Overview
Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Schiaparelli, Ernesto; Missione Archeologica Italiana in Egitto; Italien / Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti [Mitarb.]
Relazione sui lavori della Missione Archeologica Italiana in Egitto (anni 1903-1920) (Volume 2): La tomba intatta dell'architetto "Cha" nella necropoli di Tebe — Torino: Casa Editrice Giovanni Chiantore, 1927

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.55349#0088
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
74

La tomba di « Cita »

Vespero è già colà dov'è sepolto
Lo corpo, dentro al quale io faccio ombra:
Napoli Vha e da Brandizio è tolto.
Ora, se innanzi a me nulla si adombra
Non ti meravigliar più che dei cieli,
Che l’uno all’altro raggio non ingombra.
A sofferir tormenti e caldi e geli
Simili corpi la Virtù dispone,
Che come fa, non vuol che a noi si sveli.

Questa fede nella sopravvivenza del ha, prese, secondo i luoghi, i tempi e le persone, forme,
intensità ed importanza diverse ; ma essa costituì nondimeno uno dei punti più fondamentali
delle credenze degli Egiziani sulla vita futura e dovette far parte essenziale del primitivo patri-
monio spirituale delle genti camitiche, o protosemitiche che dir si vogliano, che in un tempo
immemorabilmente antico fissarono la loro dimora nella valle inferiore del Nilo, e ivi matu-
rarono e svolsero la civiltà che ha nome dall’Egitto.
Quindi nel pensiero dei congiunti di Cha, dopo che a loro cura e colla assistenza di idonei
sacerdoti — il Cherheb, il Sotem, l’Amichenti, VAmiasi, ecc. — si erano compiute le cerimonie
funebri e segnatamente si erano compiuti i riti, cosidetti, dell’apertura della bocca e degli occhi
alla mummia od alla statua, mentre l’anima di lui se ne volava verso il sole per seguirlo nel
suo eterno viaggio diurno e notturno, la di lui ombra prendeva possesso della tomba e quivi
fissava la sua residenza e rinnovava la vita di come quando era sulla terra. L’ombra di Cha
era nella tomba accompagnata da quella della « diletta consorte Mirit » : con Mirit faceva la
adorazione ad Osiride, quale è rappresentata nella prima parte del papiro (Fig.31); con Mirit
riceveva idealmente le visite dei figli, dei congiunti e degli amici; e questa esistenza, al tutto
indipendente da quella dell’anima e ispirata a criterii tutti terreni, si supponeva si perpetuasse
indefinitamente.
Non è quindi a meravigliarsi se, per la pietà dei figli, nella tomba di Cha e di Mirit si sieno
trovati non solo quegli oggetti che, per essere stati da loro usati in vita, erano per essi più cari,
ma anche un saggio di quanto, in fatto di mobili e di provviste alimentari, maggiormente ab-
bondava in una dimora signorile come la casa di Cha, affinchè le ombre dei genitori nella loro
esistenza oltremondana non mancassero di quanto aveva reso lieta la loro vita terrena.
 
Annotationen