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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 14.1908

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https://doi.org/10.11588/diglit.19822#0265
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NOTIZIE

moderna chiesa un sotterraneo importante e degno della visita
degli studiosi come lo abbiamo già a S. Clemente, a Santa Cecilia
ed ai Ss. Giovanni e Paolo. E ciò sarà di grande importanza;
giacché gli avanzi sotterranei di queste antichissime chiese di
Eoma hanno sempre stretta relazione con l'origine storica di
queste chiese medesime '.

3. — Chiesa di S. Silvestro in Capite.

Altre scoperte si sono pure fatte nella Chiesa di S. Silve-
stro in Capite la quale, come è noto, fu fondata dal papa
Paolo I (757-67) nella sua casa paterna. Ivi si ricostruisce
la confessione sotterranea abolita nel secolo decimosesto al-
lorquando la chiesa subì una completa trasformazione; e in
occasione di questi lavori sono tornati in luce alcuni muri ap-
partenenti all'antico edificio. In mezzo alle terre che ingom-
bravano il sotterraneo si sono recuperati dei grandiosi fram-
menti architettonici di fregi e cornici di buona arte romana
dei tempi imperiali provenienti dai prossimi edifici e che erano
stati adoperati come materiali nelle costruzioni del secolo ottavo.

1 Avendo accennato all'importanza di questi monumenti delle più anti-
che chiese di Eoma ed avendo nominato anche la chiesa primitiva dei Ss.Gio-
vanni e Paolo, prendo volentieri questa occasione per spiegare una espres-
sione da me usata riguardo ai monumenti di questa ultima chiesa, allorché
parlai in una recente mia opera del martirio di quei due santi a proposito di
uno scritto del eh. amico comm. Pio Franchi de' Cavalieri. Nel mio Manuale
di Archeologia Cristiana, 2a edizione 1908, pag. 86, nota 1, ricordando come
il sullodato autore avea negato che i santi Giovanni e Paolo fossero
martiri della persecuzione di Giuliano conchiusi col dire che tale sua
opinione « non era punto dimostrata ». Ora, perchè non vi sia alcun
malinteso, io dichiaro che con tali parole non volli affatto menomare
il valore scientifico dello studio del mio dotto amico, ma che io intesi
soltanto dire che gli argomenti recati dal Franchi, quantunque gravi,
pure a me fino ad ora non sembravano tali che se ne possa concludere
essere falso ciò che il De Eossi, il P. Germano e l'Allard osservarono
sulla corrispondenza delle scoperte celimontane con la leggenda dei due
santi suddetti, e con l'attribuzione di questi martiri ai tempi della per-
secuzione dell'apostata.
 
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