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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0030

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All'ombra del claustro lo vide il Bottari (I) verso il 1753, nelle
stesse se non in peggiori condizioni di quelle che aveva lamentate
il Ciampini; ivi lo videro, fra altri, il Venuti (2), il Winckel-
mann (3) e, come già riferimmo, il Piranesi. Quest'ultimo lo dice
« molto maltrattato e guasto, particolarmente nelle figure », e il
disegno ch'egli ne offre è come un ampio attestato della verità delle
sue parole. Con le quali concorda perfettamente ciò che scrive il
Bottari, che « molte figure sono rotte e guaste e state portate altro-
ve (4) e però perdute o smarrite ». Le varie trasmigrazioni dovettero
contribuire per non piccola parte al miserando scempio che ebbe
termine solo nel 1778, allorché, per ordine di Pio VI, il monumento
fu trasportato ai giardini Vaticani nello studio degli scultori, onde
subirvi la lunga, audace operazione.

Nello studio degli scultori, entro un « casotto » apposito (5),
l'operazione si protrasse fino al 1787, nel quale anno il sarcofago,
restaurato, pulito, rifatto, andò, fra l'ammirazione del pubblico, a
prendere il posto che ancora occupa nella sala a croce greca. Dal-
l'archivio della Computisteria dei Sacri Palazzi apprendiamo che il
porfido necessario per riattare l'urna fu mandato a prendere dall'ab.
Visconti a S. Sisto Vecchio (6). Lo stesso archivio ci fornisce an-
che varie notizie sui travertini messi a sostegno del coperchio ; sul

(1) Roma soft. HI 187: «Adesso se ne sta nell'antico claustro, negletto
anzi che no ». .

(2) Accurata e succinta descrizione etc. I, Roma 1827, p. 225 (la I edizione
è del 1763) : « La grande urna di porfido che si osserva collocata nel claustro della
basilica Lateranense ».

(3) Storia delle arti tr. C. Fea III, Roma 1783, p. 411: «nel chiostro an-
nesso alla chiesa di S. Giovanni in Laterano ». La I edizione tedesca è del 1764.

(4) Ne è una prova quella gamba di barbaro (v. sopra p. 20 nota 3 andata a
finire, chi sa per quali vicende, nella collezione del conte StroganofF.

(5) Vedi Archiv. Computisi. 6a Parte Mandati al Tes(oriere), dal n. 278
al n. 315, a. 1788. Da Gennaro 17/J a tutto li 14 Maggio 1787, f. 369:« nello studio
delli scultori » ; f. 369 v : « Per il rustico e fattura di due soglie di peperino messe
à piedi di due lucernali del casotto dove si restaura l'Urna » etc.

(6) Ib. f. 375 v: «Per il tempo di n. 3 giornate di un Mastro impiegato in
più volte in andare a S. Sisto Vecchio per ordine del signor Visconti (si'ntende
certo il «fu sig. abate Visconti», come è chiamato sempre prima e dopo, ff.
371 v, 376, 376 v, 378 v, 381, 385, e non il figlio Ennio Quirino successogli nel 1784)
a misurare diversi pezzi di porfido per riattare l'urna di porfido ed ivi caricato li
detti sassi In due viaggi e portati al Museo se. 2, 40 ».

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