Parte 11. Capo Vili. I j 5
gioja si conserva dai Si gnor Niccolo Vagnucci Ca-
valiere Corconese incito erudito , ed uno de'princi-
pali -sostegni della nostra Accademia Etrusca . Rnp-
presenta questa una Mula coronata di lauro , a cui
pende dagli omeri uri rn usi cai e strume'nto, e ben prc-
flo-nella raccolta delle anrichità di Cortona sà'.à per
ordine della flessa Accademia pubblicata, ove si ela-
minerà la materia, colla quale sono flati' comporti i
vivi colori di quella, che sembrano di un certo bi-
tume duri silmo, o almeno da qualche incognita ver-
nice coperti ; nella quale arre fu ccceilentissnno Apri-
le, di etii-'ctisse il lodalo Plinio: Utittrit Unitàri'ritmò
.Jtotkit, quod'-abfolata opera iilinikat air amento ita te-
nui, ut idips.m repercuJJ'u claritatis colorum t*im exci-
taret, ci-ftodiretque a pulvere. ersordibus, -zd manum
intucati demum apparerct : che alcuni Eruditi credo-
no debba leggerli ad numen, io però dirci lime a. E
tanto si potrà dire circa la vernice , che io fui ca-
gione, che li desie alle sopraddttte pitture.
CAPO IX.
Deseritone delle altre sabbriche appartenenti alla
Città di Ercola.no, e delle Antichità
ritrovate in quelle.
CHe il deferitto Teatro fosse vicino , anzi coritì-
/ guo alla Città di Ercolano , lo dimostrano le
altre fabbriche, e case immediatamente seepcrte, tra
le quali una sui bel principio, la di cui porta assai
grande , e quadrata si trovò chiusa da un cancello
di ferro, che andò subito in pezzi . Entrandovi di-
iopra levato il terreno ritrovai un piccolo corridore, -
o sia galleria , che conduceva in una camera terre-
na, tutta intonacata, e efiorita di colore roiTo, ove'
li ritrovarono alcuni vali, e caraffe di grosso cristal-
lo, ripiene ancora di acqua, un astuccecto di bron-
H z zo,
gioja si conserva dai Si gnor Niccolo Vagnucci Ca-
valiere Corconese incito erudito , ed uno de'princi-
pali -sostegni della nostra Accademia Etrusca . Rnp-
presenta questa una Mula coronata di lauro , a cui
pende dagli omeri uri rn usi cai e strume'nto, e ben prc-
flo-nella raccolta delle anrichità di Cortona sà'.à per
ordine della flessa Accademia pubblicata, ove si ela-
minerà la materia, colla quale sono flati' comporti i
vivi colori di quella, che sembrano di un certo bi-
tume duri silmo, o almeno da qualche incognita ver-
nice coperti ; nella quale arre fu ccceilentissnno Apri-
le, di etii-'ctisse il lodalo Plinio: Utittrit Unitàri'ritmò
.Jtotkit, quod'-abfolata opera iilinikat air amento ita te-
nui, ut idips.m repercuJJ'u claritatis colorum t*im exci-
taret, ci-ftodiretque a pulvere. ersordibus, -zd manum
intucati demum apparerct : che alcuni Eruditi credo-
no debba leggerli ad numen, io però dirci lime a. E
tanto si potrà dire circa la vernice , che io fui ca-
gione, che li desie alle sopraddttte pitture.
CAPO IX.
Deseritone delle altre sabbriche appartenenti alla
Città di Ercola.no, e delle Antichità
ritrovate in quelle.
CHe il deferitto Teatro fosse vicino , anzi coritì-
/ guo alla Città di Ercolano , lo dimostrano le
altre fabbriche, e case immediatamente seepcrte, tra
le quali una sui bel principio, la di cui porta assai
grande , e quadrata si trovò chiusa da un cancello
di ferro, che andò subito in pezzi . Entrandovi di-
iopra levato il terreno ritrovai un piccolo corridore, -
o sia galleria , che conduceva in una camera terre-
na, tutta intonacata, e efiorita di colore roiTo, ove'
li ritrovarono alcuni vali, e caraffe di grosso cristal-
lo, ripiene ancora di acqua, un astuccecto di bron-
H z zo,