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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Taramelli, Antonio: La chiesa sotterranea detta il carcere di Sant'Efisio in Cagliari
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0046

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sante, se non conclusivo, per l'uso e l'origine della chiesa sotterra-
nea e se non altro ci permettono di dare una base scientifica alla
ipotesi sul primitivo carattere della cella e sopra i successivi usi di
essa e di esporre con qualche maggior larghezza e consistenza le
vicende dello storico recesso circondato dalla venerazione di lunghi
secoli.

Non posso accompagnare la mia esposizione con tavole e pian-
te essendo ancora in corso il lavoro di ricerca e potendosi avere
anche all'ultimo momento qualche imprevisto dato che dia corpo
alle ipotesi o che le faccia inesorabilmente scartare.

Non è affatto provato che la chiesa sotterranea sia stata in ori-
gine una cisterna d'acqua scavata nel duro calcare miocenico della
collina stampacina dai Fenici o dai Cartaginesi. Vasche e camere
a pilastri non mancano nell'architettura idraulica punica, ma il
tipo della cisterna caralitana è alquanto diverso, a quanto mi con-
sta da questa. Propendo invece a ritenere che la cella sotterranea
sia stata espressamente scavata per uso di rifugio e di culto ad al-
cuno di quei « misteri » che in età repubblicana e massime al prin-
cipio dell'impero romano penetrarono dall'oriente in Roma, attra-
endo sempre più vivamente lo spirito delle varie classi sociali ro-
mane dilagando dagli umili per salire sino ai fastigi della corte
imperiale.

Penso ad un luogo di riunione dei misteri di Iside, meglio che
di Mitra sia perchè noi abbiamo varie prove dell'esistenza in Calaris
del culto di Iside, sia anche perchè la nostra cripta ha vari caratteri
proprio degli Isèi, quali il caratteie di chiesa sotterranea con accesso
nascosto, la presenza di una cisterna nel centro della parete al lato
opposto dell'abdisiola del sacrificio, l'esistenza di una scala pure
scavata nel masso e poi demolita al piede, la quale per un corri-
doio dava all'aperto, in luogo forse abbastanza discosto dalla cripta
e che per ragioni ovvie non si potè seguire. Certo è che il vano sot-
terraneo fu usato già in età repubblicana, come provano le monete
repubblicane recuperate nella rinettatura diligente fatta del pavi-
mento ; e l'uso durò anche in età imperiale, e ce ne danno testimo-
nianza le monete di Domiziano, di Antonino Pio, di Marco Aurelio
e di imperatori posteriori, pure trovate durante gli scavi del sot-
terraneo.

Non è improbabile, dati gli esempi raccolti già in tanti punti
del mondo cristiano, che i primi fedeli giunti in Calaris — e la po-

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