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https://doi.org/10.11588/diglit.4667#0265
lagnile
LIBRO Q_U ARTO
LA PERSONIFICAZIONE
CAPITOLO PRIMO
NATURA DELLA PERSONIFICAZIONE
G
'ome 1 poeti e 1 retori danno corpo e persona
umana non solo alla natura sensibile, ma agli spi-
riti, e perfino alle idee astratte ed universali; così-
fa l'arte di scultura e pittura, rappresentando questi
medesimi esseri vestiti di forme umane. Questo
dar corpo e persona è ciò che dicesi personificare.
La personificazione adunque altro non è che il con-
cetto dell'animo vestito di forma umana.
A queste imagini umane danno gli artisti il
sesso corrispondente il comun delle volte alla forma
grammaticale conche si enunziano; il genere neutro
però suole considerarsi come ■ mascolino. Ma al
proprio nome talvolta prevale il concetto generale;
ond' è che le quattro stagioni, sotto il concetto di
quattuor anni tempora, sono rappresentate da quat-
tro fanciulli, quantunque V aestas sia feminina di
genere.
Le imagini cosi create non servirebbero a nulla
se non avessero le qualità esterne che l'esperienza
detta, ond'è nata quell'arte che si chiama fisonomia,
e comprende non solo le fattezze del corpo, i li-
neamenti e l'aria del volto, i movimenti muscolari,
ma gli abiti e la maniera di vestirli, i segni, gli
strumenti e i simboli che ne determinano il carat-
tere e la condizione.
Vollero, a modo di esempio, gli antichi rappre-
sentare la pietà religiosa, e a tale intento figura-
rono una donna a cui diedero un sembiante umile
e modesto, e la posero a capo velato: inoltre le
fecero tenere una navetta o pisside nella sinistra,
dalla quale ha tratto un granello d'incenso che
sta per mettere a bruciare sull'ara accesa.
Abbiamo veduto qualche moderno scrittore non
porre alcuna differenza tra il simbolo e lo stru-
mento. Sappiasi adunque che non ogni strumento
ha ragione di simbolo, se non vi è assunto dal-
l'uso. Siane esempio la verga e il bastone pasto-
rale. È noto, notissimo che i pastori adoperano
2ÓI
LIBRO Q_U ARTO
LA PERSONIFICAZIONE
CAPITOLO PRIMO
NATURA DELLA PERSONIFICAZIONE
G
'ome 1 poeti e 1 retori danno corpo e persona
umana non solo alla natura sensibile, ma agli spi-
riti, e perfino alle idee astratte ed universali; così-
fa l'arte di scultura e pittura, rappresentando questi
medesimi esseri vestiti di forme umane. Questo
dar corpo e persona è ciò che dicesi personificare.
La personificazione adunque altro non è che il con-
cetto dell'animo vestito di forma umana.
A queste imagini umane danno gli artisti il
sesso corrispondente il comun delle volte alla forma
grammaticale conche si enunziano; il genere neutro
però suole considerarsi come ■ mascolino. Ma al
proprio nome talvolta prevale il concetto generale;
ond' è che le quattro stagioni, sotto il concetto di
quattuor anni tempora, sono rappresentate da quat-
tro fanciulli, quantunque V aestas sia feminina di
genere.
Le imagini cosi create non servirebbero a nulla
se non avessero le qualità esterne che l'esperienza
detta, ond'è nata quell'arte che si chiama fisonomia,
e comprende non solo le fattezze del corpo, i li-
neamenti e l'aria del volto, i movimenti muscolari,
ma gli abiti e la maniera di vestirli, i segni, gli
strumenti e i simboli che ne determinano il carat-
tere e la condizione.
Vollero, a modo di esempio, gli antichi rappre-
sentare la pietà religiosa, e a tale intento figura-
rono una donna a cui diedero un sembiante umile
e modesto, e la posero a capo velato: inoltre le
fecero tenere una navetta o pisside nella sinistra,
dalla quale ha tratto un granello d'incenso che
sta per mettere a bruciare sull'ara accesa.
Abbiamo veduto qualche moderno scrittore non
porre alcuna differenza tra il simbolo e lo stru-
mento. Sappiasi adunque che non ogni strumento
ha ragione di simbolo, se non vi è assunto dal-
l'uso. Siane esempio la verga e il bastone pasto-
rale. È noto, notissimo che i pastori adoperano
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