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( 55 )
guisa di piramide a metà del quale sta Tripi, l'antico Abaceno, e
sulla vetta la moderna Novara. Soprastanno a questo i monti Erei,
dietro a' quali torreggia l'alta cima dell'Etna. Finalmente gli on-
deggiamenti declivi delle colline coverte di ulivi, che stendonsi dal
territorio tindaritano a quello dell' antico Abaceno, accrescono bel-
lezza a questo delizioso paese.

Tavola XXX.

Topografia di Tindari.

Era la città tutto all' intorno cinta di mura, gli avanzi delle quali
veggonsi ancora a quando a quando afforzate da torri quadrate, al-
l' infuori dell' angolo tra mezzogiorno e ponente, ove la rupe tagliata
a picco ne faceva le veci, precisamente a fianco del moderno san-
tuario della madonna del Tindaro. Sono tuttavia visibili le rupi che
una volta formavano il suolo di questa parte della città, e che si
avvallarono nel disastro ricordato da Plinio, siccome accennammo
nella parte quinta del presente volume. Però dalle osservazioni da
noi fatte sul luogo, e che ognuno può verificare riguardando la no-
stra corografìa, risulta apertamente che Plinio avesse esagerata quella
catastrofe, ove dice che il mare si trasse dimìdiam Tyndaridas ur-
bein (i); perciocché essendo molto breve il tratto rovinato (da noi
segnato a a) fra mezzo alle mura esistenti, mostra di leggieri, che
non la metà, ma solamente una qualche parte di Tindari fosse an-
data in ruma.

Fra gli avanzi de' monumenti, alcuni, già noti da un pezzo, son
divenuti meglio osservabili per gli ultimi scavamenti, ed altri di
recente sono stati discoperti. Fra essi son notevoli il teatro b, un
grande edifìcio arcuato e, un pavimento a musaico d, un sepolcro
romano e, due porte della città f g, la seconda delle quali met-
teva ad un cammino coperto; ed in fine, verso settentrione nella
punta più sporgente del promontorio, e propriamente sulla famosa
grotta di stalattiti che addimandasi Donnavilla, alcuni indizi di un
antico sepolcreto h.

Antichità della Sic. Voi. V.

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