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Gamurrini, Gian F.: Di una iscrizione cristiana trovata a Pagliano presso Orvieto
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.17402#0117
DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
115
DI UNA ISCRIZIONE CRISTIANA
TROVATA A PAGLIANO PRESSO ORVIETO.
Alla foce del fiume Paglia, che immette nel Tevere circa
quattro miglia da Orvieto, il terreno fra la ripa destra dell’ uno
e la sinistra dell’ altro forma una punta, la quale dalle acque
viene lentamente corrosa. Nel tempo antico era abitata, come si
scorge evidentemente dalle vestigia dei muri discoperti da al-
cuni recenti scavi, e pare che fosse una mansio colle sue terme
per i viandanti, giacché di lì passava una via, la quale condu-
ceva a Todi. Quando fosse distrutta non si sa precisamente, ma
le molte monete trovatevi, le quali non avanzano il tempo di
Teodosio il grande e di Arcadio ci fanno supporre, che essa pa-
tisse per la invasione di Alarico del 409, sia nella sua andata
a Roma (che però si vuole per il Piceno), o sia piuttosto al suo
ritorno dopo quel fatale assedio. In ogni modo sembra che verso
quel tempo fosse la terra di Pagliano (Palianum) devastata e
bruciata, e fatta deserta fino ai nostri giorni.
Niun dubbio che quel luogo fu talvolta esplorato, essendo
state sempre ben visibili le sue rovine; ma giammai come nei
scorsi anni per conto della Banca Romana, che ne aveva il pos-
sesso, e per alcun tempo vi ha regolarmente proseguito gli scavi.
Di quanto è stato rinvenuto se ne hanno sommarie relazioni
deli’ ing. Riccardo Mancini, inserite nelle Notizie degli scavi.
Per essere il precipuo scopo del Ballettino il far noti i
segni del cristianesimo primitivo, lasciando da parte ogn’altra
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DI UNA ISCRIZIONE CRISTIANA
TROVATA A PAGLIANO PRESSO ORVIETO.
Alla foce del fiume Paglia, che immette nel Tevere circa
quattro miglia da Orvieto, il terreno fra la ripa destra dell’ uno
e la sinistra dell’ altro forma una punta, la quale dalle acque
viene lentamente corrosa. Nel tempo antico era abitata, come si
scorge evidentemente dalle vestigia dei muri discoperti da al-
cuni recenti scavi, e pare che fosse una mansio colle sue terme
per i viandanti, giacché di lì passava una via, la quale condu-
ceva a Todi. Quando fosse distrutta non si sa precisamente, ma
le molte monete trovatevi, le quali non avanzano il tempo di
Teodosio il grande e di Arcadio ci fanno supporre, che essa pa-
tisse per la invasione di Alarico del 409, sia nella sua andata
a Roma (che però si vuole per il Piceno), o sia piuttosto al suo
ritorno dopo quel fatale assedio. In ogni modo sembra che verso
quel tempo fosse la terra di Pagliano (Palianum) devastata e
bruciata, e fatta deserta fino ai nostri giorni.
Niun dubbio che quel luogo fu talvolta esplorato, essendo
state sempre ben visibili le sue rovine; ma giammai come nei
scorsi anni per conto della Banca Romana, che ne aveva il pos-
sesso, e per alcun tempo vi ha regolarmente proseguito gli scavi.
Di quanto è stato rinvenuto se ne hanno sommarie relazioni
deli’ ing. Riccardo Mancini, inserite nelle Notizie degli scavi.
Per essere il precipuo scopo del Ballettino il far noti i
segni del cristianesimo primitivo, lasciando da parte ogn’altra
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