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Bartoli, Alfonso
I monumenti antichi di Roma nei disegni degli Uffizi di Firenze (Band 6): Descrizione dei disegni — Roma, 1923

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https://doi.org/10.11588/diglit.30565#0017
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(Fra Giocondo)

I 2

(Fra Giocondo)

2) - 6) Schizzi di cinque diversi capitelli del Ri-
nascimento. Quello più grande con cornucopie e fe-
stoni è disegnato anche nel Lib. di Giul. da Sang.
f. 10 v. e nel Cod. Esc. f. 24.

Tecnica:' penna.

Alt. 300 - Largh. 205.

Carta gialla sottile.

Questo e il seguente dis. 1712 non sono originali, ma litcidi di
disegni forse del Bramante.

Bibliografia. - Ferri 129. Lanciani, St. d. scavi, II, 209. Egger, Cod.
Esc., 87 e 88. Hùlsen, Lib. Giul. Sang., 19.

Arch. J7I2 recto. Tav. XXIV, fig. 51.

Schizzo prospettico di parte dell’ interno di Santa
Costanza.

Sul verso (che non riproduco) è ripetuta, in modo
identico al n, i del precedente disegno 171, un’ arcata
della Basilica di Costantino.

Tecnica: penna.

Alt. 280 - Largh. 200.

Carta gialla sottile.

Vedi le osservazioni al precedente dis. 1711.

Bibliografia. - Ferri 137 e 194.

-<8>-

FRA GIOCONDO

Nato a Verona nel 1430 (?); morto a Roma il i° luglio 1515.

« Stette Fra Jocondo in Roma nella sua giovanezza molti anni, e
« dando opera alla cognizione della cose antique, cioè non solo alle
« fabbriche, ma anco all’iscrizioni antiche che sono nei sepolcri, ’ed
« all’altre anticaglie, e non solo in Roma, ma nè paesi all’intorno ed
« in tutti i luoghi d’Italia, raccolse in un bellissimo libro tutte le dette
« iscrizioni e memorie ». (Vasari, V, 264).

II « libro » menzionato dal Vasari è la famosa Silloge epigrafica :
sulle varie redazioni della quale consulta : CIL., VI, pag. XLIV; De
Rossi, Inscr. christ. II, 395-401; Carini, Cod. epigr. d. Fr. Gioc. ;
Lanciani, St. d. scavi, I, 96 e segg.

Che Fra Giocondo iniziasse ricerche archeologiche in Roma

« nella sua giovanezza » è indicazione vaga del Vasari, non confortata

da altra testimonianza ; la data del 1460 adottata dal Lanciani, St. d.

scavi I, 64, è probabile. Certo è — e si deduce dalle indicazioni conte-

nute nella Silloge — che Fra Giocondo fu a Roma fra il 1478 e il
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1484 e negli anm 1497-1499. E notissimo poi che egli vi abbia passato
gli ultimi due anni di sua vita e che, morto il Bramante, abbia diretto,
insieme con Raffaello e con Giuliano da Sangallo, i lavori per S. Pietro.
(Cfr. Vasari, V, 266). Del resto tutte le altre date di altre sue perma-
nenze a Roma, proposte dai molti che hanno scritto di lui, sono incerte.

Oltre la silloge epigrafica, i lavori di Fra Giocondo relativi ad
antichità romane sono : il trattato De Menstiribus et ponderibus Roma-
norum, le edizioni di classici latini, i disegni dall’antico. Lo Gnoli (II
sogno di Polifilo) gli attribuisce le illustrazioni della Hypnerotomachia
Polifili ; ma l’Hiilsen (Le illustrazioni della Hypnerotomachia Polifili e
)e antichità di Roma) è di opposta opinione.

II trattato De mensuribtis è perduto.

Le edizioni dei classici sono tutte indicate dal Carini, op. cit.,
cap. V ; qui basterà ricordare, come più strettamente attinenti allo

studio dei monumenti romani, l’edizione illustrata di Vitruvio (Ve-
nezia 1511), quella illustrata di Cesare (Venezia 1513), quella di Fron-
tino (Firenze 1513). |

Disegni dall’antico, certamente di Fra Giocondo, si conservano
agli Uffizi; invece non sono opera di lui i tre codici già Destailleur,
ora Poloffzoff a Pietroburgo, attribuitigli dal Geymuller, (Trois albums
de Fr. Gioc.).

Che il Gabinetto degli Uffizi possedesse disegni di Fra Giocondo
fu scoperto nel 1881 dal Ferri e dal Geymuller ; il quale ultimo ne
diede notizia — incompleta e non esatta — nell’opuscolo Cento disegni
di Fra Giocondo, pubblicazione da adoperarsi con cautela perohè in
essa sono attribuiti a Fra Giocondo anche disegni di altri autori. Nel
1906 il Gabinetro si è arricchito di altri disegni di Fra Giocondo,
provenienti dalla collezione Geymuller.

Secondo l’indole e i limiti della presente pubblicazione, descrivo e.
riproduco soltanto i disegni relativi a rnonumenti antichi di Roma;
credo però opportuno ricordare gli altri disegni di Fra Giocondo, che
si collegano in qualche moclo agli studi di aachitettura antica e cioè i
disegni: arch. 1690, 1694 e 2152, che contengono copie dal Trattato
di Architettura di Francesco di Giorgio Martini (anche i disegni : arch.
1691 e 1693 contengono copie dello stesso Trattato, ma di architet-
tura militare) i disegni : arch. 1686-1688 e 1695-1698, che conten-
gono una serie di edifici circolari d’invenzione, ma ispirati a monu-
menti romani.

Libro dei ricordi dall’antico.

Secondo il Geymuller (Cento dis. di Fr. Gioc., 41), i disegni :
arch. 125, 1530^ 1534-1543, 1881-1882 e 2050 fecero parte di « un
libro di antichità romane, principalmente composto di dettagli ». II libro
sarebbe stato composto negli anni 1514-1515, perchè vi si trovano de-
lineati i piedistalli delle stalle dei Chigi alla Longara il quale « famoso
« edificio non era ancora cominciato nel 1506, quando Fra Giocondo
« lasciava Roma per non tornarvi che alla fine del 1513 ».

Le affermazioni e le osservazioni del Geymùller devono essere in
qualche parte modificate e completate.

Devesi togliere dalla serie il dis. 1530, che non è di Fra Gio-
condo, ma di un ignoto del sec. xvi, non contiene ricordi dall’antico,
ma schizzi di fortificazioni (cfr. Ferri, Ind., 79). Devesi invece inclu-
dere il dis. 1632. La serie dunque, secondo me, è costituita dai di-
segni: 125, i534-i543> 1632, 1881-1882 e 2050.

Osservo che i quindici fogli non sono tutti della stessa qualità di
carta: vi appariscono quattro filigrane diverse ; vedi le filigrane dei
disegni 1534 e 1537; 1542 e 2050; 1538; 1536 e 1540. Ma il caso
di libri composti con fascicoli di carta diversa è assai frequente; e
d’altra parte l’omogeneità del contenuto e l’identità del formato (seb-
bene oggi tutti i fogli siano smarginati) mi fanno ammettere che questi
fogli abbiano fatto parte di un libro, cui conservo il titolo proposto
dal Geymùller.

Invece l’affermazione del Geymùller che il Libro sia stato com-
posto nel 1514-1515 e non contenga disegni anteriori al 1506 non può
essere accettata in modo così assoluto.

Certamente, insieme col Geymùller, bisogna riferire agli anni 1514-
1515 il disegno delle stalle chigiane e perciò anche altri due disegni di
frammenti architettonici copiati in casa Chigi (Farnesina). Così pure è
chiaro che i disegni relativi a S. Pietro si riferiscono al periodo in cui
Fra Giocondo ne dirigeva la fabbrica. Ugualmente allo stesso periodo si
devono riferire i disegni di frammenti architettonici cavati alla Minerva,
al Camigliano, a S. Stefano del Cacco, presso le case dei Maffei, nel
sito cioè dell’Iseo e Serapeo ; perchè ivi furono presi materiali antichi
per la fabbrica di S. Pietro: ne abbiamo certezza da Fra Giocondo
stesso, il quale delineando la trabeazione dell’Arco di Camigliano (dis.
i54irecto, tav. XLVII) avverte «fu trouata alParcho di chamilgiano et io
la mixurai a san pietro ». Infine lo schizzo del prospetto del palazzo
dei Tribunali a via Giulia deve essere posteriore alla morte del Bra-
mante, perchè è un pensiero di Fra Giocondo per la prosecuzione di
quell’edificio, che — come tutti sanno — il Bramante lasciò appena co-
minciato.

Se i disegni, che ho ora menzionati, stanno bene nei termini cro-
nologici fissati dal Geymùller, altri invece escono da quei termini e li
precedono.

I disegni relativi al « pallacio sabini » e alla Basilica Emilia li ri-
ferisco (nelle osservazioni che aggiungo alla descrizione dei disegni
1535 verso, tav. XXX; 1539 recto, tav. XXXI; 1632, tav. XLII) agli
anni 1497-1499. Inoltre a mio avviso si devono riferire all’anno 1499
i disegni relativi al Tempio di Antonino e Faustina, al Tempio di
Romolo e Sacrae Urbis; perchè in quell’anno si fecero scavi fra i
SS. Cosma e Damiano e il Tempio dei Castori: ai quali scavi Fra
 
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