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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Putortì, Nicola: Lucerne cristiane nel Museo Civico di Reggio-Calabria
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0087

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e la Dimora degli Ebrei in Calabria, pp. 15 s., ed 88, accennano a catacombe reg-
gine; lo stesso Dito, ib., ed a p. 89, parla anche di catacombe scoperte a Tropea
ed a Nicastro, riportandone la bibliografia. Ma occorrerebbe, pei siti per cui tuttora
fosse possibile, confrontare ciò che già è stato scritto con i prodotti che darebbero
gli scavi sistematici, onde venire a risultati scientificamente sicuri. Dico possibile,
perchè, limitandoci a Reggio, delle così dette « catacombe di S. Paolo e della
Annunziata (degli Ottimati) » (Moscato, /. e), non si potrebbe assodare più niente
nella zona, almeno dove il terreno è stato ormai del tutto sconvolto, specialmente
dopo il terremoto del 1908. Inoltre, sarebbe necessario risalire prima direttamente
alle fonti stesse, per accertarsi che quivi si tratti proprio di catacombe, e non di
altro da cui possa essere stato generato alcun equivoco. Per restar sempre a Reggio,
quanto afferma il Moscato, //. ce, non è che una mera induzione del colto scrit-
tore. Nè, cercando in Morisani, Inscripiìones Reginae — che il Dito, o. e, p. 88,
nota 3, cita per le « catacombe di Reggio scoperte nel 1757 » : precedentemente la
medesima citazione era stata fatta dal Taccone-Gallucci, Regesti dei Romani Pontefici,
p. 296 — si riesce a rinvenir nulla circa simili monumenti in Reggio stessa. Anzi, a
p. 446, nota 50, delle Inscriptiones, trovasi una enumerazione di cimiteri o catacombe
cristiane, nella quale non è compresa Reggio. Viceversa, dalle ripetute Inscriptiones,
p. 465, rilevasi che, durante il 1757, a Lazzaro fu rinvenuto il mattone dei C. 1 L.,
X, 1, n. 15, già edito dal Morisani stesso e ricordato pure dal Dito nella nota pre-
detta. 11 quale mattone, per altro, non apparisce neppure proveniente da catacomba,
ma soltanto da sepolcro comune.

Da quanto, poi, il Morisani, Ada S. Stephani, Ms. del Museo civico di Reg-
gio, III, c. 3, § VII, riferisce intorno ad una certa cripta, già nel sec. XVI menzio-
nata dai canonici reggini in un rapporto alla Congregazione dei sacri riti, come
esistente in Reggio, presso la predetta località di S. Paolo, e contenente una pit-
tura dell'Apostolo rivolto al popolo — cripta non osservata, certo, dal dotto ar-
cheologo —, non può essersi autorizzati a desumere si trattasse colà di cimitero
o catacomba cristiana, come afferma il Moscato, Rio. St. Cai., 1896, p. 205 ss.,
dove è pure riportato il brano del Morisani medesimo. Nel quale, del resto, mentre
accennasi alla pittura, non si fa menzione per nulla di corpi di santi, o di martiri,
o di fedeli nella cripta deposti : il che sarebbe stato certamente aggiunto, se nel do-
cumento dei canonici — vero nella parte descrittiva, come il Moscato stesso (p. 210)
distingue — il Morisani, accuratissimo com'era, v'avesse trovato alcun accenno.

E giacche si è in tale argomento, devo rilevare che grande la conquista sa-
rebbe per l'archeologia cristiana in Reggio, se si giungesse a rinvenire i sepolcri
dei martiri locali, che, un codice messinese (Typicon) indicherebbe sicuramente esi-
stenti quaggiù. Dei santi martiri Stefano, Socra e compagni il documento al f. 145
direbbe: Tòrv àyicov \xo.QXVQWV StEcpóvou jcctl Scóxga xai %r\g auvoiSiac, coitoiy...
xeiuìvcqv év tàj 'Pirico xr\c, Kalafìgiaq (Cozza Luzzi, Rio. St. Cai., 1902, p. 203).

Come anche pel resto della regione sarebbe utile accertare quanto affermasi,
ad es,, dal Taccone Gallucci, II Brvzio nei primi secoli del Cristianesimo, Riv.
St. Cai., 1903, pp. 419 segg ; 1904, pp. 7 segg., 68 segg., 142 segg., 212 segg.;
298 segg., 325 segg., a proposito di santi e martiri calabresi, le cui reliquie giacereb-
bero nella regione stessa.

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