(Giuliano da Sangallo)
23
(Raffaello)
Tecnica: penna e acquarello, riga e compasso.
Alt. 440 - Largh. 740.
Carta bianca.
Bibliografia. - Ferri, 203. Fabriczy, Handzeichn. Giul. Sang., 96, Hùlsen,
Lib. Giul. Sang., pag. XXIII.
Arch.. 1562. Tav. LXII, fig. 96.
Disegno non finito dell’Arco di Costantino.
Tecnica: r.) penna, riga e compasso.
Alt. 225 - Largh. 282.
Carta bianca. Filigrana: aquila coronata in cerchio (simile ma non uguale
a Briquet 204).
Bibliografia. - Ferri, 124. Fabriczy, Handzeichn. Giul. Sang., 102. Hiilsen,
Lib. Giul. Sang., pag. XXI (dove è indicato erroneamente col n. 1582).
Copie da Giuliano
II Gabinetto degli Uffizi possiede parecchi disegni copiati da quelli
di Giuliano per mano del figlio Francesco, del fratello Antonio il vec-
chio, dei nipoti Antonio il giovane e Giovanni Battista, di Giorgio
Vasari il giovane ; i quali hanno mescolato le copie insieme con i
propri disegni originali. Pertanto nella presente edizione, per non spez-
zare le diverse serie, le copie sono descritte e riprodotte fra i disegni
dei singoli autori, che le hanno eseguite.
Faccio eccezione per due copie, una di Francesco e una di Bat-
tista, le quali si pubblicano qui appresso trattandosi di disegni isolati.
FRANCESCO DA SANGALLO.
Arch. 1681. Tav. LXII, fig. 97.
Pianta del Tempio del Sole sul Quirinale ; copia
del disegno del Lib. Giul. Sang. £ 65 verso.
In questa copia Francesco ha omesso le misure
delle singole parti della pianta, quali sono notate sul-
l’originale di Giuliano; ha invece delineata la scala con
l’avvertenza “ E misurato a b\rac\pi\a fiorentine „ e ne
dà ragione nella lettera d’invio :
firam\esc\o ■ S ■ Gallo ■ A M [aest 'jo • Ant[oni\o
giudicho mandandolo a iloi ch\e\ stifterfimio sana
il meterci le b\racci\a distintamente come m sul dise-
gnio di gmliano si uede parebe ch\e\ di bisognio fiusino
quando uoi no[n] fiussi dell arte ma auendole qtn di
sopra compartite penso sia abastanza 0 se altro m
ocorre auisate.
Et ancor g [i\udicho ch[e\ a chi no\n\ sapesi la ca-
gione p\er\ch[e\ ui si manda fiorse pensare potrebe ch
io fiacesi come quello ch[e\ mando a presentare da l
alpe la latuga a qtiello da legniaia oiLero come qiLell
altro in guidardone di tanto dono mando le legnie
a l \a\lpe di sopra dicta : or sia come si uole no[n\
credo ch[e] in fiorenza lluo altro ce ne sia e parmi sia
da tenerlo p[er\ se caro ch[e\ mi si ricorda gia andariLÌ
con gmliano ch[e\ no\n\ si dura pocha fiaticha.
simile.cosi.
Sul verso di mano dello stesso Francesco il titolo
del disegno del recto “ Mece?iatte i[n\ mditpe Cauallo
e di mano di Giuliano la nota “ Disegno della pidqipa
di mecenata di mia mano el proprio qiLesta copia
10 riauta da fi?\ancesc\o „ e Antonio il giovane ha
aggiunto “ prestata a gmliano suo patre „.
Tecnica : penna e bistro, riga e compasso.
Alt. 380 - Largh. 350.
Carta bianca. Filigrana: una pigna.
Dalle note aggiunte sul verso si deduce che Francesco prestò a
Giuliano suo padre la copia, la quale poi venne in possesso di Antonio
11 giovane. Reputo pertanto che questi sia il « maestro Antonio » per
il quale la copia fu eseguita ed al quale è indirizzata.
Bibliografia. Ferri, 172 e 196. Hùlsen, Lib. Giul. Sang., 69.
GIO. BATTISTA DA SANGALLO
DETTO IL GOBBO.
Arch. 2143. Tav. LXIII, fig. 98.
Disegno del fianco occidentale della Basilica Emi-
lia; copia del disegno del Lib. Giul. Sang., £ 26.
Tecnica: penna, riga e compasso.
Alt. 340 - Largh. 268 (Mutilo).
Carta bianca. Filigrana : giglio araldico in cerchio.
II foglio è mutilo per modo che manca la metà del disegno.
Bibliografia. - Ferri, 166.
-c0j-
RAFFAELLO
Nato a Urbino il 28 marzo 1483; morto a Roma il 6 aprile 1520.
Si stabilì a Roma dal settembre 1508.
Fu nominato da Leone X, con breve del 27 agosto 1515, com-
missario delle antichità; ufficio che egli esercitò con zelo, ma con assai
scarso risultato (cfr. Lanciani, St. d. scavi, I, 166 e segg.).
Trasse in gran copia disegni di antichità romane: pitture murali e
sculture, monumeuti e particolari architettonici ; allo stesso scopo « te-
neva disegnatori in tutta Italia, a Pozzuolo, e fino in Grecia ,, (Vasari,
IV, 361).
Allo studio diretto dei monumenti unì queilo del testo di Vitruvio,
che egli si fece tradurre da Fabio Calvo e postillò di sua mano; il
codice si conserva ora nella Biblioteca-di Monaco.
Concepì l’idea di una pianta di restituzione di Roma antica in più
tavole: in ordine cronologico per l’età primitiva e repubblicana, in
ordine topografico — secondo le quattordici regioni — per l’età im-
periale ; egli avrebbe delineato le tavole ; al testo avrebbero provve-
duto Fabio Calvo e Andrea Fulvio. La morte colse Raffaelo quando
era appena iniziato il lavoro; che fu proseguito e compiuto dai due
collaboratori superstiti, i quali nell’anno 1527 pubblicarono due opere
distinte ma integrantisi vicendevolmente : il Fulvio le Antiquitates, il
Calvo l’Antiquae Urbis simulachrum, dove le piante di restituzione
sono delineate da Tolomeo Egnazio, ma secondo il concetto e l’ordine
ideati da Raffaelo. Tutte queste notizie devonsi alle ricerche originali
del Lanciani, che ne ha esposto il risultato nella preziosa monografia:
La pianta di Roma antica e i disegni archeologici di Raftaelo Sanzio.
I disegni archeologici di Raffaello hanno avuto sorte avversa : sono
andati dispersi, forse in parte distrutti, in parte smarriti e celati in
23
(Raffaello)
Tecnica: penna e acquarello, riga e compasso.
Alt. 440 - Largh. 740.
Carta bianca.
Bibliografia. - Ferri, 203. Fabriczy, Handzeichn. Giul. Sang., 96, Hùlsen,
Lib. Giul. Sang., pag. XXIII.
Arch.. 1562. Tav. LXII, fig. 96.
Disegno non finito dell’Arco di Costantino.
Tecnica: r.) penna, riga e compasso.
Alt. 225 - Largh. 282.
Carta bianca. Filigrana: aquila coronata in cerchio (simile ma non uguale
a Briquet 204).
Bibliografia. - Ferri, 124. Fabriczy, Handzeichn. Giul. Sang., 102. Hiilsen,
Lib. Giul. Sang., pag. XXI (dove è indicato erroneamente col n. 1582).
Copie da Giuliano
II Gabinetto degli Uffizi possiede parecchi disegni copiati da quelli
di Giuliano per mano del figlio Francesco, del fratello Antonio il vec-
chio, dei nipoti Antonio il giovane e Giovanni Battista, di Giorgio
Vasari il giovane ; i quali hanno mescolato le copie insieme con i
propri disegni originali. Pertanto nella presente edizione, per non spez-
zare le diverse serie, le copie sono descritte e riprodotte fra i disegni
dei singoli autori, che le hanno eseguite.
Faccio eccezione per due copie, una di Francesco e una di Bat-
tista, le quali si pubblicano qui appresso trattandosi di disegni isolati.
FRANCESCO DA SANGALLO.
Arch. 1681. Tav. LXII, fig. 97.
Pianta del Tempio del Sole sul Quirinale ; copia
del disegno del Lib. Giul. Sang. £ 65 verso.
In questa copia Francesco ha omesso le misure
delle singole parti della pianta, quali sono notate sul-
l’originale di Giuliano; ha invece delineata la scala con
l’avvertenza “ E misurato a b\rac\pi\a fiorentine „ e ne
dà ragione nella lettera d’invio :
firam\esc\o ■ S ■ Gallo ■ A M [aest 'jo • Ant[oni\o
giudicho mandandolo a iloi ch\e\ stifterfimio sana
il meterci le b\racci\a distintamente come m sul dise-
gnio di gmliano si uede parebe ch\e\ di bisognio fiusino
quando uoi no[n] fiussi dell arte ma auendole qtn di
sopra compartite penso sia abastanza 0 se altro m
ocorre auisate.
Et ancor g [i\udicho ch[e\ a chi no\n\ sapesi la ca-
gione p\er\ch[e\ ui si manda fiorse pensare potrebe ch
io fiacesi come quello ch[e\ mando a presentare da l
alpe la latuga a qtiello da legniaia oiLero come qiLell
altro in guidardone di tanto dono mando le legnie
a l \a\lpe di sopra dicta : or sia come si uole no[n\
credo ch[e] in fiorenza lluo altro ce ne sia e parmi sia
da tenerlo p[er\ se caro ch[e\ mi si ricorda gia andariLÌ
con gmliano ch[e\ no\n\ si dura pocha fiaticha.
simile.cosi.
Sul verso di mano dello stesso Francesco il titolo
del disegno del recto “ Mece?iatte i[n\ mditpe Cauallo
e di mano di Giuliano la nota “ Disegno della pidqipa
di mecenata di mia mano el proprio qiLesta copia
10 riauta da fi?\ancesc\o „ e Antonio il giovane ha
aggiunto “ prestata a gmliano suo patre „.
Tecnica : penna e bistro, riga e compasso.
Alt. 380 - Largh. 350.
Carta bianca. Filigrana: una pigna.
Dalle note aggiunte sul verso si deduce che Francesco prestò a
Giuliano suo padre la copia, la quale poi venne in possesso di Antonio
11 giovane. Reputo pertanto che questi sia il « maestro Antonio » per
il quale la copia fu eseguita ed al quale è indirizzata.
Bibliografia. Ferri, 172 e 196. Hùlsen, Lib. Giul. Sang., 69.
GIO. BATTISTA DA SANGALLO
DETTO IL GOBBO.
Arch. 2143. Tav. LXIII, fig. 98.
Disegno del fianco occidentale della Basilica Emi-
lia; copia del disegno del Lib. Giul. Sang., £ 26.
Tecnica: penna, riga e compasso.
Alt. 340 - Largh. 268 (Mutilo).
Carta bianca. Filigrana : giglio araldico in cerchio.
II foglio è mutilo per modo che manca la metà del disegno.
Bibliografia. - Ferri, 166.
-c0j-
RAFFAELLO
Nato a Urbino il 28 marzo 1483; morto a Roma il 6 aprile 1520.
Si stabilì a Roma dal settembre 1508.
Fu nominato da Leone X, con breve del 27 agosto 1515, com-
missario delle antichità; ufficio che egli esercitò con zelo, ma con assai
scarso risultato (cfr. Lanciani, St. d. scavi, I, 166 e segg.).
Trasse in gran copia disegni di antichità romane: pitture murali e
sculture, monumeuti e particolari architettonici ; allo stesso scopo « te-
neva disegnatori in tutta Italia, a Pozzuolo, e fino in Grecia ,, (Vasari,
IV, 361).
Allo studio diretto dei monumenti unì queilo del testo di Vitruvio,
che egli si fece tradurre da Fabio Calvo e postillò di sua mano; il
codice si conserva ora nella Biblioteca-di Monaco.
Concepì l’idea di una pianta di restituzione di Roma antica in più
tavole: in ordine cronologico per l’età primitiva e repubblicana, in
ordine topografico — secondo le quattordici regioni — per l’età im-
periale ; egli avrebbe delineato le tavole ; al testo avrebbero provve-
duto Fabio Calvo e Andrea Fulvio. La morte colse Raffaelo quando
era appena iniziato il lavoro; che fu proseguito e compiuto dai due
collaboratori superstiti, i quali nell’anno 1527 pubblicarono due opere
distinte ma integrantisi vicendevolmente : il Fulvio le Antiquitates, il
Calvo l’Antiquae Urbis simulachrum, dove le piante di restituzione
sono delineate da Tolomeo Egnazio, ma secondo il concetto e l’ordine
ideati da Raffaelo. Tutte queste notizie devonsi alle ricerche originali
del Lanciani, che ne ha esposto il risultato nella preziosa monografia:
La pianta di Roma antica e i disegni archeologici di Raftaelo Sanzio.
I disegni archeologici di Raffaello hanno avuto sorte avversa : sono
andati dispersi, forse in parte distrutti, in parte smarriti e celati in