quel sito avea disegna-
to un Palazzo il Palladio , come si può
vedere nelle sue opere fiampate, che avea
qualche similitudine con la presente fabri-
ca, ed in cui I’ altezza della sala dovea
parimente arrivare fin siotto al tetto- Tra
le opere del passato fecolo assai si sarebbe
distinta la casa della Torre a S. Fermo Ce
Cosfe terminata : ma tra quelle de’ giorni
nofiri non sia chi tratasei di portarli ados-
servar l’ala del Seminario, con Romana
magnificenza, e con molta esattezza lavo-
rata: il dileguo su d’Architetti Veneziani.
L’esière fiato tolto a quella Chiesa Mon-
signor Barbarigo, che allora era qui Vesi
covo, e eh’ è poi fiato Cardinale, ha fatto
rimanere imperfetto il grand’edilìzio, quan-
do si era già per dar principio all’altr’ata,
indi per proseguir nel mezo con nobilissime
sicaie, e con siuperba idea. Di qua si palli
a veder la siala de’Conti Allegri, alla qua-
le e per quadrata ampiezza , e per lume,
e per volta ben pitturata, e per ornato ben’
intesio, non saranno molte anche nelle mag-
gior Città quelle che possano paragonarli.
Abbiam lasciate indietro le moderne
Chiesie, perchè non corrispondono forsè a
molt’ altri edifizj delta Città, Avremmo un
bell’ esempio d’ architettura ecclesiastica
nell’interno della Chiesa di S.Tornalo,nel-
la quale il Sanmicheli è sepolto, sé il mo-
dello da lui datofossè fiato eseguito del tut-
to, e non sintamente netta parte supenore.
Ambigua fra il Sanmicheli, e ’l Sansovino
è la facciata di S. Giorgio; nella qual Chie-
sa bellissimo è 1’ aitar maggiore d’ ordine
Composito, attaccato al muro, e che gira
però insieme col frontispizio fecondo che
fata nicchia con molta mandria. Fu opera di
Bernardino Brugnoli figliuolo d’una sioretta
del Sanmicheli ; il medesimo mise mano
ne’campanili di $. Giorgio,e del Duomo,
guastati prima da chi volle cambiarne il mo-
do, e il disegno sòntuosamente ideato dal
Sanmicheli: già che si dilettano queste par-
ti grandemente d’ alzare alle delle così fatti
edisizj * da quali vien poi talvolta in. alcu-
ni liti resa la Città inabitabile , per 1’ uso
straordinario e instancabile, checontra ogni
carità, e senza frutto alcuno qui ne vien
fatto. In S. Giorgio il Sanmicheli trovò an-
che modo di fortisicar talmentei tati, che
potè imporvi la cupola, il che niun’altro
ardiva di fare. La facciata di S. Maria in
organo, ch’egli avea divisata bellissima, e
d’or-