mare la gloria che i Greci acquistaronsi per l'in-
venzione dell'architettura imitativa, derivandone
i primi elementi dall' arte egiziana; ed in prova
essi adducono le innumerevoli colonne, che tut-
tavia si osservano ne' monumenti dell'Egitto e
della Nuhia, e segnatamente quelle sci del se-
polcro di Beni-Bassan, che secondo l'iscrizione
riferita dal Rosellini (Moti, dell' Egitto ec, tom.
I, part. II, pag. 5o 58. M. G. tav. II), risale
all'epoca della XVII dinastia; colonne che per
la rastremazione, e le scanalature di che van
fornite, somigliano in certo modo allo altre do-
riche della Grecia.
Or noi, pria di venire alla disamina di sif-
fatti monumenti, stimiamo opportuno soffermar-
ci a considerare qual sia il carattere essen-
ziale dell'architettura imitativa; imperciocché,
secondo avvisiamo, egli non è certamente nelle
sole colonne eh' esso riposa, ma sì bene in quel
completo ordinamento delle colonne con l'in-
tera trabeazione, da rappresentare cosi un con-
gegno di parti per tal modo collegate fra loro,
che non se ne possa togliere alcuna senza al-
terare la mirabile coordinazione del tutto.
Ammesso dunque questo principio , che per
altro ó conforme alla dottrina di Vitruvio ed a
quanto è stato generalmente consentito, ne se-
gue, che se nell'età più vetuste, e quando l'arte
altro non era che un lavorio meccanico e ma-
teriale, avessero i Greci, fra le altre cose im-
parate dagli Egizi', preso ad imitare taluna di
quelle colonne, di che gli edifici' dell' Egitto e
della Nubia andavano a ribocco forniti, siccome
imitarono i simulacri d'Apollo, di Afrodite, di
Bacco ec. loro recati da Danao, da Ipermostra,
da Cadmo e d'Armonia, ciò nulla scemerebbe
al nostro argomento. L'arte non incomincia ve-
ramente, che dove ha principio l'imitazione; e
perciò appunto, ragionando sulla scultura, di-
ceva uno de' più dotti archeologi de' tempi no-
stri, che se i Greci non altro avessero fatto se
non ciò che fecero gli Egiziani, riproducendo
eternamente figure che non ebbero mai esistenza
nella natura , potrebbe dirsi benanche di loro
che non avessero mai avuta un'arte (Raoul-Ro-
chette Cours d" Archéolog. i lecon pag. 7).
Venendo ora a' monumenti dell'Egitto , non
è a dubitare che sin da' tempi che oltrepassano
i confini della storia vi si vedessero usate le co-
lonne. Ma ciò non prova che gli artisti egiziani
conoscessero l'architettura imitativa: difatti fra
gli edifici innumerevoli dell'Egitto e della Nu-
bia, non avvenc un solo che sia fornito di una
Antica, della Sic. Voi. V.
io5 )
bene ordinata trabeazione, in che (giova ripe-
terlo) sta l'essenza dell'architettura imitativa;
anzi le medesime colonne del sepolcro di Bcni-
Hassan, le quali, benché prive di capitello, sono
le uniche che presentano una tal qual somiglian-
za con le colonne doriche , ne mancano an-
ch' esse.
D'altronde non parci che la sana critica con-
senta a supporre le colonne di questo sepolcro
coeve alla sua primitiva costruzione; impercioc-
ché ponendo mente alla immutabilità delle for-
me costantemente osservate nell'Egitto, ed alla
circostanza di esser questo, fra migliaja di mo-
numenti , le sole colonne che dalle consuete
formo differiscano , possiamo ragionevolmente
supporre ch'esse debbano riferirsi ad un'epoca
posteriore, e dopo l'età di Amasis, quando
già cominciò a comparire nell'Egitto l'architet-
tura de' Greci.
Per le quali cose, ove pur voglia concedersi
che l'Egitto abbia apprestato alla Grecia qual-
che elemento della sua architettura, pure sarà
forza convenire ch'era serbato a questa di fe-
condarlo , e d'innalzare 1' architettura ad arte
bella ed imitativa. E come avvenne della sta-
tuaria, 'di cui sebbene i Greci avessero ricevuto
i primi elementi dagl'informi simulacri dell'E-
gitto , pure essi soli ebbero il vanto di solle-
varla da un semplice materiale meccanismo, ad
arto sublime d'imitazione, così pure dell'archi-
tettura intervenne, che sotto l'ellenico cielo, e
per inspirazione de' greci artisti sollevossi ad
arte bella ed imitativa, prendendo a tipo quella
ragionata coordinazione della travatura del tet-
to, di cui le parti tutte veggonsi rappresentate
nell'ordine dorico, l'ordino per eccellenza, nel
quale ogni membro risponde all'oggetto dell'imi-
tazione, e che sarà eterno monumento di gloria
per le arti elleniche.
(6) Vitruvio destina l'intero cap. 2 del lib.
IV, in cui tratta dell'origine de' tre ordini ar-
chitettonici", a mostrare come i Greci ne' loro
edifici di pietra o di marmo, e particolarmente
nell'ordine dorico, intesoro sempre imitare le
costruzioni di legno. La quale osservazione ve-
desi poi indubitatamente confermata da' fatti;
imperciocché tralasciando di parlare delle travi
verticali che stavano in luogo di colonne di
pietra , il nome medesimo di trabeazione che
dassi alla intera copertura degli edifici, dinota
coni'ella abbia trailo origine dall'imitazione del
legno.
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venzione dell'architettura imitativa, derivandone
i primi elementi dall' arte egiziana; ed in prova
essi adducono le innumerevoli colonne, che tut-
tavia si osservano ne' monumenti dell'Egitto e
della Nuhia, e segnatamente quelle sci del se-
polcro di Beni-Bassan, che secondo l'iscrizione
riferita dal Rosellini (Moti, dell' Egitto ec, tom.
I, part. II, pag. 5o 58. M. G. tav. II), risale
all'epoca della XVII dinastia; colonne che per
la rastremazione, e le scanalature di che van
fornite, somigliano in certo modo allo altre do-
riche della Grecia.
Or noi, pria di venire alla disamina di sif-
fatti monumenti, stimiamo opportuno soffermar-
ci a considerare qual sia il carattere essen-
ziale dell'architettura imitativa; imperciocché,
secondo avvisiamo, egli non è certamente nelle
sole colonne eh' esso riposa, ma sì bene in quel
completo ordinamento delle colonne con l'in-
tera trabeazione, da rappresentare cosi un con-
gegno di parti per tal modo collegate fra loro,
che non se ne possa togliere alcuna senza al-
terare la mirabile coordinazione del tutto.
Ammesso dunque questo principio , che per
altro ó conforme alla dottrina di Vitruvio ed a
quanto è stato generalmente consentito, ne se-
gue, che se nell'età più vetuste, e quando l'arte
altro non era che un lavorio meccanico e ma-
teriale, avessero i Greci, fra le altre cose im-
parate dagli Egizi', preso ad imitare taluna di
quelle colonne, di che gli edifici' dell' Egitto e
della Nubia andavano a ribocco forniti, siccome
imitarono i simulacri d'Apollo, di Afrodite, di
Bacco ec. loro recati da Danao, da Ipermostra,
da Cadmo e d'Armonia, ciò nulla scemerebbe
al nostro argomento. L'arte non incomincia ve-
ramente, che dove ha principio l'imitazione; e
perciò appunto, ragionando sulla scultura, di-
ceva uno de' più dotti archeologi de' tempi no-
stri, che se i Greci non altro avessero fatto se
non ciò che fecero gli Egiziani, riproducendo
eternamente figure che non ebbero mai esistenza
nella natura , potrebbe dirsi benanche di loro
che non avessero mai avuta un'arte (Raoul-Ro-
chette Cours d" Archéolog. i lecon pag. 7).
Venendo ora a' monumenti dell'Egitto , non
è a dubitare che sin da' tempi che oltrepassano
i confini della storia vi si vedessero usate le co-
lonne. Ma ciò non prova che gli artisti egiziani
conoscessero l'architettura imitativa: difatti fra
gli edifici innumerevoli dell'Egitto e della Nu-
bia, non avvenc un solo che sia fornito di una
Antica, della Sic. Voi. V.
io5 )
bene ordinata trabeazione, in che (giova ripe-
terlo) sta l'essenza dell'architettura imitativa;
anzi le medesime colonne del sepolcro di Bcni-
Hassan, le quali, benché prive di capitello, sono
le uniche che presentano una tal qual somiglian-
za con le colonne doriche , ne mancano an-
ch' esse.
D'altronde non parci che la sana critica con-
senta a supporre le colonne di questo sepolcro
coeve alla sua primitiva costruzione; impercioc-
ché ponendo mente alla immutabilità delle for-
me costantemente osservate nell'Egitto, ed alla
circostanza di esser questo, fra migliaja di mo-
numenti , le sole colonne che dalle consuete
formo differiscano , possiamo ragionevolmente
supporre ch'esse debbano riferirsi ad un'epoca
posteriore, e dopo l'età di Amasis, quando
già cominciò a comparire nell'Egitto l'architet-
tura de' Greci.
Per le quali cose, ove pur voglia concedersi
che l'Egitto abbia apprestato alla Grecia qual-
che elemento della sua architettura, pure sarà
forza convenire ch'era serbato a questa di fe-
condarlo , e d'innalzare 1' architettura ad arte
bella ed imitativa. E come avvenne della sta-
tuaria, 'di cui sebbene i Greci avessero ricevuto
i primi elementi dagl'informi simulacri dell'E-
gitto , pure essi soli ebbero il vanto di solle-
varla da un semplice materiale meccanismo, ad
arto sublime d'imitazione, così pure dell'archi-
tettura intervenne, che sotto l'ellenico cielo, e
per inspirazione de' greci artisti sollevossi ad
arte bella ed imitativa, prendendo a tipo quella
ragionata coordinazione della travatura del tet-
to, di cui le parti tutte veggonsi rappresentate
nell'ordine dorico, l'ordino per eccellenza, nel
quale ogni membro risponde all'oggetto dell'imi-
tazione, e che sarà eterno monumento di gloria
per le arti elleniche.
(6) Vitruvio destina l'intero cap. 2 del lib.
IV, in cui tratta dell'origine de' tre ordini ar-
chitettonici", a mostrare come i Greci ne' loro
edifici di pietra o di marmo, e particolarmente
nell'ordine dorico, intesoro sempre imitare le
costruzioni di legno. La quale osservazione ve-
desi poi indubitatamente confermata da' fatti;
imperciocché tralasciando di parlare delle travi
verticali che stavano in luogo di colonne di
pietra , il nome medesimo di trabeazione che
dassi alla intera copertura degli edifici, dinota
coni'ella abbia trailo origine dall'imitazione del
legno.
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