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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Grossi Gondi, Felice: L' iscrizione eucaristica del secolo V nella Basilica di S. Lorenzo in Verano
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0117

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metà del sec. V. L'iscrizione pertanto non può essere posteriore a
tal tempo (1).

La grande lastra marmorea pare fosse collocata in un luogo
della basilica per il quale passavano i catecumeni per andare a ri-
cevere i due grandi Sacramenti. Vi accennano, come sopra dissi,
le prime parole: Adsp]ice qui transis. Non sappiamo se la basilica
di S. Lorenzo avesse un battistero separato, come il lateranense e
molti altri in Roma ed altrove; certo è però che v'era, e ne abbia-
mo due accenni nel Lib. Pont. (I, 234, 244) nelle vite di Sisto III
(432-440) e di papa Ilaro (461-468), tutte e due quindi del sec. V.
Ed ora lo conferma chiaramente la nostra iscrizione. Non è certo
nuovo il costume di collocare iscrizioni nei battisteri, come quelle
di S. Pietro in Vaticano, del battistero Lateranense, ancora esistente
di Sisto III, della basilica di S. Michele arcangelo, forse nel vicus
Pairicius, dei battisteri di S. Tecla e di S. Stefano a Milano, di
Primuliacum, in Gallia, di Calagurris in Spagna, di Tipasa in
Africa, ecc. (2). A Ravenna si veggono ancora in parte le iscrizioni
poste dal vescovo Massimiano sulla porta che dal battistero Ursia-
no conduceva alla contigua cattedrale (3).

La manifesta professione nel domma della Transustanziazione
eucaristica dell'epigrafe di s. Lorenzo, è finora unica fra tutte le
iscrizioni sacre e funebri latine e greche, comprese quelle di Aber-
cio e di Pettorio d'Autun. Essa quindi è il monumento epigrafico
più insigne che ci ha tramandato l'antichità, della fede delle anti-
che generazioni dei fedeli nel grande miracolo eucaristico.

F. Grossi Gondi s. J.

(1) Di questo stesso argomento si servì il eh. G. Rauschen, per fissare, non oltre
la prima metà del sec. V, la .data della composizione del trattato De Sacramentis
dello pseudo Ambrosio, nel quale appunto si fa allusione ancora al costume generale

del battesimo degli adulti. (Florilegium Pairisticum. Fase. vii, Bonnae 1909, p. 93). Alia
stessa epoca ci riporta l'uso della parola paradisus, che, ignota all'epigrafia cristiana
dei primi tre secoli, comincia ad apparire nella seconda metà del sec. IV. Cf. ÈHM :
Damasi Epigrammata, 21, 95; De rossi : Inscript. Chrisi. Urbis. Rorr.ae i, n. 317 del-
l'anno 382; Le blant: Inscript. chrét de la Gaule, n. 516, dell'anno 449 (?). Cfr.
anche Corpus Inscript. Lat., Voi. V, 6218 e 'per l'Africa l'iscrizione di un Dalma-
tius, oggi nel Museo di Cartagine.

(2) GROSSI GoNDI F., Trattato di epigrafia cristiana, ecc., p. 334 e segg.

(3) V. GARRUCCI R., Storia dell'arte cristiana, ecc. ; tav. 228 e pp. 37, 38.

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