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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Marucchi, Orazio: Roma. L'Ipogèo del Viale Manzoni
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0051

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terno del recinto costruito da quel principe, essendo noto che l'an-
tica legge romana vietava che si ponessero i sepolcri all'interno
delle mura della città: e dalla sua costruzione e dallo stile delle
pitture può giudicarsi degli inizi del secolo terzo e forse anche della
fine del secondo. Ed infatti in esso è adottata la sepoltura per inu-
mazione la quale appunto nel secondo secolo succedette al primiti-
vo sistema della cremazione.

Le pitture più notevoli del nostro monumento sono quelle della
prima stanza che sta a sinistra di chi scende, dove nella parte infe-
riore delle pareti sono rappresentati undici grandi figure virili con
tunica e pallio, le quali però in origine dovettero esser dodici; e
nella parte superiore si veggono delle scene prospettiche di una città
con il caseggiato e le strade, ed una folla di popolo. In un'altra pa-
rete si è creduto poi di riconoscere una scena che sembra riferirsi
al mito, del ritorno di Ulisse ad Itaca. Le persone ivi dipinte sem-
brano venir fuori dalla città ed incamminarsi verso una figura poeta
a cavallo.

Queste rappresentanze farebbero pensare ad un sepolcro pa-
gano; ma nella volta della stanza medesima è ripetuta quattro volte
la figura del buon pastore con la pecora in spalla nel consueto atteg-
giamento che si vede ripetuto così spesso negli antichi cimiteri cri-
stiani : e questo emblema unito alla forma della parte più profonda
del sotterraneo, che è identica a quelle delle catacombe, fa pensare
ad un ipogèo cristiano. Ma una pittura di questa stanza medesima
ha una importanza singolare a tale riguardo, ed io la feci subito
notare al dottor Bendinelli ispettore dell'ufficio scavi il quale ha
poi dato recentemente la prima illustrazione del monumento nelle
« Notizie degli scavi ». Sulla parete a sinistra di chi entra verso la
scala è rappresentato un personaggio barbato con lunghi capelli
che gli scendono sulle spalle e di un tipo assai somigliante a quello
del Salvatore. Il personaggio è seduto nell'alto di una collina e sta
leggendo un volume che tiene svolto con ambe le mani; e al di
sotto sul dirupo della collina sono sparse delle pecore in vari at-
teggiamenti. Il lettore e le pecore sono evidentemente in relazione
fra loro ; ed il pittore ha voluto qui rappresentare un mistico pastore
che istruisce un mistico gregge. Il mio pensiero nel veder questa
scena corse spontaneamente alla celebre iscrizione cristiana di Aber-
cio, oggi nel museo lateranense, dove quel vescovo orientale del
secondo secolo si dichiara discepolo del buon pastore Cristo Gesù

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