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1087

MCCCCC, NOVEMBRE.

1088

ozi, in concistorio, il papa à dechiarito il ducha di
Valentinoys, ducha di Ymola, Forlì, Pexaro, Rima-
no, Faenza, Cesena e Fam ; e dete sacramento a li
cardinali, et alcuni non volseno zurar, dicendo : Pa-
ter sancte, questo non è tempo da far queste cosse:
centra il turcho ! contra il turcho ! eie. Ilem, el Car-
dinal Santo Anzolo non era, per haver le doie ; ma
Siena fé 1’ oficio gaiardamente, dicendo si comenzi
armar, et el papa doveria far armata, e non dir di
andarvi im persona, che non vi anderà; e l’altra è
fatibile eie.
Da Napoli, di l’ oralor, sier Francesco More-
xini, dotar, di 5. Come il re li mostrò letere dii vice
re di Bari, di la captura, per nostri, di domino
Alexandro Manducha, andava al turcho ; e F orator
nostro volendo escusar il re, scusò quelli F haveano
preso, dicendo non sano la praticha si trama a be-
nefìcio di la Signoria, et che havia scrito al suo ora-
tor de qui, sij con la Signoria. Et sopravenendo F o-
rator yspano, fo fato fine, e fin 6 zorni spazerà
F orator dii turcho, e il re anderà versso Caieta, et
verà esso orator nostro con bon augurio di repatriar.
Da Roma, dii Cardinal Cosenza. Responsiva a
una scritali per la Signoria nostra, la copia di la qual
sarà qui avanti posta.
A dì 20 novembrio. In colegio non fo il princi-
pe, ni fo leto ninna letera. Vene li cai di X, dicendo
haver cosse che importa, et steteno tuta la matina
dentro ; et vene F orator di Franza. Quello si dicesse
noi so, perchè non vi era.
Da poi disnar fo pregadi, per expedir li cremo-
nesi eie.
Da Ferara, dii vicedomino, di 19. Come el mar-
chexe di Mantoa era ancor li ; non è andato a Coma-
chio per li tempi cativi, licei tutto fosse preparato ;
e forsi per altro è restato, per star molto suspesi de
li, per li successi dii campo dii ducha Valentinoys,
qual si dice è acampato a Faenza, versso Castel Bo-
lognese, tamen faventini si voi tenir ; ma havendo
perso la Val di Lamon, si judicha farano mal ; ben-
ché eliam nel campo è discordia tra li capi e mem-
bri ; et è stà ditto, hanno posto Granarollo a sacho,
e preso il castello, eh’ è in Val di Lamon eie.
Item, il papa à consesso de li el jubileo fin Na-
dal, con questo, pagi el 3.° di la spesa di andar a
Roma, qual sia dii papa, et è uno exator al domo,
scuode. Et si visita 7 chiesie, e si ha il jubileo.
Ilem, da Fiorenza hano preso di trovar danari
per far fantarie, ma sono strachi dii governo ; e si
judicha un zorno si darano a Franza.
Fu posto per li consieri, atento, mo terzo zorno,

tasse preso parte dar don a quelli pagavano da mo
8 zorni le decime numero 60 et 61 al monte nuovo,
e fo preso eror, voleva dir numero 62 e 63 ; et
cussi di novo sia preso. Et fu presa.
Ilem, fu posto per li consieri, cai di 40, sier Lu-
nardo Grimani, savio a terra ferma, et li savij ai or-
deni, atento sia preso non dar soventiom a ninni re- 431
tor o castelan o altro, andava in rezimento da mar;
cussi di novo s’intendi, ni da terra, ni da mar, sub
poena eie., videlicet non habi di qui prima vadino. E
bave tuto il conscio.
Fu posto per li consieri, e sier Lunardo Grima-
ni, savio a terra ferma, una parte di le caxe si tuoi
in la Signoria, cussi come el più è di debitori, cussi
il smen vender sia di essi debitori, a Ihoro dano eie.
Andò le parte: ha ve una non sincera, 52 di consieri,
53 di no. Et per non esser presa, perchè era injusta,
fo rimessa a consultar.
Fu posto per sier Antonio Tram, el consier, dar
a Zuan Carlo da Rezo, qual à fato F horologio di
San Marco, e speso dii suo, come è stà stimato, du-
cati 1728, in recompensatiom, volendo star a gover-
narlo eie., li sia dato do fontegarie in Rialto, le pri-
me vacherano ; tamen fo presa, e non si contentò
per esser 0 al presente.
Fu posto per li savij ai ordeni, che sier France-
sco Zane, quondam sier Bernardo, possi mandar pa-
tron su la soa gali a a Barato, sier Alvise Conlari ni,
quondam sier Pandolfo, qual è al presente soracom-
mito con quella. Ave 8 di no, el resto di sì.
Fu posto per li consieri e savij ai ordeni, atento
la suplicatiom di domino Beneto Misoli, da Pago, do-
tar et cavalier, leta al conscio, qual mostrò gran me-
riti, e il fradello era sopracomito di la galia di Pa-
go, presa da’turchi, e morto eie.; li sia dato in con-
tadi, di ogni danar di la Signoria nostra, non obli-
gati, quello restava ereditar eie. per il servir di la
galia preditta. Ilem, li sia remesso ducati 290, dia
dar a la camera di Pago. Ilem, li sia dato la villa di
Jupa, sul conta’ di Zara, qual hora è diserta da’ tur-
chi. Et sier Antonio Tran, el consier, et Jo, Marin
Sanudo, savio ai ordeni, metesemo voler la parte,
eoccepto di la villa, ma si scrivi prima a Zara, e si
habi information di la cossa. Andò la parte : 4 di no,
48 di consieri, 70 la nostra. E fo presa.
Fu posto, poi venuto il colegio fuora, per li savij
dii conseio et di terra ferma, expedir li oratori di
Crema. Et leto quello rechiedevano, eh’ è 27 ville lì
vicine, noviler aquistate, parte erano solo Lodi e
parte solo Milan, che le sia concesse a Crema, atento
la fede Ihoro, e mandato soi vicharij, et le apelation
 
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