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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0026

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là dove un tempo echeggiò il canto dei fedeli assembrati intorno
all'altare costantiniano d'argento, dinanzi al lucido sepolcro pur-
pureo (1), in cui si specchiavano le chete fiammelle dei candelabri
preziosi (2).

Ma errerebbe di molto chi stimasse fantastico codesto disegno.
Fantastico nella composizione, esso è, quanto alle singole parti
(mausoleo e sarcofago), preso dal vero, con la diligenza propria di
quel disegnatore non meno coscienzioso che immaginoso. Quindi
un raffronto col sarcofago originale sarà, senza fallo, utilissimo agli
archeologi, facendo loro toccare quasi con mano l'entità dei restauri.

Le due facce disegnate dal Piranesi sono quelle stesse che aveva
fatte ritrarre il Bosio e che poi riprodussero Aringhi, Dal Pozzo,
Ciampini, Bottari. Secondo ogni verisimiglianza, erano essi il corpo
ed il fianco meglio conservati o meno malconci. Ne per altro motivo
(è lecito credere) quel corpo venne restaurato al tempo di Pio VI
con cura particolarissima (ciò che non si oserebbe affermare della
fronte posteriore) (3) e rivolto poi, nel museo Pio-Clementino, verso
il mezzo della sala. Il corpo, dico, ma non il coperchio, del quale il
lato lungo copiato dai disegnatori è quello che oggi guarda la parete,
se per caso fortuito o perchè trovato meno bello del lato opposto
(che, vel me ipso iudice, è intieramente moderno), non sarei in grado
di decidere, e forse non ne vale la pena.

Nel breve testo dichiarativo il Piranesi ricorda come l'arca,
trasportata dalla basilica nel chiostro Lateranense, fu quivi ricom-
posta, (( stante che in fragmenti ridotta », e restaurata per cura dei

II 49), checché pretendano il Rossini ed altri (cf. Moroni Dizionario storico eccles.

12, 18).

(1) Nel medioevo purpureusj è sinonimo, a volte , di porphyreticus. Nel
chronicon di Sigeberto ad an. 849 (Migne Patr. Lat. 160, 162) s. Elena si dice
sepolta appunto in mausoleo ( = sarcophago, solio) purpureo. E, giusta la versione
latina degli acta Thomae, la salma di Gad venne deposta in labro purpureo
(p. 141, 15 ed. Bonnet).

(2) Lib. pont. p. 66, 11 ed. Mommsen ante sepulchrum beatae Helene
Aug..... phara canthara argentea /u» pens. sing. lib. XX. Per una esatta descri-
zione del mausoleo ad duas lauros v. Rivoira L'architettura romana p. 279 ss.

(3) Dove alcune parti vennero rifatte addirittura in stucco. Tale è la
gamba sin. del secondo prigioniero (da sin. a d.), il cui originale in porfido,
già posseduto dal conte G. Stroganoff, è stato recuperato ultimamente dal Museo
Vaticano, per grazioso dono del Sig. J. Marshall, come mi comunica il comm.
B. Nogara, Direttore generale dei Musei e delle Gallerie pontificie. Pur di stucco
è la gamba d. del primo cavaliere.

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